APULIA
. Nella divisione dell'Italia in regioni, compiuta da Augusto, col nome di Apulia venne indicata la seconda regione, che comprendeva tutta la parte sud-orientale della penisola, dal fiume Tifernus (Biferno) al capo di Leuca, dalle rive dell'Adriatico ai monti del Sannio e della Campania e al fiume Bradanus (Plinio, Nat. Hist., III, 103 segg.). Il nome ebbe pertanto un'estensione di significato assai maggiore sia di quella che aveva avuto precedentemente, sia di quella che ha oggi il nome da esso derivato di Puglia (v.). Precedentemente infatti Apulia era soltanto il territorio dal Tifernus ad una linea corrente tra l'Adriatico, all'incirca a sud di Gnathia, e lo Ionio, a nord di Taranto, territorio distinto a sua volta in Daunia, la parte settentrionale, e Peucezia, la parte meridionale; la penisola Salentina era detta Calabria ed aveva una sua propria particolare fisonomia geografica, etnica e storica, fisonomia che non perdette tuttavia nemmeno dopo: non di rado infatti la regione in parola è denominata non con il solo titolo di Apulia ma di Apulia et Calabria. A differenza poi della Puglia attuale, la seconda regione Augustea chiudeva nei suoi confini anche il paese degli Hirpini con Beneventum. Nelle iscrizioni, a cominciare dal sec. II d. C., vengono ricordati alcuni legati iuridici che ebbero il governo amministrativo e giudiziario della regione, di solito unita a questo scopo con le regioni confinanti (Piceno e Lucania); dopo Diocleziano tale governo fu affidato ad un corrector, dipendente dal vicarius urbis (per l'elenco dei correctores conosciuti, v. L. Cantarelli, in Bull. Comm. arch. com., 1892, p. 218 segg.).
Bibl.: Ch. Hülsen, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II, Stoccarda 1896, col. 288 segg.; E. De Ruggiero, Diz. epigrafico, I, Roma 1895, p. 532 segg.