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Van Dyck, Antoon

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Pittore (Anversa 1599 - Londra 1641). Figlio di un ricco mercante, a dieci anni entrò nella bottega del pittore H. van Baelen, e già a diciassette anni aveva un suo studio. Risalgono a questo primo periodo opere come la serie di Apostoli a mezza figura (conservati in varî musei) che, per l'uso della luce e la fattura vigorosa, si riallacciano soprattutto al realismo caravaggesco. Circa dal 1618, anno in cui fu ammesso come maestro nella corporazione di San Luca di Anversa, V. D. iniziò un breve periodo di collaborazione con Rubens (nella cui bottega poté conoscere Jordaens), anche se resta problematica l'individuazione della mano di V. D. in opere del maestro. L'intensità coloristica, di marca veneziana, e l'irruenza compositiva dei dipinti del periodo testimoniano il forte ascendente esercitato da Rubens sul giovane artista (S. Martino, Saventhem, parrocchiale; Sileno ebbro, Dresda, Gemäldegalerie). Nello stesso momento V. D. iniziava a dedicarsi al ritratto, nel quale raggiungerà un indiscutibile primato; dal Ritratto di famiglia (Ermitage), che si richiama alla tradizione fiamminga, agli Autoritratti di Monaco (Alte Pinakothek) e dell'Ermitage, agli Snyders (New York, Frick Collection), la straordinaria capacità di individualizzazione si armonizza con la funzione di rappresentanza e la ricerca di un ideale formale, in un equilibrio sempre riscontrabile nella sua ritrattistica. Dopo un breve soggiorno a Londra (1621), V. D. fu in Italia, a Genova, Roma, Venezia, Firenze, Palermo e di nuovo (1623-27) a Genova. Il soggiorno italiano costituì un'importante fonte di approfondimento e chiarimento nel suo percorso artistico, e ne accentuò il gusto per l'armonia lineare e le doti di colorista. Nei ritratti di questo periodo attribuì ai personaggi un emblematico significato sociale, espresso con raffinata sobrietà cromatica e con l'attenzione al particolare di costume, conferendo eleganza e dignità al soggetto anche attraverso l'ambientazione. Divenne il ritrattista dell'aristocrazia genovese, dei Barbi, Adorno, Brignole Sale, Durazzo, Spinola e altri (molti di questi ritratti sono a Genova, Palazzo Bianco e Palazzo Rosso; Washington, National Gallery of art; ecc.); eseguì inoltre ritratti a Roma (Il cardinal Bentivoglio, Firenze, Galleria Palatina) e in altre città italiane. Nei quadri di storia accolse le più varie suggestioni, dalla pittura veneta (Susanna e i vecchioni, 1621-22, Monaco, Alte Pinakothek) a quella emiliana (Madonna del rosario, 1624-27, Palermo, oratorio del Rosario), in ampie e magniloquenti composizioni caratterizzate da eleganza formale e fattura brillante. Tornato ad Anversa (1627-32), assolse importanti commissioni per le chiese delle Fiandre; nei quadri religiosi (Compianto, Anversa, Musée royal des beaux-arts; Madonna e santi, Vienna, Kunsthistorisches Museum; Madonna e donatori, Louvre) all'enfasi dei gesti, di memoria rubensiana, si affianca l'uso sapiente e raffinato del colore e del contrasto luministico. L'incontro con la borghesia fiamminga mutò di nuovo il carattere dei suoi ritratti, che divenne più intimo e riservato (ritratti di Caspar de Crayer, Vaduz, Gall. Liechtenstein; ecc.); in questi anni iniziò a preparare la serie di incisioni con gli uomini illustri del suo tempo (circa un centinaio), chiamata Iconografia di V. D., pubblicata ad Anversa nel 1645 (i rami sono al Louvre). Nel 1632 si recò a Londra, dove rimase quasi ininterrottamente, come pittore di corte di Carlo I. La vasta produzione inglese, dedicata quasi esclusivamente al ritratto, si presenta disuguale, anche a causa dell'intervento della bottega; sono tuttavia di questo periodo alcuni dei maggiori capolavori, dove traspare il senso malinconico e transitorio di una società che egli ritrae attraverso il lusso degli apparati, la preziosità dei dettagli, l'ambientazione ideale (Carlo I a caccia, Louvre; Carlo I a cavallo, Londra, National Gallery). Dall'intima sensibilità dei Figli di Carlo I (Londra, Windsor Castle; Torino, Galleria Sabauda) all'indagine del carattere o del ruolo sociale nei ritratti ufficiali dell'aristocrazia inglese, V. D. elaborò una straordinaria varietà di soluzioni, realizzate con una scelta accurata di mezzi tecnici e compositivi che raggiunge talora un raffinato virtuosismo, esercitando un influsso determinante sulla ritrattistica inglese del sec. 18°. ▭ Tav.

Vedi anche
Palermo Comune della Sicilia (158,9 km2 con 657.561 ab. al censimento del 2011, divenuti 647.422 secondo gli ultimi rilevamenti ISTAT del 2020), città metropolitana e capoluogo di regione, situato sulla costa nord-occidentale dell’isola, all’interno dell’omonimo golfo; si estende nella breve pianura detta Conca ... Jacob Jordaens Jordaens ‹i̯òrdaans›, Jacob. - Pittore (Anversa 1593 - ivi 1678). A quattordici anni era nello studio di Adam van Noort, del quale sposò la figlia nel 1616. Nel 1615 era registrato nella gilda dei pittori di Anversa come acquarellista (Waterschilder). Alla morte di Rubens (1640), del quale fu seguace ... Thomas Gainsborough Gainsborough ‹ġèinʃbërë›, Thomas. - Pittore (Sudbury, Suffolk, 1727 - Londra 1788). Allievo a Londra dell'incisore H. Grave lot, si formò studiando Rubens, Van Dyck e i paesisti olandesi e le opere di Fr. Boucher e di H. Fragonard. Ritrattista e paesista, della sua prima attività, svolta a Ipswich, ricordiamo: ... Sir Peter Lely Lely ‹lìili›, Sir Peter (nederl. Pieter Van der Faes). - Pittore (Soest, Utrecht, 1618 - Londra 1680). Attivo in Inghilterra, dipinse dapprima paesaggi e quadri storici per dedicarsi successivamente soprattutto al ritratto. Sensibile ai modi di A. Van Dyck e della ritrattistica olandese, sviluppò uno ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Arti visive
Tag
  • ARISTOCRAZIA
  • ERMITAGE
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  • FIRENZE
Altri risultati per Van Dyck, Antoon
  • VAN DYCK, Anton
    Enciclopedia Italiana (1937)
    VAN DYCK (pron. dèik), Anton Leo van Puyvelde Pittore, nato ad Anversa il 22 marzo 1599, morto a Londra il 9 dicembre 1641. I suoi genitori, agiati mercanti, lo collocarono nel 1609 come apprendista presso Henri van Baelen, pittore molto meticoloso. Nulla invece di preciso si sa intorno a un suo ...
Vocabolario
van¹
van1 van1 〈van〉. – Primo elemento di cognomi olandesi (Van Dyck, Van Gogh, ecc.) e fiamminghi (Van Opstal, Van Roomen, ecc.), nei quali rappresenta una componente prepositiva con funzione patronimica, matronimica, etnica (come il ted. von...
van²
van2 van2 〈vän〉 s. ingl. [accorciamento di caravan] (pl. vans 〈vän∫〉), usato in ital. al masch. (e pronunciato per lo più 〈van〉). – 1. Tipo di furgone rimorchiabile da autoveicoli, usato per il trasporto di merci e anche di animali. 2....
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