Storico e critico letterario (Ceva 1883 - Firenze 1952); prof. di letteratura italiana dal 1922, successivamente nelle univ. di Catania, Pisa e Firenze (ma dovette lasciare l'insegnamento tra il 1938 e il 1944, e adottare lo pseudon. di Giorgio Flores, a causa delle leggi razziali); accademico della Crusca e socio naz. dei Lincei (1946). Critico ascoltato ma solitario, lontano tanto dal filologismo del metodo storico, in cui pure si era formato, quanto da un preciso indirizzo di estetica sistematica, pur operando in pieno crocianesimo, predilesse il colloquio diretto con i testi, interpretati alla luce di un sottile psicologismo. Pubblicò studî monografici (L'opera di Carlo Porta, 1909; Alessandro Manzoni: la vita e le opere, 2 voll., 1915-19; Verga narratore, 1923; Saggio sull'Orlando Furioso, 1928) e volumi di saggi (Impressioni d'un lettore contemporaneo, 1928; Studi di poesia, 1938; Cinque saggi, 1945; Elzeviri, 1945; Introduzione ai poeti, 1946; ecc.). Acuto commentatore di testi (Liriche di A. Manzoni, 1919; Decameron, 1924; Divina Commedia, 1945-47; Gerusalemme liberata, 1946; I promessi sposi, 1951), scrisse anche una Storia della letteratura italiana dalle origini ai nostri giorni (3 voll., 1934-35). Volumi postumi: Ultimi studi (1954) e la raccolta di lettere scritte tra il 1907 e il 1952, Lettere scelte (1969).