Comune della Lombardia (64 km2 con 48.835 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. È situata nella bassa Pianura Padana, nella parte interna di un’ansa del Mincio, circondata dall’acqua su tre lati; ciò ha influito sullo sviluppo urbanistico, necessariamente volto verso S, unico lato non sbarrato dall’acqua, dove sorgono i quartieri residenziali e industriali. La popolazione ha sempre fatto registrare un incremento inferiore a quello delle altre città lombarde. Mercato agricolo e zootecnico, M. ha industrie attive nei settori alimentare, meccanico, petrolchimico, chimico, della carta, dell’abbigliamento. Le localizzazioni industriali, avvenute per i maggiori insediamenti sulle rive lacuali, sono alla base di una precisa scelta di sviluppo (finora irrealizzata): inserire il porto fluviale mantovano, che vanta antiche tradizioni nel campo della navigazione interna, nel sistema idroviario padano. Attivo il turismo.
Fondata (6°-5° sec. a.C.) forse dagli Etruschi, nel 5° sec. M. fu occupata dai Galli e, in seguito, Roma vi fondò una colonia, Mantua, ricordata già nel 214; durante le guerre civili perdette per confisca parte del territorio, a favore dei veterani (41 a.C.).
Saccheggiata dai Goti (401), dal 601 passò ai Longobardi. Capoluogo di contea (10° sec.), fu assediata da Enrico IV (1091), che poi ne accrebbe i privilegi. Il vescovo Garsedonio impose alla città l’alleanza con Federico Barbarossa (durata sino al 1162), mentre il mutato atteggiamento papale la portava nella lega dei comuni lombardi (1167). Con l’uccisione del vescovo Guidotto, l’autorità dei vescovi scomparve dalla vita pubblica cittadina (1235); guidati dai Sambonifacio, i Mantovani si opposero a Federico II e a Ezzelino da Romano (1259).
Il regime comunale si sfaldò nella lotta tra fazioni; vennero espulsi dalla città potenti famiglie e infine, a opera di Pinamonte Bonacolsi, lo stesso podestà Guido da Correggio, primo signore di Mantova. I Bonacolsi furono poi travolti dall’insurrezione popolare diretta dai Gonzaga (1328), che crearono la signoria e resistettero ai ripetuti assalti dei Visconti. Con Gianfrancesco Gonzaga (1433) la città divenne capitale principesca; con la corte di Francesco e Isabella d’Este (15°-16° sec.) accrebbe il suo prestigio, che raggiunse l’apice con Guglielmo (1559-87) e Vincenzo I (1587-1612). La guerra di successione (1627-31) che seguì la morte di Vincenzo II determinò il crollo della fortuna di M.; assediata nel 1629, fu occupata dagli imperiali nel 1630. Sottoposta all’influenza francese, sotto il dominio dei Gonzaga-Nevers, la città si ridusse in miseria e si riebbe solo con la reggente Maria Gonzaga (1637-47).
Nel 1707 M. passò all’Impero; partecipò alle guerre di successione (1735) e a quelle di Napoleone: capitolò nel 1797 ai Francesi; fu poi riconquistata dagli austriaci (1799) e nuovamente occupata dai francesi (1801). Tornata all’Austria per il trattato di Vienna (1815), fu teatro di alcune congiure carbonare nel 1821; durante la prima guerra d’Indipendenza giocò un ruolo strategicamente sfavorevole alle forze italiane impegnate a neutralizzarla, e così pure nella guerra del 1866, nella quale fu tra le cause determinanti della vittoria austriaca a Custoza.
La città, con vie e piazze fiancheggiate da bassi portici, è caratterizzata da edifici e opere tardo-medievali e rinascimentali, anche di capitale importanza. Nella centrale piazza delle Erbe, dove sono il palazzo della Ragione (13° sec., rimaneggiato), la torre dell’orologio (1473) e il Broletto (13° sec.), c’è il monumento più antico di M., la rotonda di S. Lorenzo (11° sec.). Nella vicina piazza Mantegna si erge S. Andrea, costruita (facciata e corpo anteriore) da L. Fancelli (1472-94) su disegno di Alberti (grandioso interno a una navata fiancheggiata da cappelle, coperta da una imponente volta a botte). Presso il duomo, ricostruito da Giulio Romano (cappella dell’Incoronata attribuita a Fancelli), sorge il Palazzo Ducale, complesso di edifici dei secoli 13°-18° intorno al castello di S. Giorgio (Bartolino da Novara 1380). Sede dell’omonimo Museo, ha ambienti ricchi di importanti decorazioni e opere d’arte: la sala del Pisanello, la Camera degli sposi, affrescata da A. Mantegna, e i due ‘studioli’ di Isabella Gonzaga, adorni di marmi e di legni preziosamente intagliati. Altri monumenti notevoli: S. Sebastiano (Alberti, iniz. 1460); casa di Mantegna, su progetto dell’artista; casa di Giulio Romano, su progetto dell’artista; S. Francesco, gotica (15° sec.; restaurata dopo il 1944). Fuori di città è il celebre Palazzo del Te, grandiosa villa progettata per i Gonzaga e decorata da Giulio Romano (affreschi nelle sale di Psiche, dei Giganti ecc.). Nel palazzo dell’Accademia Virgiliana si trova il teatro scientifico di A. Bibiena (1769). Caratteristiche, nel profilo della città, le torri della gabbia, dello Zuccaro e della Trinità (11°-12° sec.). Tra le costruzioni moderne la cartiera Burgo di P.L. Nervi (1960-63). La manifattura di arazzi legata all’arazziere Jean de France (1419 ca.) fu attiva fino alla morte di Ludovico Gonzaga (1478).
Fra le biblioteche, la Comunale (istituita da Maria Teresa d’Austria nel 1790) ha preziosi codici miniati, incunaboli, cinquecentine, manoscritti ebraici e risorgimentali.
Nel 2008 è stata dichiarata dall'UNESCO, insieme a Sabbioneta, patrimonio dell'umanità.
Nell'ottobre 2015 la città è stata designata Capitale italiana della cultura per il 2016.
Concilio di M. Convocato nel 1064, con l’intervento di Gregorio da Vercelli, Guido da Milano e vescovi lombardi e tedeschi, prosciolse papa Alessandro II dalle accuse di simonia e violazione del diritto ecclesiastico e regio, e si concluse con la scomunica dell’antipapa Onorio II. Congresso di M. Tenuto nel 1512 dai membri della Lega santa, vi si riconobbero: il possesso pontificio di Bologna e Reggio, Parma e Piacenza; la ricostruzione del dominio veneziano di terraferma (tranne Brescia, Crema e Cremona); il possesso della Valtellina ai Grigioni; l’indipendenza di Genova; il governo di Massimiliano Sforza a Milano.
Dieta di M. Indetta da Pio II per riunire in una crociata contro i Turchi i principi della cristianità, si aprì nel 1459 e si concluse senza alcun esito nel 1460.
Marchesato e ducato di M. Con diploma dell’imperatore Sigismondo del 1433, Gianfrancesco Gonzaga trasformò la signoria sul Mantovano in marchesato. Esso ebbe una zecca, fabbricò artiglierie pregiate, compì imponenti opere pubbliche e fortificazioni militari. Per quanto suddiviso da Luigi III il Turco tra i figli (donde i principati di Castiglione delle Stiviere, Bozzolo e Sabbioneta; i marchesati di Gazzuolo, Luzzara e Castelgoffredo; le signorie di San Martino e Solferino), sopportò bene la guerra di Ferrara (1482-84); grazie a Francesco e alla moglie Isabella d’Este il marchesato sfuggì al pericolo di una spartizione franco-veneta. Elevato a ducato nel 1530, nel 1627 vi si instaurò il ramo cadetto Gonzaga-Nevers, capace di resistere a un poderoso assalto imperiale (Guerra del Monferrato) che provocò però l’inizio del decadimento della città. La politica confusa dell’ultimo della dinastia, l’inetto Fernando Carlo, portò all’annessione del ducato all’Impero, che lo dichiarò ereditario nella casa d’Austria (1710) e lo aggregò definitivamente (1745) al ducato di Milano.
Provincia di M. (2341 km2, con 406.919 ab. nel 2020). Comprende 66 comuni. Si estende nel settore sud-orientale della bassa pianura lombarda ed è divisa dal Po in due parti: quella cispadana, attraversata dal Mincio, e la sezione transpadana bagnata dalla Secchia. Il territorio provinciale include, da N a S, l’anfiteatro morenico che chiude a mezzogiorno il Lago di Garda; una fascia dell’alta pianura, poco adatta alle colture perché permeabile; e la coltre alluvionale della bassa pianura, impermeabile e propizia all’irrigazione. La provincia di M. è caratterizzata da un costante decremento demografico. Sotto il profilo economico sono rilevanti le attività agricole (si coltivano cereali, foraggi, frutta e fiori) e il settore zootecnico. Il settore secondario, strutturato su un complesso di aziende medio-piccole, è caratterizzato dal consolidamento dei principali poli industriali e dei tradizionali comparti produttivi (alimentare, dell’abbigliamento, metalmeccanico e cartotecnico). Il turismo è costantemente in espansione, soprattutto quello diretto alle rive del Garda e ai noti itinerari storico-artistici della zona.