Labriola, Antonio
Filosofo e politico (Cassino 1843-Roma 1904). Formatosi a Napoli, alla scuola di F. De Sanctis e B. Spaventa, fu prof. di filosofia morale e di pedagogia all’univ. di Roma. Inizialmente vicino alle posizioni della destra, se ne venne distaccando per iniziare una critica penetrante del mondo intellettuale italiano che lo avvicinò ai gruppi dell’opposizione radicale e socialista. Nel 1890 entrò in corrispondenza con F. Engels e iniziò lo studio sistematico del pensiero di K. Marx. Ne derivò un’opera, decisiva per la cultura italiana del primo Novecento, di diffusione del marxismo sulla base di un radicale ripensamento della lettura ottocentesca datane dal socialismo positivista (In memoria del Manifesto dei comunisti, 1895; La concezione materialistica della storia: dilucidazione preliminare, 1896; Discorrendo di socialismo e di filosofia, 1897). A quest’opera si accompagnò, per una certa fase, un forte impegno sul terreno dell’organizzazione politica dei lavoratori. Quando nel 1892 nacque il Partito dei lavoratori, L. ne restò formalmente fuori per i forti dissensi sorti con F. Turati e gli altri dirigenti socialisti. Il suo insegnamento lasciò una traccia profonda e duratura nella cultura italiana per l’influenza esercitata su B. Croce e A. Gramsci.