Nome con cui è noto lo scultore Antonio Gamberelli (Settignano 1427 - Firenze 1479). Si formò presso il fratello Bernardo con il quale collaborò alla tomba della beata Villana in S. Maria Novella (1452 circa). La sua prima opera interamente autonoma è il busto marmoreo di Giovanni Chellini, medico di S. Miniato (1456, Londra, Victoria and Albert Museum), che lo dimostra ancora nell'orbita del fratello, ma con annotazioni psicologiche e sottigliezze pittoriche originali che cercano di superare il donatellismo di base. La decisa tendenza a uno stile che sempre più poggi su una raffinatezza di esecuzione e una sottigliezza essenzialmente decorativa fu determinata in R. dall'esempio del coetaneo Desiderio da Settignano. R. si afferma in matura autonomia di linguaggio, entro gli schemi tradizionali del Rinascimento fiorentino, nella tomba del Cardinale di Portogallo in S. Miniato al Monte (1461-66), che è risultato di un felice inserimento del monumento nell'architettura della cappella. La tendenza a sciogliere in un pittoricismo sottilmente cromatico il plasticismo donatelliano si accentua da questo momento in opere destinate alla ricca borghesia fiorentina: Madonne, teste di putti, ritratti, tra i quali primeggiano il S. Giovannino (Londra, Victoria and Albert Museum), la Madonna tra cherubini (New York, Metropolitan Museum), il busto di Matteo Palmieri (1468, Firenze, Museo nazionale del Bargello) che dimostra l'intensa capacità di caratterizzazione dell'artista. La prosecuzione di questo indirizzo è nei tre rilievi per il pulpito del duomo di Prato (1473), nel patetico S. Sebastiano, eseguito intorno al 1470 per la Collegiata di Empoli, nella Natività per la cappella Piccolomini in S. Anna dei Lombardi a Napoli, dello stesso periodo, nella Madonna del latte, per la tomba Nori in S. Croce, opere nelle quali R. si dimostra aggiornato sulle novità formali dell'ambiente fiorentino contemporaneo.