ARGENTA (A. T., 24-25-26)
Cittadina della provincia di Ferrara (Emilia), nell'ex-circondario di Portomaggiore, distante da Ferrara 34 km. e da Ravenna circa 40 km. Il capoluogo (8772 ab.) sino alla fine del Seicento era sulla sinistra del Reno, mentre poi, per la deviazione del fiume, venne a trovarsi sulla destra. Le numerose chiese e i palazzi, insieme con gli edifici scolastici, i teatri, ecc., le conferiscono aspetto di città. Ha anche una biblioteca comunale (che contiene, fra l'altro, anche i manoscritti del viaggiatore G. Bianchi), e molte opere di assistenza e di carità. Il comune, assai ampio (309 kmq.), è tutto nell'ugualissima pianura, tagliata da numerosi canali e da scoli: Reno o Po di Primaro, canale Quaderna, fossa Benvignante, fossa Marina, fino alle rive della valle di Mezzano. Il terreno fra il Reno e la valle di Mezzano è tutto uscito dalle opere di bonifica; quello che è alla destra del Reno, costituisce la Cassa Argentana di colmata, sfogo delle acque soverchie di alcuni affluenti del Reno e da bonificarsi ancora. Produce cereali, canapa, barbabietole, tabacco, foraggi, e di questi prodotti è vivo il commercio. Le industrie sono quasi nulle. L'intero comune ha 23.400 ab., dei quali 38% accentrati in 12 frazioni e 62% sparsi in campagna.
Tra gli edifici, la chiesa di S. Domenico ha alcuni altari del Rinascimento ed affreschi del Rondinelli; quella di S. Francesco un reliquiario del sec. XIII. Nelle vicinanze, la Pieve di S. Giorgio, romanica, ha un interessante altare bizantino del sec. VI, e un portale con sculture romaniche. Nel municipio si conserva una piccola pinacoteca, d'interesse locale.
Storia. - Di Argenta si ha notizia sicura a cominciare dal sec. VII, dal tempo, cioè, del dominio bizantino in Ravenna, al quale appartenne, e di cui seguì le sorti fino a quando, affermatisi nel sec. XIII i signori d'Este su Ferrara, s'iniziarono le lotte tra gli Estensi e gli arcivescovi di Ravenna per il dominio di questo luogo posto a metà strada tra l'una e l'altra città. La sua importanza derivava soprattutto dall'esser posta sul Po di Primaro che, con la sua navigazione, rappresentava per il territorio ferrarese e ravennate un'arteria di vita e di commercio. Il comune d'Argenta non ebbe forze sufficienti per difendersi dai due potenti avversarî; e però restò unito ora a Ravenna ora a Ferrara, alternativamente, a seconda delle fortune che ebbero nei diversi anni le spedizioni dei signori di Ferrara o degli arcivescovi ravennati. Col sec. XIV, Argenta passò in definitivo possesso degli Estensi: l'imperatore Carlo IV investì, nel 1361, solennemente il marchese Niccolò II, e il papa riconobbe tale investitura. Danneggiata a varie riprese, sulla fine del sec. XV e sui primi del XVI, dai nemici degli Estensi, Argenta passò, dopo la morte di Alfonso II d'Este (1598), sotto il dominio pontificio (sino al 1796). Operatasi l'immissione nel Po di Primaro, del Reno e di altri corsi fluviali, che lo interrarono impedendone la navigazione, Argenta perdette la migliore fonte della sua prosperità. Dopo il dominio francese (1796-1814), insorse nel febbraio del 1831 e nel 1848-49. Il 14 luglio 1859 inalberò la bandiera nazionale sul palazzo del comune e proclamò la dittatura di Vittorio Emanuele II. Nel marzo del 1860 veniva annessa al regno d'Italia.
Bibl.: G. Amadesi, De comitatu argentano, Roma 1763; F. L. Bertoldi, Memorie istoriche di Argenta, Ferrara 1787; D. Bandi, Una passeggiata ad Argenta, Argenta 1880; A. Beltramelli, Da Comacchio ad Argenta, Bergamo 1905; A. Sorbelli e P. Antolini, La Biblioteca Comunale di Argenta, Firenze 1916.