SHEPP, Archie
Tenorsassofonista statunitense di jazz, nato a Fort Lauredale (Florida) il 24 maggio 1937. Figlio di un banjoista, si trasferì con la famiglia a Filadelfia nel 1944. Fece le prime esperienze in un gruppo di rhythm and blues, ma presto si indirizzò al jazz. Nel frattempo seguiva i corsi all'università di Plainfield (Vermont), dove si laureò in arte drammatica nel 1959. Stabilitosi a New York, si accostò ai musicisti della cosiddetta New thing, che stavano elaborando il free jazz, un jazz atonale, poliritmico, politicamente impegnato a sostegno delle lotte di rivendicazione dei neri statunitensi.
Nel 1960-61 incise col gruppo del pianista C. Taylor, con il quale lavorò nel dramma The connection di J. Gelber, messo in scena dal Living Theatre. Nel 1962 codiresse un quartetto col trombettista B. Dixon e registrò il suo primo disco da leader (Peace); nel 1963, con il trombettista D. Cherry e l'altosassofonista J. Tchicai, fondò i New York Contemporary Five, con cui compì una tournée in Scandinavia e nell'Europa orientale e incise brani assai significativi, come The funeral, dedicato alla memoria di M. Evers, esponente della rivolta nera, da poco assassinato, e Rufus, che è la storia del linciaggio di un nero. È questo il suo periodo di maggior fervore creativo, testimoniato dalla realizzazione di Four for Trane (1964), dedicato a J. Coltrane, Fire music e On this night (1965), Three for a quarter/One for a dime e Mama too tight (1966) e The magic of Ju-Ju (1967). Nel frattempo aveva partecipato alla fondazione del Jazz Composers Guild, che riuniva i migliori esponenti dell'avanguardia e, nel giugno del 1965, incideva col gruppo di Coltrane Ascension. Nel 1967 compiva una tournée al festival di Donaueschingen e nel 1969 partecipava al primo festival Panafricano di Algeri. Nello stesso anno a Parigi incideva Yasmina, a black woman, Poem for Malcom, dedicato a Malcom X, e Blasé, suonando anche il sax soprano. Del 1971-72 sono tre impegnativi lavori orchestrali: Things have got to change, Attica blues e The cry of my people. Dopo una pausa triennale tornò sulle scene nel 1975 suonando a Montreux e a Umbria Jazz e iniziando a incidere un gran numero di dischi −apprezzabili soprattutto quelli in duo col pianista H. Parlan −, nei quali appariva più stretto il suo legame con la tradizione jazzistica e segnatamente col bop, mentre accanto all'influsso di Coltrane era evidente quello di tenorsassofonisti classici, quali B. Webster e C. Hawkins.
S. è stato anche autore di apprezzati testi teatrali (The communist, 1965, e June Bug graduates tonight, 1967) e professore di storia del jazz nell'università di Amherst (Massachusetts).
Bibl.: Ph. Carles, J.L. Comolli, Free jazz/Black Power, Parigi 1971; G. Cane, Canto nero. Il free jazz degli anni Sessanta, Vicenza 1973; V. Wilmer, The face of black music, New York 1976; D. Baker, The black composers speak, ivi 1978.