annunziare
. Per " dar notizia " di qualcosa, " comunicare " qualcosa, in Cv II VI 6 annunziando loro la mia intenzione; II XV 11 quando dice: tu vedrai Di sì alti miracoli adornezza, annunzia che per lei si vedranno li adornamenti de li miracoli; così anche in Vn XII 14 42.
A qualche discussione filologica ed esegetica ha dato luogo un passo della Commedia dove il verbo appare nella forma pronominale: Ben se' crudel, se tu già non ti duoli / pensando ciò che 'l mio cor s'annunziava (If xxxlll 41). Il Foscolo, per lasciare al discorso una maggiore semplicità, lesse, come nell'Aldina e nella Crusca, ch'al mio cor s'annunziava. Ma la testimonianza dei codici è favorevole alla lezione 'l mio cor s'annunziava, dove 'l mio cor è soggetto. Ne deriva il senso " ciò che il mio cuore presagiva a sé stesso ", a suffragare il quale è stata richiamata la locuzione ‛ il cuore me lo diceva '. Del resto anche in Vn XL 10 10 lo cor de' sospiri mi dice (v. Petrocchi, ad l.).
In Cv II V 12 il verbo si trova nella fedele traduzione di una frase biblica: dice lo Salmista: " Li cieli narrano la gloria di Dio, e l'opere de le sue mani annunzia lo fermamento " (" Coeli enarrant gloriam Dei, et opera manuum eius adnuntiat firmamentum ", Ps. 18,2). Questo tono solenne e il valore sacrale di cui si arricchisce in molti altri passi delle Scritture come termine usato per rivelare altissime verità, spesso di ordine soprannaturale, a. conserva nel luogo prima citato del Convivio: Li numeri, li ordini, le gerarchie narrano li cieli mobili, che sono nove, e lo decimo annunzia essa unitade e stabilitade di Dio (II V 12). V. NUNZIARE.