Letterato (Palermo 1535 o prima - ivi 1593). Notaio, ebbe numerose cariche pubbliche che gli attirarono invidie e inimicizie, da cui fu travagliato a più riprese fino alla tragica morte. Oltre a rime e a scritti morali, tra cui gli Avvertimenti cristiani (post., 1896), documento significativo del modo di pensare dell'epoca, lasciò scritti linguistici (Annotazioni, post., 1601, al Compendio di M. Troiano tratto dalle Osservazioni della lingua castigliana di G. Miranda; Osservazioni, inedite, al Decameron del Boccaccio; ecc.), con cui contribuì, più di ogni altro suo contemporaneo, alla diffusione della lingua toscana in Sicilia.