Patriota e uomo politico (Mantova 1819 - Palidano, Gonzaga, 1879). Funzionario dell'amministrazione fiscale austriaca, partecipò alle Cinque Giornate di Milano (1848): membro del governo provvisorio, rappresentò l'ala più avanzata, ostile alla fusione della Lombardia col Piemonte. Non ebbe successo una sua missione a Parigi per chiedere l'intervento francese. Escluso dall'amnistia austriaca, riparò prima a Firenze, poi a Genova, da dove (1849) fu espulso, infine a Ginevra (1850), dove visse con G. Mazzini. Trasferitosi a Parigi, si accostò a Manin e si lasciò convincere al programma sabaudo; ritornato in Italia (1859), presentato da C. Correnti al conte di Cavour, resse per incarico del dittatore L. C. Farini la provincia di Piacenza. Deputato moderato (1860-67), appoggiò costantemente la politica governativa; segretario generale agli Esteri con E. Visconti Venosta (1866-67), svolse missioni politiche in Germania e in Spagna. Non rieletto (1867), si dedicò a studî letterarî, traducendo tra l'altro la prima parte del Faust di Goethe.