ZUCCAGNI ORLANDINI, Attilio
– Nacque a Fiesole, nella frazione di Borgunto, il 12 luglio 1784 con il nome di Giuseppe Orlandini, da Francesco e da Diomira Zuccagni.
Appartenente a una famiglia abbiente e numerosa, ebbe sei fratelli (Pietro, Cherubina, Flavia, Orlando, Angiolo, Ermellina), alcuni dei quali morti nell’infanzia (Fiesole, Archivio Capitolare, XIX, A, 13 e XIX, H, 49).
Studiò medicina a Pisa e si laureò nel 1807. In seguito all’adozione da parte del facoltoso zio materno Attilio Zuccagni (1754-1807), botanico e georgofilo, assunse il nome di Attilio Zuccagni Orlandini. Grazie all’eredità ricevuta dallo zio, dal 1810 al 1815 poté darsi ai lunghi viaggi e soggiorni in Italia e in Europa occidentale per studiare le condizioni geografiche e le istituzioni scientifiche e umanitarie dei vari Paesi. Rientrato a Firenze, pubblicò l’opuscolo Storia della R. Casa di Carità di Barcellona riaperta ai poveri nel 1814 (Firenze 1815) e lo scritto Saggio storico delle scienze fisiche in Portogallo, pubblicato sul Giornale di scienze ed arti (1816, vol. 16).
Si sposò con Maria Anna Palagi ed ebbe sei figli: Sofia (21 febbraio 1821), Elisa (19 agosto 1823), Aurelio (18 giugno 1825), Adele (20 settembre 1827), Egidio (9 ottobre 1829) e Adolfo (5 febbraio 1833; Firenze, Opera di Santa Maria del Fiore, Archivio storico delle fedi di battesismo, Registri Battesimali, http://archivio.operaduomo.fi.it/battesimi/, 30 ottobre 2020).
Nel 1818, fece parte della commissione nominata dall’Accademia dei Georgofili per un progetto di insegnamento al governo granducale (Firenze, Archivio dell’Accademia dei Georgofili, b. 65, n. 556). In quegli anni, insieme al conte Luigi Bellincini Spagnesi, fondò un istituto educativo aperto alla gioventù italiana ed estera, l’Istituto fiorentino (Casa di convitto stabilita in Firenze per l’educazione della gioventù, Firenze 1821), che non ebbe un grande concorso di giovani e durò solo sette anni. Continuò comunque a occuparsi di problemi educativi anche nel 1826 e nel 1829, come georgofilo (Firenze, Archivio dell’Accademia dei Georgofili, b. 69, n. 765; b. 70, n. 828, con gli scritti Della necessità di riformare la educazione istruttiva della gioventù e Rapporto della deputazione composta da Orazio Carlo Pucci, Luigi Tempi, Luigi de’ Cambray Digny e Attilio Zuccagni Orlandini). Nel 1816, infatti, era stato nominato membro dell’Accademia dei Georgofili e fu assai attivo con memorie e con lettere scambiate con tanti accademici, oltre che come segretario delle corrispondenze e autore dei rapporti annuali per gli anni 1830-32 (ibid., b. 104, nn. 62-64).
L’Archivio dell’Accademia conserva innumerevoli corrispondenze tra Zuccagni Orlandini ed esponenti di spicco della cultura toscana (tra i quali Ferdinando Tartini Salvatici, Lapo de’ Ricci, Cosimo e Luigi Ridolfi, Antonio Salvagnoli Marchetti, Emanuele Repetti, Pietro Thouar, Antonio Targioni Tozzetti, Giovan Battista Lapi), sui problemi dell’agricoltura e sull’organizzazione dell’Accademia, che risalgono agli anni tra il 1829 e il 1856 (bb. 26-29 e 30-31, serie Statuti, Regolamenti e Memorie). Tra i contributi tecnico-agrari si segnalano le memorie Del miglioramento che ottenere si potrebbe nella qualità e manifattura dei vini del Casentino (ibid., b. 70, n. 826, poi stampata sul Giornale agrario toscano, III, 1829, pp. 258-263); Notizie sull’uliveto dell’isola di Pianosa, del 1843 (ibid., b. 77, n. 1191); Parere sulla relazione del sig. Luigi Ceccanti circa il male del capostorno, malattia frequente dei cavalli (ibid., b. 77, n. 365, s.d.).
Tra la fine del secondo e l’inizio del terzo decennio del secolo, egli entrò nella cerchia degli amici del promotore di cultura Giovan Pietro Vieusseux insieme a Gino Capponi, Raffaele Lambruschini, Cosimo Ridolfi. Il contatto con le riviste L’Antologia e il Giornale agrario toscano accrebbe il suo interesse per la geografia. La sua opera – come quella dei coetanei Emanuele Repetti, Giovanni Inghirami e Francesco Costantino Marmocchi – rientrava, almeno in larga parte, nell’ambito del programma di illustrazione geografica della Toscana lanciato da Vieusseux e culminato nella fondazione e nel breve, ma fiorente, operato della Società toscana di geografia, statistica e storia naturale patria (1825-33).
La Società toscana di geografia veniva a porsi come tramite del passaggio dall’osservazione diretta alla statistica, intesa, quest’ultima, come descrizione attenta anche alle variazioni quantitative della realtà naturale e umana di una particolare regione, nell’accezione innovativa di Gian Domenico Romagnosi, Melchiorre Gioia, Carlo Cattaneo e Jakob Gråberg Di Hemsö. Il regolamento della Società prevedeva, infatti, «lo studio della geografia fisico-statistica e della storia naturale patria», e la ripartizione dei soci del sodalizio nelle «due classi» di geografia e statistica (la prima) e di storia naturale (la seconda, cui aderì Zuccagni); studio da farsi sempre «visitando tutto lo stato, e osservando sul luogo i vari prodotti che formano l’oggetto delle sue ricerche» (Rombai, 1989b, p. 174).
In tale contesto si collocava l’Atlante geografico, fisico e storico del Granducato di Toscana (Firenze 1832): venti tavole in grande formato, con la rappresentazione cartografica delle subregioni fisiche (vallate o bacini idrografici) in scala variabile tra 1:100.000 e 1:300.000, corredata di contenuti storici, geografico-fisici e geografico-statistici, demografici, urbanistici ed economici. Le cartografie derivano dalla grande Carta geometrica della Toscana edita nel 1831 da Giovanni Inghirami e furono disegnate e incise proprio nell’Osservatorio Ximeniano di Firenze.
L’opera, accolta con pieno favore dal granduca e da Vieusseux che la considerò un esempio mirabile di «applicazione delle scienze geografiche allo stato economico di un paese» (Rombai, 1989a, p. 21), ebbe grande successo e spinse Zuccagni Orlandini a un ben più vasto disegno: l’estensione del metodo della descrizione geografico-cartografica a tutti gli Stati preunitari italiani, con la pubblicazione della grandiosa Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle sue Isole (Firenze 1835-1845), in dodici volumi per diciannove tomi, con un volume introduttivo sull’intera penisola italiana. L’opera costituì la summa delle centinaia di opere geografiche generali, regionali e locali allora disponibili e presentava, per ogni Stato preunitario, la trattazione fisica, storica, topografica e un inquadramento statistico. Nel 1844-45, la Corografia fu arricchita con cinque volumi di cartografie, vedute e altre illustrazioni di luoghi e monumenti: Atlante geografico degli Stati italiani delineato sopra le migliori e più moderne mappe (due volumi con 144 figure) e Atlante illustrativo ossia raccolta dei principali monumenti italiani antichi, del medio evo e moderni e di alcune vedute pittoriche (tre volumi con 413 figure). Le figure furono incise, sempre a Firenze, in due apposite officine, da quattro valenti artisti lombardi (Vittorio Angeli, Giacinto Maina, Pietro Manzoni e Giuseppe Pozzi).
Soprattutto il primo dei due atlanti rappresenta, ancora oggi, una pietra miliare nella storia della cartografia e dell’iconografia geografica italiana. Fu veramente ‘un’ardua impresa’, dal momento che spesso mancavano ancora (come ad esempio per il Ducato di Lucca e lo Stato Pontificio) prodotti cartografici compiutamente geometrici.
I due prodotti furono presentati ai Georgofili nel 1843 e nel 1844, insieme alla mappa della Repubblica di San Marino. L’opera si rivelò oltremodo costosa e non ottenne il successo commerciale sperato, ma servì da base per tante altre iniziative editoriali successive che vi attinsero, talora senza neppure rispettarne i diritti d’autore.
A partire dagli anni Trenta e Quaranta, Zuccagni Orlandini acquisì ampia fama per le sue ricerche di carattere geografico-economico-statistico, ma si occupò anche di tematiche latamente storiche, come dimostrano le Notizie storiche dell’antico monastero di S. Salvi suburbano di Firenze (Firenze 1835); le Notizie concernenti la storia degli Ebrei in Portogallo estratto [...] dai manoscritti del signor Antonio Ribeiro Dos Santos (in L’Educatore Israelita. Giornale mensile per la storia e lo spirito del giudaismo, I, 1853, pp. 334-337); e la Raccolta di dialetti italiani, con illustrazioni etnologiche (Firenze 1864). Egli si interessò per circa un ventennio, con mediocri risultati pratici – in società con il console prussiano a Livorno Carlo Stichling – anche della colonizzazione dell’isola toscana spopolata di Pianosa, pubblicando nel 1836 una memoria storica e geografica corredata dalla dettagliata Mappa topografica della Pianosa.
Nel 1839 partecipò al Congresso degli scienziati italiani a Pisa, intervenendo sui combustibili e i minerali della Val di Taro e sul punto di distacco tra Alpi e Appennini. Nel 1841, già vedovo, viveva a Firenze nella parrocchia di S. Felicita con i sei figli (Arch. di Stato di Firenze, Stato Civile Toscano. Censimento del 1841, Comunità di Firenze, n. 7). Nel 1845 si recò in Austria (a Vienna venne ricevuto dall’imperatore) e in Prussia, dove incontrò Alexander von Humboldt e fu invitato a pranzo dal re Federico Guglielmo IV a Postdam.
Nel 1848 partecipò alle due commissioni per riformare la pubblica istruzione e rivedere l’organizzazione amministrativa alla scala provinciale del Granducato (Sopra il riordinamento della pubblica istruzione in Toscana, Firenze 1848; Divisione territoriale della Toscana, Firenze 1848). Nello stesso anno fu nominato capo della sezione di statistica del ministero delle Finanze del Granducato, l’anno seguente fu promosso segretario capo e in pratica operò come direttore del servizio fino al 1859, provvedendo alla redazione e pubblicazione di sette volumi fra i cinque delle Ricerche statistiche sul Granducato di Toscana (Firenze 1848-1854) e i due degli Annali statistici del Granducato di Toscana (1855-1856). Nel 1853 pubblicò i dati demografici alla scala parrocchiale per l’intero Granducato: la Popolazione per parrocchie del 1852, Firenze 1853. Nello stesso ambito, dette alle stampe l’Indicatore topografico della Toscana granducale, ossia compendio alfabetico delle principali notizie di tutti i luoghi del Granducato (Firenze 1856), una sorta di agile prontuario di notizie rilevanti per tutti i comuni e le località di maggiore interesse dello Stato. In quell’anno fu nominato presidente dell’Ateneo Italiano e tenne il discorso inaugurale (Atti dell’Ateneo Italiano, Firenze 1856-57, p. 9). Partecipò ai congressi statistici internazionali di Vienna (1857), di Londra (1858) e di Firenze (1867). Nel 1859-60, con l’avvento del governo provvisorio di Bettino Ricasoli, Zuccagni Orlandini fu incaricato di insegnare statistica nell’appena costituito Istituto di studi superiori di Firenze, rimanendovi come docente fino alla morte.
In quegli anni pubblicò opere di rilievo come il Dizionario topografico dei comuni italiani (Firenze 1861) e gli Elementi di Statistica (Firenze 1869), insieme con l’opuscolo Statistica delle province e prefetture del Regno d’Italia (Firenze 1865), quale modello di altra opera impegnativa che però non ottenne il necessario sostegno da parte del ministero delle Finanze; l’opuscolo Reminescenze topografiche sopra i confini naturali d’Italia (Firenze 1868), edito nell’occasione delle nozze del principe Umberto, e il volume Roma e l’Agro Romano: illustrazioni storico-economiche (Firenze 1870); questo testo contiene pure un’appendice che tratta dell’Agro Romano, «della malaria che vi imperversava e dei sistemi giudicati più adatti per combatterla, terminando con l’esposizione di progetti di colonizzazione» (Maccioni Anguillesi, 1948, p. 106).
Morì a Firenze il 25 novembre 1872.
Della sua opera si sarebbe avvalso particolarmente lo statistico Ugo Giusti, dal 1892 operante nel servizio di statistica amministrativa del Comune di Firenze e considerato fra i principali fondatori della statistica scientifica contemporanea.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Stato Civile Toscano. Censimento del 1841, Comunità di Firenze, Parrocchia di S. Felicita; per i documenti conservati nell’Archivio dell’Accademia dei Georgofili di Firenze si rimanda all’inventario di A. Morandini - F. Morandini - G. Pansini, Archivio Storico. Inventario, I-III, Firenze 1970-1974, consultabile online (http://www.georgofili.it/ archivio/storico/ricerca); sulle fonti e le pubblicazioni cartografiche, si vedano: D. Barsanti - D. Bravieri - L. Rombai, Monumenti e vedute pittoriche della Toscana dall’Atlante illustrativo di A. Z. O., Firenze 1992; Il fondo cartografico dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze, a cura di D. Barsanti, Milano 1992; Città e paesi del Regno delle Due Sicilie. Vedute dell’Italia Meridionale, 1845, a cura di A. Ventura, Lecce 2004. Inoltre: A. Benci, Guida ai santuari del Casentino ed ai luoghi principali della Valle Tiberina toscana, con note illustrative di A. Z. O., Firenze 1834; G. Boccardo, A. Z. O., in Nuova Enciclopedia Italiana, XXIII, Torino 1888, pp. 498 s.; A. Mori, Come progredì la conoscenza geografica della Toscana nel secolo XIX, Firenze 1899, passim; P. Maccioni Anguillesi, Un geografo dell’Ottocento: A. Z. O., in Rivista geografica italiana, LV (1948), 2, pp. 99-116; B.M. Galanti, Mondo popolare nella ‘Corografia’ di A. Z. O., Roma 1979; L. Rombai, P. Giovanni Inghirami. Astronomo, geodeta e cartografo. «L’illustrazione geografica della Toscana», Firenze 1989a, pp. 121 s.; La prima riunione degli scienziati italiani (Pisa, 1839). Notizie biografiche e bibliografiche, a cura di B. Bargagna, Pisa 1989; L. Rombai, La cultura geografica e territorialistica toscana al tempo delle prime riunioni degli scienziati italiani, in La situazione delle scienze al tempo della “Prima riunione degli scienziati italiani”, con nota sulla Prima Riunione degli Scienziati Italiani (1839) di G. Rossi, Pisa 1989b, pp. 145-182; F. Casini, Una statistica per la città. L’opera di Ugo Giusti (1873-1953), Firenze 2002, p. 49; P. Vichi, A. Z. O. viaggiatore, geografo, cartografo e la Valle d’Aosta, s.l. 2011; L. Cassi, L’insegnamento della geografia: personaggi e vicende, in L’Istituto di Studi Superiori e la cultura umanistica a Firenze, a cura di A. Dei, Pisa 2016, pp. 541-600; L. Rombai, La geografia e le scienze del territorio a Firenze (metà Settecento - inizio Novecento), Firenze 2017, ad indicem.