Pittore (notizie fra il 1369 e il 1388), una delle più notevoli personalità della pittura toscana della seconda metà del Trecento. I suoi tre affreschi con Storie di s. Ranieri nel Camposanto di Pisa, pur risentendo di vari influssi (come nella caratterizzazione individuale e l'aspetto narrativo delle scene), attestano interessanti ricerche personali.
Secondo il Vasari di origine veneziana, la sua formazione è ancora discussa. Risulta da documenti che nel 1369-70 lavorava a Siena, nel duomo, che nel 1374 era a Firenze, mentre tra il 1384 e il 1386 dipingeva nel Camposanto e poi nel duomo di Pisa. Datata 1388, e firmata, è una tabella per la Confraternita di S. Nicolò Reale a Palermo (Palermo, Museo diocesano), che è la sua ultima opera nota. Di un soggiorno di A. a Venezia (dove avrebbe affrescato una parete della Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale) parla il Vasari, ma nulla è dato di conoscere più precisamente, per quanto la notizia possa indurre a pensare a un influsso dell'ambiente veneziano sulla sensibilità coloristica del pittore. Nei tre affreschi con Storie di s. Ranieri nel Camposanto di Pisa dipinte a seguito di quelle di Andrea da Firenze, A. sembra richiamarsi ai grandi esempi di Maso e di Nardo, conducendo innanzi, tuttavia, una sua personale ricerca di colore fuso e trasparente, entro un impianto compositivo grandioso e semplice. A Giovanni da Milano e a Tommaso da Modena paiono accennare un certo gusto di caratterizzazione individuale e l'interesse per l'aspetto propriamente narrativo delle scene. Di sicura attribuzione sono il Redentore del tabernacolo della Torre degli Agli (Novoli) probabilmente di poco posteriore; l'Assunta del museo di Pisa, forse ancora abbastanza primitiva, come pure una Madonna del museo di Boston e, più tardo, uno stendardo del museo di Pisa con la Crocefissione su un lato e un Santo Eremita sull'altro.