Generale e uomo politico inglese (Dangan Castle, Dublino, 1769 - Walmer Castle, Kent, 1852), figlio di lord Garrett Wellesley conte di Mornington (1735-1781). A capo delle truppe inglesi in Portogallo contro i Francesi, li vinse definitivamente in Spagna (1812). Nominato duca e feldmaresciallo, fu plenipotenziario al Congresso di Vienna (1815). A capo dell'ultima coalizione antinapoleonica, sconfisse Napoleone a Waterloo (1815) e fu nominato (1827) comandante in capo dell'esercito britannico (confermato a vita nel 1842). Protagonista della vita politica inglese come primo ministro (1828-30) e ministro degli Esteri (1834-35), impresse al governo un orientamento conservatore, opponendosi (1929-30) alla riforma elettorale.
Luogotenente colonnello, combatté in Olanda (1794-95); colonnello (1796), servì nella Colonia del Capo, poi nelle Indie (1797), dove contribuì alla vittoria su Tippū Ṣāḥib nel Mysore (1799) e, maggior generale, sconfisse definitivamente i Maratti (1805). Tornato in Gran Bretagna, fu eletto (1806) deputato ai Comuni e fu per pochi mesi (1807) ministro per l'Irlanda. Inviato in Danimarca a comandarvi la riserva del gen. W. Cathcart (1807), sconfisse i Danesi e partecipò ai negoziati per la resa. Luogotenente generale, nel 1808 fu posto a capo del corpo di spedizione inglese in Portogallo e vinse i Francesi a Vimeira; sostituito dopo la convenzione di Sintra (30 ag. 1808), alla ripresa delle ostilità riebbe il comando, che mantenne fino alla conclusione della guerra peninsulare. Vittorioso a Oporto (maggio 1809) e a Talavera de la Reina (luglio 1809), per cui ricevette i titoli di barone Douro di Wellesley e visconte W. di Talavera, fallì l'avanzata su Madrid e dovette ripiegare su Lisbona. Costretti i Francesi ad abbandonare il Portogallo (1811), nel genn. 1812 riuscì a impadronirsi delle fortezze di Ciudad Rodrigo e Badajoz, occupò quindi Salamanca ed entrò il 12 ag. a Madrid; nel maggio 1813 lanciò l'offensiva finale: sconfitti i Francesi a Vitoria (giugno), prese San Sebastián e Pamplona e, passati i Pirenei, batté Soult a Tolosa. Nominato duca e feldmaresciallo, fu ambasciatore alla corte di Luigi XVIII (1814) e ministro plenipotenziario al Congresso di Vienna. Col ritorno di Napoleone dall'isola d'Elba, ebbe il comando delle forze alleate d'Inghilterra, del Hannover, dell'Olanda, del Brunswick e dell'Assia Nassau. A Waterloo sconfisse Napoleone con l'aiuto decisivo di G. L. Blücher, col quale dopo la vittoria marciò su Parigi ed ebbe il comando del corpo di occupazione degli Alleati. Nel 1827 fu nominato comandante in capo dell'esercito britannico, carica confermatagli solennemente a vita (1842). Nella seconda parte della sua lunga carriera, W. partecipò attivamente alla vita politica; intervenne al congresso di Aquisgrana (1818) con H. R. Castlereagh e poi a quello di Verona (1822), dove si batté vigorosamente contro l'ipotesi di intervento della Santa Alleanza nell'America centro-meridionale. Incaricato di costituire il governo dopo la morte di G. Canning (1828), ebbe un orientamento nettamente conservatore; tuttavia a questo ministero si dovette, per merito soprattutto di R. Peel, l'Emancipation act (1828), che poneva sullo stesso piano cattolici e protestanti in Irlanda. Si oppose invece (1829-30) a qualunque riforma della legge elettorale, onde dovette dimettersi (1830). Tornò al governo con R. Peel due volte (1834-35, come ministro degli Esteri; 1846, come ministro senza portafoglio).