Armenia
Regione fisica e storica dell’Asia sudoccidentale. In A. si costituì nel 1° millennio il regno urrita di Urartu; sottoposta al dominio achemenide (secc. 6°-4°) e conquistata da Alessandro Magno (331), la regione poi fu retta da dinastie locali e divisa in due satrapie che i romani chiamarono A. minor e A. maior. Unificata da Tigrane (sec. 1° a.C.) e coinvolta nella seconda guerra mitridatica, dovette riconoscere la supremazia di Roma (66 d.C.) fino a quando fu spartita tra Bisanzio e la Persia (387). L’A. maggiore tornò sotto la sovranità dell’impero con Giustiniano e dopo l’occupazione araba (sec. 7° d.C.) divenne una provincia di confine dell’impero musulmano. Un inizio d’indipendenza si ebbe sotto la dinastia bagratide, che durò due secoli; poi la pressione esterna di selgiuchidi e bizantini provocò il crollo dello Stato nazionale armeno, annesso nel 1045 da Bisanzio. Nel 1064 tutta la Grande A. cadde in mano ai turchi. Uno Stato armeno indipendente si riformò poco dopo in Cilicia, cioè nella Piccola A., e durò tre secoli, fungendo da baluardo dell’impero bizantino contro musulmani e crociati. Il suo apogeo fu raggiunto con Leone II (1199-1219), che organizzò il regno sottoposto a vassallaggio verso la Santa Sede e l’impero germanico. Nel 14° sec. la Piccola A. cominciò a decadere, lacerata da lotte religiose intestine. Il passaggio alla dinastia dei Lusignano di Cipro (1342) suscitò nuovi conflitti che portarono all’insediamento in Cilicia dei mamelucchi siro-egiziani (1382). Da quel momento fino al 20° sec., sparisce ogni traccia di uno Stato armeno indipendente. L’A. propria, dopo la conquista selgiuchide nell’11° sec., subì il dominio dei mongoli di Genghiz Khan (1206) e di Tamerlano (1387), finché nel 1473 vi giunsero i turchi osmanli con Maometto II. I secc. 17° e 18° trascorsero in continue guerre fra sultani di Costantinopoli e scià di Persia e l’A. restò divisa tra quei due Stati musulmani. L’A. persiana, dalla metà del 18° sec., cominciò a passare nelle mani dei russi, seguendo le sorti dell’impero russo fino alla Rivoluzione ed entrando poi a far parte dell’URSS. La parte d’A. rimasta all’impero ottomano, deluse le speranze di raggiungere indipendenza e libertà civili, passò all’azione rivoluzionaria, con la creazione (1887-90) di comitati rivoluzionari sul modello di quelli nichilisti russi; il sultano ‛Abd ul-Hamid rispose con una feroce repressione. Nell’ag.-sett. 1894 si ebbe il primo massacro di armeni, cui seguì la strage del 1895-96. Nel 20° sec. la situazione si aggravò, quando i Giovani turchi cominciarono a propugnare l’ideale della supremazia della razza turca nei territori dell’impero ottomano. Si ebbe così il massacro di Adana (1909) e, durante la Prima guerra mondiale, fu attuato lo sterminio in massa del popolo armeno. Al termine della guerra, le potenze alleate imposero alla Turchia la concessione dell’indipendenza agli armeni (Trattato di Sèvres, 1920), ma l’accordo fu vanificato dall’arrivo al potere del leader nazionalista Atatürk, che diede inizio all’assimilazione politico-culturale delle minoranze etniche. A tutt’oggi gli armeni chiedono la restituzione delle terre turche e che si riconosca che sono stati vittime di un genocidio; ma, nonostante alcune aperture di esponenti politici, in Turchia nominare in pubblico il genocidio è ancora un reato punibile con il carcere.
La parte dell’A. sotto il dominio persiano e passata in seguito alla Russia nel 1917 costituì con la Georgia e l’Azerbaigian la Repubblica federale di Transcaucasia, che si sciolse nel 1918 per dar luogo a tre Repubbliche indipendenti. Proclamata Repubblica sovietica nel 1920, nel 1922 fu unita alla Georgia e all’Azerbaigian formando la Repubblica federativa socialista sovietica della Transcaucasia, divisa nel 1930 nelle tre Repubbliche di A., Azerbaigian e Georgia, riconosciute membri costituenti dell’URSS. Nel 1991 l’A. dichiarò l’indipendenza e fu eletto presidente L. Ter Petrosian. La mobilitazione nazionalista da lui promossa sfociò nel sostegno militare alle milizie del Nagornyy Karabah, enclave armena in territorio azero, e nella guerra contro l’Azerbaigian, fino alla conquista dell’enclave e di parte del territorio azero (1992-93). Lo sforzo militare aggravò la situazione economica del Paese, già messa a dura prova dalla dissoluzione dell’URSS e dall’afflusso di rifugiati di etnia armena provenienti dall’Azerbaigian. Nel 1995 il divieto alle forze di opposizione di partecipare alle elezioni politiche permise al Movimento nazionale panarmeno di mantenersi alla guida del governo. Ma nel 1998 Ter Petrosian fu costretto a dimettersi e fu eletto R. Kocharian, gradito ai nazionalisti più intransigenti. Nel 1999 vinse le elezioni il Blocco unitario e il leader repubblicano V. Sargisian fu nominato primo ministro, ma pochi mesi dopo venne ucciso in un attentato. Nel 2001 l’A. divenne membro a pieno titolo del Consiglio d’Europa. Nel 2003 Kocharian fu riconfermato e nel 2008 è stato eletto suo successore il premier S. Sargsyan, delfino del presidente uscente.