Rivoluzionaria russa (Moskaja, Cherson, 1854 - Milano 1925). Anarchica, fuggì in Svizzera (1877) e vi conobbe Andrea Costa, di cui divenne compagna. Esule in Italia, aderì al marxismo e condivise con Filippo Turati (cui si unì dal 1885) la direzione di Critica sociale (1891). Esponente della corrente riformista del Partito socialista, militò nel movimento per l'emancipazione delle donne. È stato pubblicato postumo (6 voll., 1977) un suo importante Carteggio con Turati.
A sedici anni si recò a Zurigo, dove aderì da prima alle tesi populiste, poi a quelle di Bakunin. Tornata in patria, svolse attività clandestina, ma fu costretta a tornare (1877) in Svizzera, dove conobbe A. Costa col quale stabilì uno stretto rapporto sentimentale e politico. Arrestata nel 1878 in Francia e successivamente in Italia, si trasferì nuovamente in Svizzera (1880). Qui compì studî di medicina che completò in Italia dove svolse un'intensa attività gratuita di medico dei poveri. Passò gradualmente dalle teorie bakuniniane al marxismo, che contribuì a diffondere in Italia svolgendo attività politica e condividendo con F. Turati, cui si unì dal 1885, la direzione della Critica sociale (dal 1891). Arrestata per i fatti del maggio 1898, continuò anche successivamente una intensa milizia nel Partito socialista, nel quale fu autorevole esponente della corrente riformista. Nello stesso periodo prese parte attiva al movimento per l'emancipazione delle donne, di cui fu una delle figure più rappresentative. Intervenne con passione nel dibattito sui diritti delle lavoratrici e sul suffragio femminile, entrando più volte in polemica con il proprio partito e con lo stesso Turati. Neutralista convinta, dopo la guerra combatté il massimalismo socialista e fu rigorosa oppositrice del fascismo.