africana, arte
L'anima e il mistero come fonti d'ispirazione
Statuine di legno, maschere colorate, ornamenti, stoffe dipinte, pitture del corpo, edifici: l'arte africana esprime le usanze delle tribù e racconta come esse convivano con le severe leggi della natura e come diano un'anima a tutte le cose
Nell'ambito dell'arte africana rientrano tutte quelle creazioni realizzate dalla preistoria a oggi nella parte del continente che si trova a sud del Sahara, dato che le regioni che affacciano sul Mediterraneo sono state influenzate dalla cultura araba e dall'Islam. È dalle regioni a sud del deserto che provengono le opere più rappresentative, quelle che esprimono la visione del mondo dei popoli che abitano queste terre. Le opere africane più antiche e preziose provengono dalla zona affacciata sul Golfo di Guinea (attuale Nigeria e Stati confinanti). Lì nel corso dei millenni si sono succedute importanti civiltà, quali le Nok, Ife e Benin.
Lo stretto contatto con una natura forte e pericolosa, l'idea che tutto abbia un'anima (animismo), il culto degli antenati, la presenza di spiriti nella vita quotidiana, l'organizzazione della tribù, la magia: tutto questo si riflette in opere assai diverse da quelle della tradizione europea, ma altrettanto affascinanti. Prendiamo le maschere, usate nelle cerimonie e nelle danze rituali: sono fatte di legno, decorate con cuoio, pelle, piume, foglie, ossa; come una divisa, sono indossate con il copricapo e il vestito per indicare i ruoli dei capi della comunità, degli stregoni, dei guerrieri. A volte sono spaventose, per allontanare gli spiriti maligni.
Le sculture in legno, un'altra forma tipica di arte africana, non rappresentano fedelmente la figura umana, non seguono le regole delle proporzioni e della verosimiglianza. L'idea di bellezza di un artista africano si esprime in altre qualità: la posizione ben diritta e lo slancio del busto indicano giovinezza e salute, mentre gli organi sessuali in evidenza in una statuina maschile sottolineano la virilità. Ciò che ai nostri occhi può sembrare ingenuo è invece un modo diverso di rappresentare la realtà e di concepire un'opera d'arte.
Anche l'architettura è basata su altri criteri: le case della popolazione Dogon del Mali, nell'Africa occidentale, sono costruite e decorate seguendo uno schema di numeri e di simboli, che riguardano sia l'organizzazione sociale del villaggio sia il rapporto con gli antenati mitici e con i defunti.
A partire dal 15° secolo, con i viaggi di esplorazione, i navigatori europei sbarcano nell'Africa a sud del Sahara. Da quel momento la presenza degli europei nel continente si intensifica fino alle campagne coloniali del 19° secolo. Questo stretto contatto fa nascere in Europa i primi musei specializzati in civiltà 'primitive': tra i più conosciuti il Museo Pigorini di Roma e il Musée de l'homme di Parigi.
Al momento attuale arte e artigianato africani sono minacciati dal mercato clandestino di materie prime ‒ specialmente l'ebano e l'avorio delle zanne di elefante ‒, fenomeno che rappresenta uno dei tanti problemi dell'Africa. Tra gli artisti contemporanei che portano per il mondo le tradizioni e i colori della loro terra vanno nominati Yinka Shonibare, di origini nigeriane, e Bertina Lopes, del Mozambico.
I manufatti provenienti dall'Africa sono stati spesso etichettati come: 'arte etnica' (documento di una civiltà), 'arte primitiva' (arte semplice e ingenua), 'arte negra' (provenienti dalla zona abitata da popolazioni di pelle nera).
I grandi artisti europei furono tra i primi a comprendere il potente linguaggio espressivo, il valore e la profonda bellezza dell'arte africana e a recepire l'idea che un'opera è qualcosa di vivo, dotato di spirito, legato alle forze primitive dell'esistenza. Il grande pittore spagnolo Pablo Picasso, per esempio, ha rinnovato la pittura moderna anche ispirandosi alle maschere africane, come si vede nel suo celebre e sconcertante quadro Les demoiselles d'Avignon, del 1907.