appellare
Nel suo significato fondamentale (" chiamare col nome di ", " dare il nome di ") il verbo si incontra in Cv II XIII 8 la scienza divina, che è Teologia appellata, in If XX 93 Mantüa l'appellar sanz'altra sorte, e ancora in Cv III XI 17, Fiore I 14, XXXVI 10, LXXI 1, LXXIV 14, LXXV 3, CXCII 10, Detto 335. In Cv III VIII 9 Li quali due luoghi [gli occhi e la bocca] .., si possono appellare balconi de la donna... cioè l'anima, e IV VI 16, XX 2, ha il valore estensivo di "chiamare ". In If XXXIII 90 li altri due che 'l canto suso appella, vale " nominare ", " menzionare " Con l'accezione di " chiamare a sé ", " far venire a sé ", è presente in Fiore XX 8 Tosto a sé m'appella, e CXLIII 12.
In If XIV 95 un paese... / che s'appella Creta, e in Pd XXVI 134 ‛ I ' s'appellave in terra il sommo bene, può essere passivo, o forse anche intransitivo pronominale, col valore di " chiamarsi ", " aver nome "; Si veda inoltre in Rime XLVIII 10 io che m'appello umile sonetto. In Detto 336 chi da lu' non s'appella, / egli 'l mena a le forche, è dubbio che abbia il valore giuridico di " fare appello ", " fare ricorso "; più probabilmente equivale a un generico " resistere ", " difendersi ".