Asma
Il termine asma, che deriva dal greco ἄσθμα, "respiro affannoso, ansimo, rantolo", in passato veniva usato per indicare qualsiasi forma di dispnea; attualmente designa invece alcune sindromi cliniche ben definite, fra le quali, per la sua incidenza, ha particolare rilievo l'asma bronchiale. Accanto a questo va ricordato l'asma cardiaco, accesso parossistico di respiro affannoso, che si può verificare in malati di cuore, per lo più con insufficienza del ventricolo sinistro.
Nel 1992 lo statunitense National institute of health ha proposto di definire l'asma bronchiale come una malattia caratterizzata da ostruzione delle vie aeree, reversibile completamente o solo in parte, sia spontaneamente sia per effetto della terapia, e da infiammazione delle vie aeree, che presentano un'esaltata reattività a diversi stimoli. Si distinguono varie forme di asma bronchiale, soprattutto in relazione all'eziologia: una forma detta estrinseca è dovuta all'esposizione a fattori ('allergeni') ambientali esterni ed è determinata da un meccanismo patogenetico mediato dagli anticorpi IgE (v. allergia; immunità), mentre le forme di asma intrinseco non sono di origine allergica. L'asma professionale è dovuto all'esposizione continuativa a proteine specifiche e a sostanze di basso peso molecolare presenti nell'ambiente di lavoro.L'asma è dunque una malattia a eziopatogenesi multifattoriale, in cui entrano in gioco fattori genetici e acquisiti.
I fattori genetici sono di particolare rilevanza poiché la malattia si presenta con caratteri di familiarità: quando entrambi i genitori sono allergici, si osserva nel 60-80% dei figli, mentre quando è allergico un solo genitore è presente nel 20-40% dei figli. Anche i fattori ambientali svolgono un ruolo importante nello sviluppo dell'asma bronchiale, influenzandone sia la comparsa, sia la gravità. Particolarmente studiati sono stati i fattori allergici, infettivi, irritativi, professionali, farmacologici e l'esercizio fisico. La responsabilità dei fattori allergici è stata documentata con una frequenza variabile tra il 25% e il 55%, in rapporto ai differenti campioni di popolazione esaminati e all'età dei soggetti considerati nei vari studi. I fattori allergici sono soprattutto importanti nella genesi dell'asma, che si manifesta nei primi decenni di vita. I principali allergeni responsabili di allergopatie respiratorie sono riportati nella tabella. Gli allergeni da inalazione, che agiscono più frequentemente come fattori scatenanti, vengono distinti in stagionali e perenni: i primi sono rappresentati dai pollini di alcune erbe e degli alberi, i secondi dagli acari delle polveri e dai derivati dermici di animali domestici.
Grazie alle biopsie bronchiali effettuate mediante fibrobroncoscopia e ai rilievi effettuati sul liquido di lavaggio broncoalveolare, è stato possibile precisare l'esistenza di alterazioni istologiche peculiari dell'asma bronchiale. Tali alterazioni sono presenti anche nelle forme lievi o addirittura nei soggetti con rinite allergica oppure con asma bronchiale in fase preclinica.Nel suo complesso, l'ostruzione bronchiale è dovuta a edema della mucosa, dilatazione ed espansione del microcircolo, infiltrato cellulare, ipersecrezione di muco, ispessimento della membrana basale, desquamazione dell'epitelio, spasmo e iperplasia della muscolatura liscia. Tutte queste componenti sono variamente associate tra loro, a seconda delle differenti forme di asma e delle varie fasi di malattia. Nell'infiltrato flogistico sono presenti prevalentemente eosinofili (specie sotto forma di elementi attivati e ipodensi), mastociti, macrofagi, linfociti T e fibroblasti (Durham et al. 1992; Holgate-Wilson-Howarth 1992; Ricci 1992).
Da un punto di vista fisiopatologico, molteplici meccanismi intervengono nel determinare l'asma bronchiale. Fra questi, è soprattutto importante la cosiddetta iperreattività bronchiale aspecifica, che può essere definita come un'esagerata risposta di tipo broncocostrittivo a molti agenti fisici, chimici e farmacologici. Le crisi asmatiche sono caratterizzate da episodi di dispnea parossistica, con sibili espiratori e prolungata fase espiratoria. Durante le crisi gravi, il paziente non tollera il decubito supino, è continuamente alla ricerca della posizione più adatta che gli consenta di espirare la maggior quantità possibile di aria. Tuttavia, le manifestazioni cliniche dell'asma bronchiale sono estremamente variabili: dalle crisi gravi sopra descritte si passa a forme di lieve entità, che si manifestano con tosse insistente e secca, senso di vellichìo alla gola e modesta difficoltà respiratoria.
Per quanto riguarda la terapia, sulla base dei risultati di studi clinici controllati è stato possibile precisare che i farmaci dotati di reale efficacia sono: 1) i simpaticomimetici, e in particolare i beta₂-stimolanti; 2) i corticosteroidi, per uso generale e topico; 3) i teofillinici; 4) il disodio cromoglicato e altri preparati ad azione analoga, come per es. il ketotifene; 5) gli anticolinergici, e in particolare il bromuro di ipratropio. Per il momento solo gli steroidi, e in parte i cromoni, sono in grado di agire sulle alterazioni peculiari della flogosi bronchiale.
Da un punto di vista terapeutico-preventivo, l'immunoterapia specifica trova indicazione qualora la sintomatologia asmatica costituisca realmente, per intensità e durata, un serio problema clinico, quando sia impossibile evitare l'esposizione agli allergeni responsabili e nei casi nei quali la sintomatologia non appare rispondere alla comune terapia farmacologica.
s.r. durham et al., Cytokine messenger RNA expression for IL-3, IL-4, IL-5 and granulocyte/macrophage-colony-stimulating factor in the nasal mucosa after local allergen provocation: relationship to tissue eosinophilia, "Journal of Immunology", 1992, 148, pp. 2390-94.
s.t. holgate, j.r. wilson, p.h. howarth, New insights into airway inflammation by endobronchial biopsy, "American Review of Respiratory Diseases", 1992, 145, S2-S6.
Rapporto internazionale sulla diagnosi e sul trattamento dell'asma. National institute of health, Bethesda, "Giornale Italiano di Allergologia e Immunologia Clinica", 1992, 2, pp. 207-09.
m. ricci, T cells, cytokines, IgE and allergic inflammation, "International Archives of Allergy and Applied Immunology", 1992, 99, pp. 165-71.
m. ricci, a. matucci, o. rossi, Orientamenti attuali su vari aspetti della broncopneumopatia cronica ostruttiva e sulla patogenesi dell'asma bronchiale, "Annali Italiani di Medicina Interna", 1993, 8, pp. 95-103.