ANSELMO di Havelberg
È ignoto se nascesse in Italia, in Lorena o altrove sulle rive del Reno, circa il 1099. Fu uomo di nobile stirpe e di grande potenza, margravio di Brandeburgo e fratello di Alberto l'Orso, e compì gli studî con la guida di Raoul di Laon. Ma subì l'efficacia morale del consiglio e dell'esempio di S. Norberto, che lo invitò a Magdeburgo e lo fece eleggere vescovo di Havelberg nel Brandeburgo. La diocesi però era allora devastata dagli Slavi e dai Vendi, sicché egli non poté raggiungere la sua residenza e rimase qualche tempo ospite del vescovo di Hildesheim. Vi si recò nel 1131, quando Lotario II ebbe sottomesso i ribelli, ma per breve tempo, perché l'imperatore lo inviò suo legato a Costantinopoli, dove sostenne contro Niceta di Nicomedia e Basilio di Acrida il diritto della Chiesa di Roma. Tornato, di quelle sue conferenze diede relazione a papa Eugenio III, poi accompagnò Lotario nel viaggio in Italia, e, rientrato in Havelberg, nuovamente devastata, s'accinse con zelo vigoroso a riparare i danni. Con l'assenso d'Innocenzo II, che aveva conosciuto in un lungo soggiorno in Roma, fondò il capitolo nella sua cattedrale, che affidò ai monaci premonstratesi, eresse il monastero di Jerichow, e popolò le campagne deserte con colonie trasportatevi a buone condizioni dalle Fiandre. Caduto in disgrazia di Corrado III nel 1149, si dedicò agli studî e ai suoi doveri episcopali; fu a Tuscolo presso Eugenio III; e, salito al trono Federico Barbarossa, rientrò nella vita politica. L'imperatore, che l'aveva eletto arcivescovo di Ravenna ed esarca, si giovò dell'opera sua per riconciliarsi col papa, tanto che Anselmo fu accusato d'aver debolmente difeso i diritti della Chiesa. Poco appresso si recava con la corte imperiale all'assedio di Milano, ove lo colse la morte il 12 agosto 1158. Uomo di alto sapere e di straordinaria operosità, distratto dagli affari della politica, ha lasciato negli scritti appena un indizio del suo valore. Si ricordano di lui i Dialogorum adversus Graecos libri III, che riferiscono le lunghe discussioni coi Bizantini; il Liber de ordine canonicorum regularium e l'Epistola apologetica pro ordine canonicorum regularium, in difesa dei seguaci di S. Norberto, suo maestro; il Tractatus de ordine pronuntiandae litaniae ad Fridericum Magdeburgensem, e alcune lettere.
Bibl.: V. Dombrowski, Anselm von Havelberg, Königsberg 1880.