AREZZO (IV, p. 169; App. I, p. 144)
Durante la seconda Guerra mondiale la città fu ripetutamente bombardata da aerei anglo-americani che la danneggiarono gravemente. Conclusosi l'armistizio fra l'Italia e gli Alleati (8 settembre 1943) e iniziatasi la fase della campagna d'Italia sul continente, la città divenne base logistica tedesca e, nella primavera del 1944, testa di linea dei rifornimenti ferroviarî provenientì dal nord. Dopo l'occupazione di Roma, la 8a armata britannica, nel corso dell'inseguimento del nemico che ripiegava in direzione della cosiddetta Linea gotica, l'occupò il 16 luglio 1944, oltrepassandola, per proseguire verso nord.
I danni maggiori alle opere d'arte sono i seguenti: è stato in parte abbattuto il bel cortile del palazzo di Badia, opera di Giuliano da Maiano, e danni di qualche rilievo hanno anche riportato le chiese di S. Bernardo, S. Bartolomeo, S. Domenico, S. Lorenzo, S. Maria in Gradi, S. Michele, S. Maria delle Grazie e la Pieve. Fortunatamente, lievissimi sono stati i danni al S. Francesco ove le pitture di Piero della Francesca non hanno subito offesa alcuna. Molto danneggiati sono stati anche il palazzo del Capitano del Popolo, quello degli Albergotti, la casa del Petrarca, oggi ricostruita, e quella del Vasari. Anche il palazzo Altucci è stato colpito e nel museo sono andati distrutti alcuni dipinti.
Gli edifici sinistrati, soprattutto nei quartieri ferroviario e industriale, rappresentano il 60% del totale e hanno lasciato senza tetto il 40% della popolazione. Ma il ritmo della ricostruzione si è fatto nel periodo 1947-48, più intenso. Al 31 dicembre 1947 la popolazione (residente) della provincia era salita a 330.000 ab.; quella del comune a 65.953 (29.790 nella città e periferia).