Ascanio
Secondo la tradizione adottata da Virgilio, A. è il primogenito di Enea, nato a Troia da Creusa, figlia di Priamo; tratto in salvo dal padre assieme al nonno Anchise durante l'incendio della città, segue Enea nelle sue peregrinazioni fino in Italia.
Secondo altri A. sarebbe stato figlio di Enea e di Lavinia e avrebbe avuto a sua volta un figlio di nome Iulo. Per Virgilio A. e Iulo sono la stessa persona: il secondo nome è usato come variante del primo. Nell'Eneide A. viene presentato solo nella fase della prima giovinezza, come un fanciullo bello e abile nella caccia, che non prende ancora parte ai combattimenti, ma è già il latore della futura gloria di Roma, il capostipite della gente Giulia. Il seguito della storia di A. si legge in Livio I III: alla morte di Enea, A. regna a Lavinio, città fondata dal padre; ma a circa trent'anni dalla fondazione di Lavinio fonda egli stesso una nuova città, Alba Longa, e vi trasferisce la sede del regno, di cui lascerà erede Silvio, suo figlio o suo fratellastro.
D. segue soltanto la tradizione virgiliana. In Cv IV XXVI 11 è ricordata la partecipazione di A. ai giuochi funebri in onore di Anchise (Aen. v 72 ss.), che nell'interpretazione dantesca sarebbe stato un mezzo usato da Enea per educare il figlio ad amare li suoi maggiori (§ 10). In Mn II III 14 D. riporta testualmente due versi virgiliani (Aen. III 339-340) dai quali risulta che Creusa fu la prima moglie di Enea e madre di A.; in Ep VII 17 è riportato il passo di Aen. IV 272-276, in cui Mercurio-Anubi (v. ANUBI) ammonisce Enea esortandolo a non dimenticare il destino glorioso riservato al figlio; di conseguenza Giovanni di Lussemburgo, primogenito di Arrigo VII, è chiamato (Ep VII 18) alter Ascanius. In Pd vici 9 si accenna al particolare ricordato in Aen. I 675 ss. e 709 ss.: sotto le spoglie di A., Cupido, per un inganno di Venere, siede in grembo a Didone e la fa innamorare di Enea.