Antartide
Il continente di ghiaccio
L'Antartide è l'unica parte delle terre emerse che non ha mai conosciuto presenza umana, fino alle esplorazioni dell'Ottocento e del Novecento: senza una tecnologia avanzata, del resto, non è possibile vivere a 60 °C sotto zero, con venti che soffiano a centinaia di km all'ora, in una terra coperta dal ghiaccio, che non offre risorse alimentari, da aprile a settembre nel buio della notte polare
L'Antartide si estende intorno al Polo Sud ed è compresa quasi interamente all'interno del Circolo Polare Antartico. Ha una superficie di oltre 14.000.000 di km2, composta da una parte orientale di formazione antichissima (tre miliardi di anni fa) e da una parte occidentale molto più piccola, più recente (circa 700 milioni di anni) formata da parecchie isole. Le due parti sono separate dal mare, ma unite tra loro dalla calotta glaciale che le riveste: solo l'1% del territorio, nella Penisola Antartica, che sporge di poco dal Circolo Polare, non è sempre ricoperto dal ghiaccio. La copertura di ghiaccio è spessa in media oltre 2 km, ma arriva fino a 4.770 m, ed è percorsa da enormi ghiacciai in movimento. Il ghiaccio non copre solo la terra, ma anche il mare circostante: ed è in mare che si staccano gli iceberg, a volte immensi. Il suolo dell'Antartide è elevato (circa 2.500 m in media); vi sono altipiani, vulcani attivi e catene montuose come i Monti Transantartici, che per circa 2.900 km seguono il bordo dell'Antartide Orientale; la cima più alta (il Massiccio Vinson, 4.897 m) si trova invece nell'Antartide Occidentale. Sotto il ghiaccio esistono poi depressioni, valli e decine di laghi 'subglaciali'; il grande Lago Vostok è colmo di acqua allo stato liquido. Sono considerate parte del continente anche alcune isole 'subantartiche', come la Georgia del Sud, le Sandwich Australi, le Orcadi, le Shetland.
Durante l'inverno australe, la temperatura scende fino a −60 °C (ma è stata registrata anche una minima di −90°). Sotto forma di neve, cadono appena 70 mm di acqua all'anno: praticamente come nel Sahara. Però la neve si accumula da milioni di anni e non si scioglie: così qui si trova il 70% dell'acqua dolce esistente sulla Terra. La vegetazione è costituita da licheni e muschi e la fauna terrestre è poverissima, però alcuni fossili provano che milioni di anni fa in Antartide crescevano gli alberi e vivevano i dinosauri. La fauna marina comprende numerose specie di pesci, uccelli, foche, otarie e pinguini. Crostacei minuscoli (il cosiddetto krill) costituiscono la base della catena alimentare antartica. In alcune stazioni scientifiche esistono abitazioni permanenti; in Antartide vivono un migliaio di persone di nazionalità diverse, in estate sono di più, anche 5.000, oltre a circa 20.000 turisti ‒ in continuo aumento. Fra le attrazioni turistiche sono anche i resti di capanne di esploratori, come quella di O. Nordenskjöld nell'Isola di Snow Hill, spesso però ormai sepolte dalla neve.
Solo agli inizi del 19° secolo risale il sicuro avvistamento dell'Antartide, ma la ricerca di una terra intorno al Polo Sud è cominciata molto prima. Secondo un'antica teoria, un continente australe 'doveva' esistere, per bilanciare il peso delle terre emerse dell'emisfero boreale, e anche in molti atlanti moderni compariva una Terra Australe, più o meno dove si trova l'Antartide, senza che però nessuno l'avesse ancora vista.
Dopo altri tentativi di avvicinamento (importanti sono i viaggi dell'olandese A. Tasman), J. Cook riuscì a scoprire, tra il 1774 e il 1775, varie isole intorno all'Antartide, raggiungendo anche la latitudine più meridionale fino allora toccata (71°10′); il mare era ghiacciato, e Cook scrisse: "Sono certo che questa distesa di ghiaccio giunge fino al Polo, o forse si congiunge a qualche terra alla quale è fissata fin dalla creazione". Anni dopo, un capitano russo dell'Estonia, F. Gottlieb von Bellingshausen, in un suo viaggio (1819-21) forse vide la costa del continente e scoprì due isole, che battezzò Pietro I e Alessandro I. Lo zar Alessandro I aveva raccomandato a Bellingshausen di trattare amichevolmente gli indigeni eventualmente incontrati e di portare loro doni: si pensava, cioè, che l'Antartide potesse avere degli abitanti.
L'interesse per gli oceani intorno all'Antartide aveva come ragione la caccia alle balene, alle foche e ai pinguini, per la produzione di olio e di pelli: tracce della lavorazione di questi prodotti sono visibili ancora nell'Isola Deception. Si trattò di un'attività distruttiva e molto redditizia: all'inizio del 19° secolo, per esempio, in meno di quattro mesi di caccia intorno alla Georgia Australe, 17 navi, soprattutto britanniche e statunitensi, massacrarono 122.000 foche. Una nave, da sola, fece un bottino di 57.000 pelli.
L'interesse per l'Antartide continentale era invece strategico: le maggiori potenze inviavano navigatori ed esploratori per impossessarsi di terre sconosciute. Gli esploratori portavano con sé anche vari esperti per fare ricerche e disegnare carte geografiche e battezzavano le nuove terre, spesso con il proprio nome o magari con quello delle loro mogli (come la Terra Adelia, che prende nome dalla moglie del capitano francese J.-C.-S. Dumont d'Urville) o delle loro navi o con i nomi di principi e capi di Stato. Dichiarando di avere scoperto e denominato delle terre, gli esploratori davano la possibilità ai rispettivi Stati di reclamarne il possesso, come fece la Gran Bretagna nel 1908, seguita poi da altri paesi.
Il primo ad addentrarsi davvero tra i ghiacci antartici fu il britannico J.C. Ross che, con le navi Erebus e Terror, tra il 1839 e il 1841 entrò nel grande golfo che porta il suo nome. Il primo che fece certamente uno sbarco sul continente (e non su un'isola) fu il norvegese C.E. Borchgrevink, il 23 gennaio 1895; lo stesso esploratore fu poi il primo a passare un intero inverno in Antartide. Già decenni prima Dumont d'Urville aveva dichiarato di essere sbarcato nella Terra Adelia e l'inglese J. Biscoe nella Terra di Graham; ma le notizie su questi sbarchi sono molto incerte.
Tra Ottocento e Novecento le spedizioni si moltiplicarono, soprattutto per raggiungere il Polo Sud. Il norvegese Roald E. Amundsen e il britannico Robert F. Scott partirono per il Polo, nel novembre 1911, con due spedizioni. Quella di Amundsen raggiunse il Polo il 14 dicembre 1911; quella di Scott, partita due settimane dopo, ci arrivò il 18 gennaio 1912. La via del ritorno era lunga 1.300 km e Scott e i compagni morirono di fatica, di freddo e di fame a soli 13 km dal deposito di rifornimento eretto all'andata. Ma furono molti di più gli esploratori che morirono in Antartide.
Dopo la Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti inviarono in Antartide oltre 4.000 uomini, con 13 navi e più di 20 aerei, per ricavare dati utili a disegnare carte geografiche precise. L'esplorazione scientifica sistematica ebbe inizio poco dopo, con l'Anno geofisico internazionale (1957-58), quando furono installate oltre 60 stazioni scientifiche di 12 paesi; questi, il 1° dicembre 1959, firmarono a Washington il Trattato antartico, che dichiara il continente luogo di ricerca scientifica e sospende ogni rivendicazione territoriale. Come altri Stati, l'Italia ha aderito in seguito (1981). Un'aggiunta al Trattato (Protocollo di Madrid, 1991) proibisce per 50 anni la ricerca di petrolio e di altri minerali. Dal 1985 l'Italia invia spedizioni scientifiche in Antartide. La base Mario Zucchelli fu costruita nella campagna di ricerca 1986-87, nella Baia Terranova. Una seconda base (Concordia), in cooperazione con la Francia, è stata attivata nel 2002 a Dome C sull'Altopiano Antartico, a 1.100 km dalla costa.