FIAMMAZZO, Antonio
Nacque a Fonzaso (prov. di Belluno, ma diocesi di Padova) il 4 ag. 1851, da Odilone, fabbriciere e organista della parrocchiale del paese, poi anche giudice conciliatore e insegnante elementare, e da Marianna Cunich (talvolta Kunich) di Asiago. Dei primi studi non si è riusciti a sapere molto: pare che quelli elementari siano stati guidati dal padre; in seguito, grazie agli aiuti finanziari di uno zio paterno, il sacerdote Giovanni Fiammazzo, poté frequentare il ginnasio e il liceo a Feltre e a Belluno, e laurearsi in lettere presso l'università di Padova.
Nel 1875 iniziò l'insegnamento come istitutore nel collegio-convitto comunale (poi nazionale) di Cividale del Friuli, dove nel 1877 ebbe la direzione del ginnasio comunale, divenuto governativo. L'8 genn. 1880 sposò a Venezia Laura Leontina Baio, dalla quale avrà due figlie. Nel 1881 venne nominato insegnante di materie letterarie nel ginnasio dell'Aquila, dove però rimase per breve tempo; sul finire dello stesso anno fu trasferito a quello di Udine, che sarà la sua sede fino al 1888, quando, grazie alla pubblicazione della sua prima opera di rilievo, I codici friulani della Divina Commedia ... (Cividale 1887) ottenne la cattedra di lettere italiane nel liceo di Lecce. Dopo un trasferimento a Senigallia durato due anni, dal 1893 fu professore di lettere italiane al liceo "P. Sarpi" di Bergamo per dodici anni, costruendosi una reputazione di ottimo insegnante, che culminò nel 1904 con la nomina a preside di quell'istituto. Nel 1905 fu nominato preside del liceo "G. Chiabrera" di Savona.
Ritornato a Udine, dovette lasciare precipitosamente il Friuli nell'ottobre 1917, al momento della disfatta di Caporetto, e perdette negli eventi bellici alcuni preziosi codici che era venuto raccogliendo, molti suoi importanti manoscritti e innumerevoli appunti e note. Rifugiatosi a Roma presso un fratello funzionario ministeriale, collaborò con il ministro della Pubblica Istruzione, A. Berenini, curando i rapporti con gli insegnanti rimasti nella zona dei combattimenti e in quelle limitrofe. Alla fine della guerra riprese la direzione del liceo di Udine. Giubilato nel 1925 con grandi attestazioni di stima e con la nomina a grande ufficiale della Corona d'Italia, si ritirò nella nativa Fonzaso, dove nel 1933 perse la moglie.
Il F. morì a Fonzaso il 28 dic. 1937.
Pur essendo la sua fama legata esclusivamente ai suoi studi danteschi, tuttavia egli venne pubblicando anche lavori di altra natura: la prima pubblicazione certa è Vittorio Emanuele II commemorato nel collegio-convitto di Cividale del Friuli nel trigesimo della morte, Udine 1878. Sempre di questo filone "non dantesco" si ricordano Il Voltaire e l'ab. Giov. Marenzi, primo traduttore della "Henriade", in Atti dell'Ateneo di Bergamo, XI (1894), parte 2, pp. I-XXIV; Nel XIV Luglio MCM (Io centenario della morte di Lorenzo Mascheroni), Bergamo 1900; L'ultima edizione de "L'invito a Lesbia Cidonia", ibid. 1900 (sempre intorno al Mascheroni); Nuovo contributo alla biografia di L. Mascheroni, in Atti dell'Ateneo di Bergamo, XVII (1903-04), parte 2, pp. 223-252 (contiene un ricco epistolario inedito di G. Fogaccia e di Paolina Secco Suardo, in Arcadia Lesbia Cidonia); Nozze Villa-Fiammazzo, Feltre 1906; Nel primo cinquantennio del R. Liceo G. Chiabrera di Savona, cenno storico e documenti, Savona 1911.
Tutte le altre numerosissime pubblicazioni del F. sono dedicate a questioni dantesche. La prima, di piccola mole, Di una terzina dantesca (Inf., 1, 61-63), pubblicata a Udine nel 1885, fu subito seguita dal molto più impegnativo I codici friulani della "Divina Commedia": illustrazioni ... e lezioni inedite del "Bartoliniano", cit. Con quest'opera, che è un cospicuo punto di partenza, il F. imposta i problemi che lo seguiranno per tutta la vita prendendo la forma di innumerevoli pubblicazioni erudite, ricerche, indagini critiche, esami di varianti, raffronti e immancabili polemiche con altri studiosi. Qui egli studia i codici friulani allora conosciuti (il Cernazai sarà scoperto solo in seguito nella biblioteca del seminario di Udine), e cioè il Bartolini, il Florio e il Fontanini del sec. XIV, e il Claricini del XV. Dall'esame del Bartolini scaturisce una risentita querelle postuma con Q. Viviani, che lo aveva pubblicato a Udine nel 1823-27.
Questo lavoro fu completato da un'AppendiceI (ibid. 1888), dedicata al codice Cernazai, appena scoperto, e da un'Appendice II, 1, Il commento delBambaglioli nel cod. "Fontanini", notizia (ibid. 1891), e 2, Il commento del Bambaglioli più antico e la più antica versione ... (ibid. 1892). Il F. aveva frattanto pubblicato anche I codici veneti della "Divina Commedia", Udine 1889, in cui si occupava specialmente del Lolliniano di Belluno, ed una Raccolta di lettere inedite, serie I, Udine 1891, cui seguirà (ibid.) nel 1898 la Serie II ed ultima. Nel 1895, ormai stabilito a Bergamo, fece ivi apparire Il codice dantesco della Biblioteca di Bergamo illustrato. In quel periodo aveva iniziato la sua collaborazione con il Bullettino della Società dantesca, con pubblicazioni tanto numerose che è impossibile renderne conto: si rimanda ai repertori segnalati in bibliografia. Nel 1895 sollevò grande interesse fra gli specialisti un suo articolo, Il grido d'un verso dantesco (Bull. della Soc. dantesca, n.s., II [1894-95], pp. 70 ss.), nel quale forniva una sua interpretazione di Inf., II, 81, per la quale si era già più volte accapigliato; sostenuto da R. Fornaciari e da M. Barbi, ebbe la soddisfazione di vedere accolta la sua tesi da G. A. Scartazzini, che adottò quella variante nella sua seconda edizione milanese del 1896, variante poi accolta anche nell'edizione critica fiorentina del 1921. In collaborazione con G. Vandelli il F. pubblicò I codici veneziani della "Divina Commedia", Firenze 1899, frutto dell'esame e dello studio di ventiquattro volumi manoscritti della Marciana. Lo Scartazzini. che aveva pubblicato a Milano nel 1896-99 un'Enciclopedia Dantesca in due grossi volumi, volle allora affidare al F. la compilazione del terzo, per completare l'opera, dopo una serie di accordi intervenuti fra loro e l'editore Hoepli. Si tratta di un ponderoso lavoro dal titolo Vocabolario-Concordanza delle opere latine e italiane di Dante, ben seicentosettanta pagine fittissime di note, raffronti, aggiunte, varianti (E. G. Parodi, in Bull. della soc. dantesca, n.s., XII [1904], pp. 2 ss., recensione entusiastica).
Del soggiorno savonese il F. approfittò per dare alle stampe Il codice dantesco della Biblioteca di Savona, Savona 1910. Infine, il ciclo delle opere d'impegno è concluso dalla pubblicazione di Dante e il Friuli: 1321-1921, Udine 1922, volume compilato su incarico dell'Accademia di Udine e della Società filologica friulana.
L'opera contiene nella prima parte il Testo critico della "Divina Commedia" ed i Codici friulani, dei quali il F. esamina l'ortografia, la "patina arcaica" e lo spoglio delle varianti. attraverso il confronto con le edizioni di C. Witte (Berlino 1862) e di E. Moore (Oxford 1904) e con quella fiorentina del 1921; nella seconda parte sono compendi delle diciassette conferenze dantesche tenute a Udine dal 20 gennaio al 17 dic. 1921, delle quali quattro del F.: Vita di Dante, L'opera di Dante, Cacciaguida, Beatrice. Chiude il volume una ripresa della polemica contro il Viviani sul codice Bartoliniano. Il F. collaborò regolarmente oltre che al Bullettino della Società dantesca, anche al Giornale dantesco e, fino alla morte, alla Rivista letteraria delle Tre Venezie diretta da F. Fattorello. Il complesso della sua produzione critica servì certamente a precisare e determinare aspetti eruditi e dati filologici utilissimi agli studi danteschi del suo tempo, seguendo il gusto e gli orientamenti della scuola storica, sul piano di ricerca indicato da A. Mussafia e dal programma della scuola fiorentina.
Fonti e Bibl.: Fonzaso, Arch. parr. d. Natività di Maria, Registro dei battesimi 1823-72, 4 ag. 1851; Necr., in Riv. lett. delle Tre Venezie, X (1938), n. 2, p. 58; I. Nigrisoli, Necrologio di A. F., in Rivista di Bergamo, XVII (1938), p. 50; F. Pintor, Indice decennale del "Bullettino della Soc. dantesca ital.", n.s., XII (1912), p. 66; W. Fiske, Catalogue of the Dante collection..., Ithaca, N.Y., 1921, I, pp. 224 s., e Additions, p. 61; L. Negri, in Giorn. stor. della lett. ital., LXXXI (1925), p. 347 ss. (rec. di Dante e il Friuli); A. Foratti, in Archiginnasio, XVIII (1923), p. 112 (rec. di Dante e il Friuli); L. Auvray, in Le Moyen Âge, settembre 1923, pp. 77 ss. (rec. di Dante e il Friuli); F. Fattorello, Studiosi e critici della letteratura italiana, A. F., in Riv. lett. delle Tre Venezie, IV (1932), n. s, pp. 11-16 con ampia bibl.; A. Del Piero, A. F., Udine 1940; A. Vallone, La critica dantesca nell'Ottocento, Firenze 1958, pp. 184, 193 ss.; La letteratura italiana, I minori, III, Milano 1974, ad Indicem; A. De Gubernatis, Piccolo diz. dei contemporanei ital., Roma 1895, p. 390; Id., Dictionnaire des écrivains du monde latin, Rome-Florence 1905, pp. 597 s.; G. Garollo, Diz. biografico universale, I, p. 813; Encicl. Dantesca, II, pp. 850 ss.; T. Rovito, Letterati e giornalisti ital. contemporanei. Diz. bio-bibliografico, Napoli 1922, p. 164.