anziani
La parte della popolazione sempre più numerosa nei paesi sviluppati
Essere anziani è una condizione anagrafica, ma anche biologica, psicologica e sociale. Diventare anziani vuol dire avvicinarsi all'ultima fase della vita, ma l'importanza e il ruolo dell'anziano non sono stati sempre gli stessi perché hanno risentito delle diverse società ed epoche storiche. L'età che definisce l'anziano, infatti, varia a seconda del contesto storico, culturale, psicologico e sociale
La condizione anagrafica dell'anziano muta a seconda dei tempi e delle società: nell'antica Grecia, per esempio, la durata della vita media era di 18 anni, nella Roma imperiale di 22, nell'Inghilterra medievale di 33; agli inizi dell'Ottocento negli Stati Uniti era salita a 49,2 e nel 1946 a 66,7 anni. I dati vanno letti tenendo conto dell'alto indice di mortalità infantile delle diverse epoche; esistevano comunque individui longevi, anche se in numero assai limitato.
Nel tempo si è avuta un'evoluzione biologica, storica e sociale dell'anziano perché è mutata la 'speranza di vita', ossia gli anni che ognuno di noi si aspetta di vivere. Negli ultimi cinquant'anni la quota degli anziani in Italia è raddoppiata. Oggi va oltre il 18% dell'intera popolazione e le donne sono molto più numerose degli uomini.
Il nostro è diventato uno dei paesi più longevi al mondo: infatti, per gli uomini la vita media è di circa 76 anni mentre per le donne supera gli 82. Si prevede inoltre che per il 2050 un abitante su tre avrà più di 65 anni: invecchiamento demografico dovuto non solo alle migliorate condizioni di vita e ai progressi scientifici nel campo della medicina, ma anche al forte calo delle nascite.
La condizione biologica corrisponde alla posizione dell'individuo in rapporto alla durata potenziale della vita e nell'anziano si manifesta con il declino fisico e mentale.
La condizione psicologica è invece la posizione dell'individuo nella società rispetto alle sue capacità di adattamento, alle sue condizioni di salute, al suo riconoscimento sociale.
Con l'avanzare dell'età la salute tende a essere più precaria e, spesso, la solitudine, dovuta ai figli lontani, o allo stato di vedovanza, risulta essere la condizione normale di vita.
La condizione sociale è data dalla posizione di un individuo rispetto alle norme del gruppo e della società in cui vive. Nella società attuale gli anziani sono coloro che appartengono alla categoria della cosiddetta terza età (gli ultraottantenni si definiscono invece 'grandi vecchi' e appartengono alla quarta età), che si identifica con il periodo di vita successivo alla maturità e che, per molte persone, coincide con l'età della pensione. L'uscita dal mondo del lavoro comporta un conseguente cambiamento di status sociale e di ruoli, spesso accompagnato da una sensazione di inutilità sociale non sempre compensata dagli affetti familiari.
Nonostante rappresentino una quota crescente della popolazione, gli anziani oggi contano sempre meno, al contrario di quanto succedeva in passato nella società rurale, soprattutto nella famiglia patriarcale, dove l'anziano aveva grande autorità perché era considerato portatore di esperienza e di saggezza.
L'età psicologica dell'individuo può essere diversa da quella biologica. Una buona attività fisica, una sana alimentazione, ma soprattutto una mente attiva vengono indicate come le cause del rallentamento della vecchiaia. Nella cultura occidentale, infatti, mantenersi giovani il più a lungo possibile, è diventato per alcuni un valore irrinunciabile. Esistono, però, culture, come quella giapponese, in cui essere anziani non significa essere privi di qualcosa (la giovinezza) ma acquisire qualcosa in più: l'onore e il prestigio. Molti Giapponesi dopo il 65° compleanno continuano a lavorare, vengono rispettati dai giovani e vivono ben integrati nelle famiglie dei figli.
In alcuni gruppi aborigeni dell'Australia, poi, vige un vero e proprio sistema di gerontocrazia, ossia di predominio degli anziani sui giovani: solo le persone che hanno raggiunto l'anzianità possono sposare le ragazze, mentre i giovani sono esclusi dal matrimonio.