Scultore (Settignano 1428-31 circa - Firenze 1464). Forse scolaro di Donatello, certo in contatto con B. Rossellino, D. si distingue da entrambi, pur accettandone motivi di stile, per l'accentuato lirismo della propria visione. Partito dallo "stiacciato" donatelliano (putti del fregio della cappella Pazzi, 1450 circa), al quale imprime una vibrazione lineare nuova, giunge nel monumento funebre a C. Marsuppini in S. Croce a Firenze (dopo il 1450), che è legato nello schema a quello rosselliniano a L. Bruni, anch'esso in S. Croce, a eleganze ritmiche e a un'abilità tecnica che avranno vasto seguito tra gli scultori della generazione successiva (Verrocchio). La sottile psicologia di D., quasi anticipo leonardesco ma con astrazioni che rammentano F. Laurana (busto di dama, Bargello, Firenze), si coglie in altre opere, quali il busto di Gesù già nella confraternita dei Vanchetoni a Firenze (Washington, Galleria nazionale), nel bimbo ridente (Vienna, Kunsthist. Museum), nel tondo con Gesù e Giovannino (Parigi, Louvre), nel rilievo già sul canto di palazzo Panciatichi a Firenze (Museo nazionale del Bargello), nel famoso tabernacolo in S. Lorenzo (1461 circa), in cui l'estrema raffinatezza di D. appare pienamente evidente.