ARNOBIO il Giovane
Della vita di questo scrittore, la cui personalità è stata scoperta dalla critica moderna, ben poco si sa con certezza: da varî passi delle sue opere si deduce solo che, originario forse dell'Africa, visse da monaco in Roma, e che scrisse sotto Sisto III (432-439) e S. Leone Magno (440-461).
Il Commento ai Salmi era attribuito ad A. tradizionalmente, benché qualche critico, a proposito di questa come d'altre opere di A., manifestasse dei dubbî, che si possono ritenere completamente eliminati ora, dopo gli studî del dotto benedettino G. Morin. Questi stampava integralmente, per la prima volta nel 1903, le Expositiunculae in Evangelium (1ª ed. di G. Cognatus [Cousin], Basilea 1543); poi in una serie di articoli, fra il 1909 e il 1911, pubblicava un'operetta morale inedita (Liber ad Gregoriam in palatio constitutam), e dimostrava che allo stesso A. giuniore (l'epiteto serve a distinguerlo dall'apologista Arnobio di Sicca, v.) sono da attribuire senza esitazione anche altri scritti, quali il Compictus Arnobii catholici cum Serapione Aegyptio, dialogo in due libri contro l'eresia monofisita, e il Praedestinatus in tre libri. È questo un curioso elenco di eresie, che nel primo libro ne comprende novanta, terminando con quelle di Pelagio, di Nestorio, e dei predestinaziani, quam... diximus de nomine Augustini episcopi esse mentitam... Illi electionem bonorum et recusationem malorum Deo decernente definiunt, non homine vel studente vel negligente. Il secondo libro contiene un sermone di uno di questi predestinaziani, che parla all'incirca come S. Agostino negli ultimi anni della polemica antipelagiana (antecedit enim gratia Dei voluntatem hominis.... Per praevaricationem itaque primi hominis periit ab hominibus libertas arbitrii. Sed vos haeresem Pelagianam iterum renovatis, cum dicitis per libertatem arbitrii homines finen ponere posse peccatis). È una composizione dell'autore, destinata a screditare le teorie di S. Agostino, e, nel terzo libro, segue infatti la confutazione. Ma, scrivendo dopo la condanna di Pelagio, A. cerca di risparmiare Agostino, contro il quale si astiene dal polemizzare direttamente. Le sue intenzioni non sono perciò meno evidenti; e se, scorgendo l'atteggiamento sempre più risoluto preso dalla chiesa di Roma in tale questione, Arnobio modificò alquanto le sue idee, o piuttosto attenuò le espressioni (sicché qua e là l'incoerenza si rivela), egli rimane pur sempre, se non un vero e proprio pelagiano dissimulato, per lo meno un semi-pelagiano.
Il Morin ha raccolto anche le interessanti testimonianze di A. sugli usi liturgici romani del suo tempo, e aveva manifestato il sospetto che a lui, il quale manifesta viva simpatia per l'ideale ascetico, vadano ascritte le Passioni di alcuni martiri romani, come S. Agnese, S. Sebastiano, S. Anastasia. Uno studio recente di M. Monachesi reca nuovi argomenti a sostegno dell'ipotesi.
Bibl.: G. Morin, Études, textes, découvertes, Maredsous e Parigi 1913, pp. 309-439 (con il Liber ad Gregoriam; le altre opere in patrol. Lat., LIII); H. Kayser, Die Schriften des sog. A. junior, Gütersloh 1912; M. Schanz, C. Hosius e K. Krüger, Geschichte der römischen Litteratur, IV, ii, Monaco 1920, p. 533 segg.; O. Bardenhewer, Geschichte des altkirchlichen Literatur, IV, Friburgo in B. 1924, p. 309 segg.; M. Monachesi, A. il g. ed una sua possibile attività agiografica, in Bollettino del circolo universitario di studi storico-religiosi (Roma), I (1921), p. 96 segg., e II (1922), pp. 18 segg. e 66 segg.