SARFATTI, Attilio
Nato a Venezia il 18 marzo 1863, morto il 24 luglio 1900. Avviato a studî commerciali presto interrotti, si diede nella prima giovinezza a pubblicazioni storiche, non mature e non fortunate (Il doge Lodovico Manin, 1880; La storia di... P. G. Molmenti, in Archivio di statistica, 1880; San Marco, conferenza, 1883; Memorie del dogado di Lodovico Manin, 1886; I codici veneti delle Biblioteche di Parigi, 1888; La basilica d'oro, 1896), donde polemiche con P. Molmenti, B. Cecchetti, F. Stefani. Ventunenne stampò i primi versi. Tranne poche liriche in italiano, si attenne al dialetto, nel quale però traspare troppo l'italiano.
Il S. ha strambotti o "villotte che - come dice F. Nani Mocenigo - ricordano i canti popolari di Iacopo Foscarini, ma abbigliato secondo il costume di una epoca più moderna", canzoncine, monologhi, atti in versi. È gentile e grazioso, ma con un certo lindo tono letterario che s'incontra dappertutto, con un'ombra di sensualità e un tocco di sentimento spesso esteriore, con qualche arguzia e qualche facilità tecnico-ritmica e persino onomatopeica, ma con candide influenze e reminiscenze di Carducci, Stecchetti, Selvatico, Gallina e di altre letture. La sua visione del Settecento negli atti in versi non è priva di certa grazia formale (Rime veneziane, 1884; 2° ediz., 1886; All'Arte, 1893; Dal cuore, 1889; Il minuetto (1700), 1890; Le rime veneziane e il minuetto, 1892; A spasso, 1894; El cicisbeo, in La Lettura, 1907). Altri scritti lasciò inediti, tra i quali uno studio incompiuto su G. Gallina.
Bibl.: F. Nani Mocenigo, Della letteratura veneziana del secolo XIX, Venezia 1891; A. Calza, Un poeta veneziano: A. S., in Nuova Antologia, 1900.