Atene
Un'eredità difficile
Una capitale quasi del tutto nuova, cresciuta enormemente in pochi decenni in maniera caotica, con il nome e nel luogo di una delle città più famose della storia: un'eredità difficile da gestire, un contrasto fin troppo evidente. Un greco su quattro abita ad Atene, città amministrativa, commerciale, industriale e anche turistica, che le Olimpiadi del 2004 hanno ridisegnato in forme più moderne e razionali.
Atene occupa un'ampia piana costiera che degrada verso l'Egeo, contornata dai rilievi montuosi del Parneto, del Pentelico (famoso per i suoi marmi) e dell'Imetto. Sul mare si aprono le insenature del Pireo e del Falero; in mezzo alla piana sorgono le alture dell'acropoli e del Licabetto. Nella Grande Atene, estesa dalle montagne al mare, popolata da quasi 3.800.000 abitanti (più di un quarto della popolazione di tutta la Grecia), la collina dell'acropoli è una specie di isola, emozionante e solenne, anche oggi che non è più possibile muoversi liberamente tra i resti del Partenone (gravemente lesionato da uno dei tanti terremoti che hanno colpito la città) e visitare l'acropoli nelle notti di plenilunio. Tutt'intorno, la più grande città di tutta la Penisola Balcanica è cresciuta in maniera caotica.
Nel 1834 Atene fu proclamata capitale del Regno di Grecia, che da poco si era reso indipendente dall'impero ottomano. Dai Turchi, Atene era stata conquistata nel 1456: il Partenone era così diventato una moschea e gli abitanti, alla fine del Settecento, si erano ridotti a 12.000. Nel 1827, durante la guerra di indipendenza, la città fu del tutto distrutta. La monarchia che salì al trono di Grecia (1833) era di origine tedesca e voleva fare di Atene una capitale degna del suo passato (Atene antica) e del suo significato nella storia dell'umanità. Una generazione di intellettuali europei si era battuta per la libertà dell'Ellade, in nome dell'antica cultura greca: la nuova capitale doveva tornare a esserne il simbolo.
Architetti perlopiù tedeschi progettarono il più ambizioso piano urbanistico dell'Ottocento: la città si sarebbe sviluppata a forma di V intorno all'acropoli; un asse monumentale avrebbe unito il palazzo reale al Partenone, lunghi viali diritti e maestosi sarebbero usciti a raggiera dalle piazze Omònia ("concordia") e S`yntagma ("costituzione"). Le aree archeologiche sarebbero state valorizzate e inserite armoniosamente nella città moderna. Nel 1860 la superficie della città era già quadruplicata, erano nate le prime industrie, ma si era anche avviata la speculazione fondiaria.
La situazione divenne drammatica dopo il 1922, quando giunsero dall'Asia Minore centinaia di migliaia di greci esuli dopo l'ultima guerra combattuta contro la Turchia. Il verde pubblico sparì e giganteschi quartieri periferici (spesso poco più che bidonville, carenti di servizi pubblici) occuparono qualsiasi spazio, continuando a espandersi per tutto il Novecento. Atene si congiunse al Pireo, accerchiò il Licabetto e inglobò i comuni limitrofi, mentre, altrettanto incontrollate, le industrie si sviluppavano in direzione sud-ovest. Pochissimi gli edifici moderni di qualità ‒ l'ambasciata degli Stati Uniti, il Museo d'arte moderna, alcuni uffici comunali ‒ fino alle grandi opere realizzate per le Olimpiadi del 2004: non solo impianti sportivi, ma un modernissimo aeroporto, la metropolitana e il rinnovamento della rete stradale cittadina e di vari quartieri centrali e periferici.
Atene attira, investendoli perlopiù nell'edilizia, risparmi da tutta la Grecia e il reddito pro capite dei suoi abitanti è molto superiore a quello medio del resto del paese. L'ingente traffico mercantile del Pireo ‒ che è anche il principale porto per i collegamenti con le decine di isole greche dell'Egeo ‒ orienta le attività sul commercio, limitando lo sviluppo industriale. Atene è comunque il più importante centro industriale della Grecia (v. anche Grecia, storia della), oltre che una meta turistica di importanza mondiale, sia per i monumenti dell'acropoli, sia per il Museo archeologico nazionale.