ARISTONOO ('Αριστόνους, Aristonous)
Nome di ceramista greco che appare su di un cratere trovato a Cerveteri, ora nel Museo del Palazzo dei Conservatori a Roma. Veramente, accanto alla lettura preferita, da alcuni, di Aristonoo ('Αριστόνοος, 'Αριστόνους derivato da Αριστονοϕος) è la lettura 'Αρισόνοϑος, dopo il nome del ceramista è la forma ἐποίησεν ("fece"). Dopo il vasetto protocorinzio di Pyrrhos è questo il vaso ellenico più antico provvisto di firma; esso risale alla seconda metà del sec. VII. È un cratere a figure e a ornati neri sul fondo giallastro dell'argilla, ma vi è l'uso della punteggiatura in bianco. Al disopra d'una raggiera e di un ornato a scacchi che girano intorno alla parte inferiore del vaso, vi sono due scene: da un lato una battaglia tra due navigli; dall'altro l'accecamento di Polifemo per parte d'Ulisse e dei suoi compagni (Od., IX). Vi sono nelle scene degli ornati riempitivi, retaggio dell'arte geometrica, mentre le figure sono espresse col metodo, pure del tardo geometrico, del corpo ricoperto di nero e del capo a semplice contorno.
Opinione prevalente è che il cratere di A. sia di fabbrica argiva della fase orientalizzante, ma non è mancato chi ha visto in questo vaso il prodotto d'un ceramista ellenico immigrato in Italia, forse a Cuma, con le tradizioni della ceramica attica e con gl'influssi di modelli metallici e tessili dell'oriente ellenico.
Bibl.: P. Ducati, in Mél. d'arch. et d'hist., 1911, p. 33 segg. e in Storia della ceramica greca, Firenze 1923, p. 138 segg.; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung d. Griechen, I, Monaco 1923, p. 109 segg.