ARMI (IV, p. 459)
L'ultimo conflitto ha portato innovazioni notevoli, talvolta radicali, nelle caratteristiche delle varie armi, e ne ha introdotte delle nuove che sono venute sovrapponendosi o sostituendosi nell'impiego a quelle usate nella prima Guerra mondiale o sorte nell'intervallo tra le due guerre. In particolare: nel campo delle armi portatili è notevolmente mutato il rapporto numerico tra quelle a ripetizione ordinaria e quelle a ripetizione automatica o semiautomatica, in favore di queste ultime; l'aumentato livello intellettuale ed addestrativo del soldato ha consentito in molti eserciti la distribuzione generale del fucile semi-automatico; nella lotta ravvicinata, la pistola mitra ha sostituito l'arma bianca. La mitragliatrice leggera e quella pesante sono rimaste armi di reparto e solo la prima ha avuto una maggior diffusione che nell'altra guerra.
Tra le armi automatiche, nuova come concetto e come impiego è la mitragliera, arma essenzialmente antiaerea, la quale unisce una buona celerità di tiro ad un notevole effetto distruttivo; dal nostro esercito, essa è stata considerata come cannone automatico.
Alle bombe a mano (offensive senza effetto di schegge, difensive a frattura prestabilita ed intermedie), si sono aggiunte bombe anticarro magnetiche e da fucile (entrambe a carica cava) nonché altre con lancio a mano e carica normale o fumogena, o lacrimogena o incendiaria (v. bomba, in questa App.).
Il vecchio mortaio Stokes è rimasto presente in quasi tutti gli eserciti sotto numerose varianti, conservando però le sue caratteristiche salienti; i reparti di fanteria, sono inoltre andati dotandosi di leggeri mortai d'assalto (v. mortaio, in questa App.). Nelle artiglierie si sono avuti i maggiori progressi dovuti sia a perfezionamenti delle caratteristiche meccaniche e balistiche dei pezzi e del relativo munizionamento intesi nella loro accezione ormai tradizionale, sia all'introduzione di due principî affatto nuovi e di assai diversa importanza: la soppressione del rinculo e la propulsione a reazione, la quale ha dato luogo a grande varietà di armi, alcune delle quali possono ritenersi propriamente artiglierie, mentre altre devono considerarsi a sé stanti. Conservando la sua antica fisionomia, in generale la bocca di fuoco ha guadagnato in manovrabilità ed efficacia; i pezzi antiaerei sono venuti aumentando calibro, celerità di tiro e velocità iniziali, mentre nel loro munizionamento sono state introdotte le radiospolette (v. antiaerea difesa; artiglieria e munizioni, in questa App.).
È sorto in questa guerra il pezzo anticarro, sotto varietà via via più potenti e perfette; leggeri cannoni sono passati a dotare i reparti di fanteria, ed è in questo campo che si è dimostrata molto utile la soppressione del rinculo.
Tra le armi a reazione (v. reazione, armi a, in questa App.), come artiglierie possono riguardarsi il Nebelwerfer, la Katuscia ecc.; più propriamente esse, per la loro limitata gittata, per il forte angolo di caduta, la notevole dispersione del tiro e gli effetti - che sono prevalentemente di concussione - costituiscono delle bombarde multiple celermente spostabili; come artiglierie con postazioni permanenti ed a vastissimo raggio devono essere considerati i teleproietti, siano essi muniti o meno di ali, con sistemi di governo graduabili o radiocomandati, quali i V1, V2. Alle artiglierie antiaeree appartengono nuovi tipi di bombe antiaeree a reazione.
In campi estranei all'artiglieria, la propulsione a reazione ha dato luogo a numerose armi portatili anticarro (Panzerfaust, Panzerschreck, Bazooka), (v. anticarro, in questa App.), ad alcune varietà di bombe plananti e volanti, ed ha consentito agli aerei il lancio (anziché lo sgancio) di pesanti proietti. Sul mare, l'arma a reazione è stata essenzialmente impiegata in funzione antisommergibile e da bordo di mezzi da sbarco per la preparazione del terreno, ma sono in corso ricerche per utilizzarla, grazie alla possibilità della radio-guida, come potente mezzo contro unità navali.