ANNEGAMENTO (si riconnette col lat. neco "uccido", specificato nel significato)
L'annegamento è una delle asfissie cosiddette meccaniche, caratterizzata dal fatto che l'ostacolo alla respirazione è dato dalla penetrazione di liquidi nell'albero respiratorio. Non bisogna però confondere la morte asfittica, dovuta a vero annegamento, con la morte che, per varie ragioni, può verificarsi durante la sommersione: ad es., la morte per inibizione, per apoplessia, per cardiopatia, per nefrite, ecc.
La quantità di liquido sufficiente per l'annegamento può essere minima. Si ebbero infatti casi d'annegamento di epilettici, di ubbriachi, di paralitici, di soggetti comunque in istato di incoscienza, nell'acqua d'una pozzanghera o di una catinella.
I fenomeni che accompagnano la morte per annegamento sono quelli dell'asfissia (v.). Più nettamente si distinguono: la fase preliminare di arresto respiratorio (fase di sorpresa) per 5″-10″; il periodo delle irregolari e tumultuose respirazioni (fase di resistenza), per circa un minuto primo; fase delle grandi respirazioni accompagnata dalla perdita della coscienza per circa un altro minuto; fase di arresto, o di pausa respiratoria, con perdita della sensibilità per un altro minuto; infine fase delle ultime e boccheggianti, periodiche respirazioni per circa un mezzo minuto. Oltre all'annegamento rapido può aversi un annegamento lento, o protratto, come nei casi in cui la vittima possa lottare più o meno a lungo colle onde. Vi sono inoltre notevoli differenze di resistenza individuale.
Il reperto necroscopico dimostra: aspetto anserino delle cute; raggrinzamento dei polpastrelli delle dita, dei capezzoli e dei genitali; bocca semiaperta con lingua fra le arcate dentarie; frequente formazione di un fiocco di spuma finissima (fungo schiumoso) alle narici e sulle labbra. Alla sezione generalmente si trova abbassamento e lieve stato edematoso delle pieghe ari-epiglottiche, spuma sanguinolenta e fine nell'albero bronchiale, eventuale penetrazione nelle vie respiratorie delle particelle, o sostanze estranee, che erano sospese nel liquido annegante, ossia penetrazione del cosiddetto plancton il cui riscontro offre importanti criterî diagnostici medico-legali. Il liquido annegante penetra ampiamente entro i polmoni, specialmente durante la fase delle grandi respirazioni. Liquido di annegamento si trova pure nello stomaco, penetratovi durante le prime fasi per moti di deglutizione.
I polmoni dell'annegato sono rigonfî, pallidi, come cotonosi per iperaereazione e concomitante iperidria; si ha cioè, il cosiddetto enfisema acquoso. Istologicamente troviamo irregolari dilatazioni e rotture delle trabecole alveolari. Talora si notano suffusioni e chiazze ecchimotiche subpleuriche.
Importante è il reperto del sangue endocardico che è fluente, specialmente nel cuore sinistro, potendosi dimostrare assorbimento del liquido annegante attraverso il polmone e quindi maggior diluizione del sangue contenuto nelle cavità cardiache di sinistra. Tale dimostrazione si ha non soltanto dal confronto fra il sangue del cuore destro rispetto a quello del cuore sinistro per ciò che concerne la densità, la percentuale del residuo secco, il valore globulare, l'ematometria, ecc., ma soprattutto per le nette risultanze della crioscopia (punto di congelazione, che è proporzionale alla concentrazione molecolare dei sali) ossia pel dato fisico-chimico caratterizzato col simbolo crioscopico Δ, punto che da circa 0,60, quale è nel sangue normale, per l'avvenuta diluizione acquosa, può scendere a 0,02. Per penetrazione dell'acqua salata del mare il Δ può salire a 1,9. Queste prove opportunamente illustrate in Italia dal Carrara, vengono eseguite con uno speciale apparecchio munito del sensibilissimo termometro del Beckmann. Si è potuto dimostrare che anche altri liquidi dell'organismo possono subire diluizioni per penetrazioni di liquido. Tali diluizioni possono pure essere accertate con prove sulla conducibilità elettrica; per quanto le applicazioni pratiche su cadaveri alterati suggeriscano necessarie riserve.
È inoltre dimostrato (Corin, Stockis) che nel sangue del cuore sinistro possono pure arrivare particelle solide sospese del liquido annegante; tali, per es., quelle particelle silicee la cui presenza è accertabile, mediante l'ultramicroscopia e la luce polarizzata, all'esame del sangue convenientemente trattato con l'antiformina e centrifugato. Anche per queste prove le riserve pratiche sono ovvie (Lattes).
La rigidità cadaverica negli annegati ha rapido decorso, rapidissima è la dispersione del calorico, scarse sono le macchie ipostatiche. Sott'acqua la putrefazione è ritardata, ma rapidissima nei cadaveri che ne sono estratti. Gli annegati dapprima affondano nell'acqua, indi, pei gas putrefattivi, sogliono tornare a galla. La lunga permanenza nell'acqua determina macerazione e distacco dell'epidermide e, magari, disfacimenti. Talora si hanno saponificazioni parziali, aspetto cretaceo per incrostazioni di sali calcarei, vegetazioni di muffe, d'alghe o di altri prodotti della fauna e della flora delle acque, non esclusa la produzione di microfiti pigmentati, che talora impartiscono al cadavere strani aspetti vellutati, colorati, erbacei. Tutti questi processi cadaverici possono fornire preziosi dati diagnostici per l'accertamento della data della morte.
Le questioni medico-legali che possono sorgere di fronte ad un annegato sono svariatissime. Raramente si tratta di omicidio; non raro l'infanticidio, specialmente entro i pozzi neri. Frequente è il suicidio, nonché il disgraziato accidente. È bene tener presente che talora il cadavere del suicida può essere ritrovato con mani e piedi legati o con pietre fissate al collo. Il perito dovrà accertarsi se possa trattarsi di autolegatura. Le eventuali ferite possono derivare da urti accidentali o da morsicature d'animali acquatici. Gli accennati reperti varranno a stabilire se la persona è stata gettata in acqua già morta o se v'è caduta viva e vi è annegata.
Per i soccorsi in caso di annegamento v. asfissia.
Bibl.: P. Brouardel e L. Vibert, Étude sur la submersion, in Annales d'hyg. publ. et de méd. lég., 1880, p. 45; P. Brouardel e P. Loye, Recherches sur la respiration pendant la submersion, in Arch. de physiol., 1889, p. 448; M. Carrara, La crioscopia del sangue nella diagnosi medico-legale della morte per annegamento, in Arch. per le scienze med., XXV (1901); H. Revenstorf, Über den Wert der Kryoscopie zur Diagnose des Todes durch Ertrinken, in Münch. med. Woch., 1902, p. 1881; Stonescu, Diagnostic de la submersion par l'étude cryoscopique du sang des noyés, in Ann. d'hyg. publ. et de méd. lég., 1903, p. 14; E. Di-Mattei, Della morte per annegamento ecc., Catania 1904; G. Corin, Recherches sur la mort par submersion, in Ann. Société de méd. lég. de Belgique, 1906, p. 38; E. Stockis e G. Corin, la diagnostic médico-légal de l'asphyxie par submersion, in Ann. Soc. méd. lég. de Belgique, 1909, n. 1.