GRAZIANI, Augusto
Nacque a Modena, il 6 genn. 1865 da Michele e da Ernesta Ancona. Si laureò in giurisprudenza il 18 giugno 1886 presso l'Università di Modena, discutendo con G. Ricca Salerno una tesi su "Concetto e legge del profitto". Si perfezionò quindi presso l'Università di Pavia, sotto la guida di L. Cossa, e successivamente a Londra.
Un anno dopo essersi laureato, pubblicò la sua tesi (Sulla teoria generale del profitto, Milano 1887) e poté conseguire la libera docenza in scienza delle finanze presso l'Università di Modena. Dopo aver insegnato per pochi mesi, nel 1887, come "professore reggente" presso l'istituto tecnico di Forlì, ebbe dalla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Siena l'incarico di scienza delle finanze e diritto finanziario per l'anno accademico 1887-88, confermatogli nei successivi anni accademici. Nominato, in seguito a concorso, professore straordinario di scienza delle finanze e diritto finanziario presso l'Università di Siena con decorrenza 1° nov. 1890, nell'anno accademico 1892-93 passò, ancora da straordinario, alla cattedra di economia politica della stessa Università, che ricoprì come ordinario a partire dal 1° dic. 1894. Nel giugno 1891 si era sposato con Paolina Friedmann, da cui ebbe due figli: Luisa e Alessandro.
A Siena l'incontro più importante per la formazione scientifica del G. fu certamente quello con A. Loria, più anziano e affermato e anch'egli allievo di Cossa; il G. fu anche influenzato sia dalla scuola tedesca (W. Roscher, G. Schmoller, A. Wagner) sia da quella anglosassone (soprattutto J. Stuart Mill e A. Marshall). Le pubblicazioni dei primi anni, dopo la monografia sul profitto, mostrano prevalenza d'interessi per studi di scienza delle finanze e ricerche e saggi di teoria e storia del pensiero economico. La memoria Intorno all'aumento progressivo delle spese pubbliche (Modena 1887) fu premiata dall'Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena. Notevoli anche i saggi sugli effetti economici delle imposte (Delle imposte e dei loro effetti economici, Siena 1887; Di alcune questioni intorno alla natura ed agli effetti economici delle imposte, ibid. 1889); nel 1891 apparve ancora il saggio Studi sulla teoria economica delle macchine (Torino), in cui si discuteva della sostituibilità tra capitale tecnico e capitale-salari. Tra i lavori di carattere storico hanno soprattutto rilievo la Storia critica della teoria del valore in Italia (Milano 1899) e Le idee economiche degli scrittori emiliani e romagnoli sino al 1848 (Modena 1893), che è rimasta a lungo opera di riferimento sull'argomento.
Nel 1898 il G. vinse il concorso per la cattedra di scienza delle finanze della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Napoli presso la quale, con decorrenza dal 1° genn. 1899, fu nominato professore ordinario di economia politica e dove rimase fino al pensionamento, avvenuto nel 1935. Nel 1903 fu nominato socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei, di cui divenne socio ordinario nel 1913.
Il metodo scientifico da lui adottato fu indicato dallo stesso G. nella prolusione ai corsi napoletani, Sui caratteri e lo sviluppo attuale dell'economia politica (Torino 1899; poi in Teorie e fatti economici, ibid. 1912): "Teorie e sistemi, i quali sembrano a primo tratto contraddittori, hanno punti comuni […] il progresso scientifico negli ultimi decenni non avendo condotto a sovvertire le dottrine prevalenti, ma soltanto a correggerle in parte, e più spesso a completarle, o ad accrescerne la precisione e l'esattezza scientifica"; "vi è insomma grande continuità nella indagine economica, e a grado a grado le leggi enunciate si espongono in guisa più rigorosa" (Teorie e fatti economici, p. 5). La testimonianza più significativa della sua attività di docente sono i manuali: Istituzioni di scienza delle finanze (Torino 1897) e Istituzioni di economia politica (ibid. 1904), ambedue più volte ristampati.
Le Istituzioni di scienza delle finanze, che costituiscono il primo trattato organico della disciplina pubblicato in Italia, presentano, dopo l'introduzione dedicata alla definizione di tale scienza e ai rapporti con le discipline affini (economia politica e scienze politiche), una suddivisione in parti, riguardanti la teoria generale della finanza, l'ordinamento della finanza, le spese pubbliche, il demanio, le imprese pubbliche e le tasse, le imposte in generale, le imposte in particolare, la finanza straordinaria, le finanze dei consorzi politici locali. Tra gli autori italiani, oltre ai suoi maestri Ricca Salerno e Cossa, i colleghi più citati sono L. Einaudi e Loria; meno frequenti i riferimenti ad A. De Viti De Marco, B. Griziotti, U. Mazzola, F.S. Nitti. Nel complesso il contenuto appare equilibrato tra parti teoriche e parti descrittive del sistema istituzionale, anche tenendo conto del fatto che l'opera era indirizzata a studenti delle facoltà di giurisprudenza. Nelle Istituzioni di economia politica la struttura è analoga: dopo l'introduzione, dedicata a "concetto e caratteri dell'economia politica", si affrontano le tematiche della produzione, del valore di scambio, della distribuzione delle ricchezze e degli strumenti della circolazione; anche questo manuale costituisce una delle prime sistemazioni organiche della disciplina apparse in Italia.
Oltre che nella preparazione di questi manuali, l'operosità scientifica del G. proseguì intensamente lungo due linee: da un lato articoli e brevi saggi diretti ad affrontare questioni specifiche di teoria economica o finanziaria o di storia del pensiero economico e, dall'altro, recensioni molto frequenti, che dimostrano l'attenzione con cui egli seguiva l'evoluzione scientifica nazionale e internazionale. Si tratta di una mole di lavoro notevole, come testimonia la bibliografia completa del G. (in appendice al Carteggio Loria-Graziani, pp. 433-470) che contiene 447 titoli.
Tra i suoi scritti più impegnativi del primo decennio del Novecento vi è Correlazione e causalità nei fatti economici (1907; poi in Teorie e fatti economici, pp. 47-63), che analizza uno dei temi centrali della logica e quindi della metodologia economica di quel periodo. Il G., mentre critica la tradizionale impostazione concentrata sulla causalità, riconoscendo la necessità di approfondire le correlazioni tra i fenomeni studiati (le "leggi di azione reciproca"), sostiene tuttavia la necessità di "assegnare l'ordine gerarchico dei fenomeni, la distinzione degli antecedenti e della importanza relativa dei coefficienti", per cui "è utilissimo valersi del poderoso sussidio che la matematica offre, ma senza trascurare quei problemi che non trovano riscontro nella disciplina matematica" (p. 63).
Rilevante, anche per l'attualità del tema, il saggio del 1908 Di alcuni aspetti della questione protezionista (ibid., pp. 307-321), nel quale, valutando anche le conseguenze del protezionismo in una situazione di depressione economica, trova "conferma sperimentale delle teoriche sostenute dagli scrittori classici, che cioè il libero commercio permette quella divisione del lavoro, che è più vantaggiosa alla società e determina trasformazioni produttive, le quali adducono ad incremento di produttività e di ricchezza" (p. 320). Gli effetti negativi del protezionismo sull'occupazione sono esaminati in particolare nell'articolo Libero scambio e legislazione sociale (1904; poi in Teorie e fatti economici, pp. 283-289), in cui il G. contrasta la tesi secondo cui il protezionismo aumenterebbe l'occupazione (p. 285).
Per approfondire i problemi della disoccupazione il G., nel 1906, partecipò a un congresso internazionale organizzato a Milano dalla Società umanitaria e nel 1910, a quello di Parigi sul medesimo tema.
Frutto di questi incontri fu un rapporto, Sulla disoccupazione operaia (ibid., pp. 447-499) in cui egli presentava le principali problematiche quali erano emerse dalle relazioni, sostenendo tra l'altro la possibilità di politiche pubbliche dirette a occupare la manodopera inattiva in modo da contrastare gli effetti dell'andamento congiunturale dell'economia.
Un altro tema in quegli anni attuale era quello della tassazione del sovrapprezzo delle azioni di nuova emissione, che era stata riconosciuta dalla Corte di cassazione, suscitando vivaci polemiche. Il G. intervenne sull'argomento (Sulla tassabilità del sopraprezzo delle azioni, 1910; poi in Teorie e fatti economici, pp. 325-351) sostenendo, in contrasto con la tesi della Cassazione, che il valore nominale delle azioni non doveva essere confuso con il valore reale e che quindi l'imposta di ricchezza mobile non doveva colpire il sovrapprezzo delle azioni di nuova emissione. Nel 1913 pubblicò (Napoli) un altro manuale, che affrontava però un tema specialistico (Principii di economia commerciale), nel quale presentava "uno svolgimento della teoria economica del commercio", affrontando i vari temi specifici relativi all'argomento senza tralasciare un'aspra critica al protezionismo, affermando tra l'altro che "il protezionismo in tutte le sue forme diminuisce lo sviluppo sociale" (p. 190).
La prima guerra mondiale e gli squilibri a essa conseguenti furono, per il G., come per molti altri economisti, il principale argomento di analisi nel decennio dal 1915 al 1924.
Con lo scritto La guerra e il sistema sociale (Nuova Antologia, 16 febbr. 1916, pp. 591-609), il G. inaugurò l'anno accademico 1915-16 dell'Università di Napoli. Seguirono poi numerosi altri lavori sull'argomento, tra cui: La guerra e le leggi economiche (in Atti della R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli, 1916, pp. 1-39); Intervento dei governi nei prezzi. Scopi e risultati. Derrate, carbone, noli, cambi (in La Vita italiana, 15 ag. 1916); La politica economica e sociale per il dopoguerra (in Scientia, 1918, pp. 289-299); Le esportazioni dei paesi a valuta deprezzata (in Rivista bancaria, 1921); Quanto ha pagato finora la Germania (in Echi e commenti, 25 maggio 1922); Restaurazione della circolazione monetaria (ibid., 15 sett. 1922).
Nel 1919, su invito del segretariato generale per gli affari civili del comando supremo, fu inviato in temporanea missione a Trieste per un corso speciale di conferenze sul tema dello sforzo economico e industriale sostenuto dall'Italia nel conflitto mondiale, con particolare riguardo alla situazione della regione adriatica. Le lezioni furono raccolte nel volume Lo sforzo economico dell'Italia nella guerra mondiale, Trieste 1920.
Sotto il profilo più strettamente scientifico, i problemi finanziari della guerra stimolarono l'interesse del G. per il pensiero di D. Ricardo e particolarmente per i temi della finanza straordinaria, di cui Ricardo aveva dato l'impostazione fondamentale, analizzando gli effetti del finanziamento mediante debito pubblico o imposta straordinaria.
Si vedano in proposito: Gli insegnamenti di Ricardo e la guerra presente, in Riforma sociale, 1918, pp. 352-359; Il centenario dei "Principii" di D. Ricardo, in Atti della R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli, 1918, pp. 375-402; Ancora sulla dottrina del Ricardo in materia di politica commerciale e di pagamenti dei debiti pubblici, ibidem.
Politicamente il G. fu un liberale di forti sentimenti monarchici, fondati - come aveva avuto modo di spiegare in La monarchia nei governi parlamentari ed il progresso sociale (Siena 1897) - sulla funzione di equilibrio tra le diverse fazioni politiche che poteva essere svolta da un "capo permanente". Nel 1920 accettò di candidarsi, con buon esito, come consigliere del Comune di Napoli, aderendo poi, nel 1924, all'Unione nazionale di G. Amendola. Nel 1925 sottoscrisse anche il manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da B. Croce; non s'iscrisse al partito fascista e il suo dissenso si manifestò in modo silenzioso, in conformità con la sua indole riservata.
Le posizioni da lui assunte furono comunque sufficienti a rendergli difficili gli ultimi anni della vita accademica. Accusato di non dare "una parte adeguata alla illustrazione della politica economica del regime", nel 1933 fu minacciato dal ministro F. Ercole di essere dispensato dal servizio. Intervenne in suo favore Loria e il G., a sua volta, fece pervenire al ministro, entro i prescritti dieci giorni dalla contestazione, le proprie "deduzioni". Il ministro si ritenne soddisfatto, ma per ragioni di opportunità la facoltà di giurisprudenza deliberò, d'intesa con il G., il suo passaggio alla cattedra di scienza delle finanze, che era oggetto di minore attenzione da parte del potere politico. Il trasferimento, tuttavia, essendo stato deliberato il 20 dic. 1933, poté avere efficacia soltanto a partire dal 1° nov. 1934. Il G. fu collocato a riposo, per limiti di età, a partire dal 29 ott. 1935, ma non finirono qui i suoi problemi di natura politica che, peraltro, fino alle leggi razziali del 1938 furono sempre superati.
Negli ultimi anni di attività, il G. si orientò sempre di più verso studi di carattere monetario e soprattutto di storia del pensiero economico.
Oltre al rinnovato interesse per il pensiero di Ricardo, manifestato, dopo i lavori già citati, in altri successivi studi (Critica ricardiana, Modena 1926; Il commento di Ricardo ai "Principii" di economia politica di Malthus, in Atti della R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli, 1929), scrisse su A. Smith (Adamo Smith, in Annali di economia, 1925, ripubblicato come introduzione ad A. Smith, Ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni, Torino 1945), su J.K. Rodbertus (Le lettere inedite di Rodbertus, in Giornale degli economisti, 1927, pp. 195-198), su Alfred Marshall (I Memoriali di Marshall, in Atti della R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli, 1927, pp. 299-316), su Stuart Mill (Alcuni discorsi giovanili dello Stuart Mill, in Studi in memoria del prof. P. Rossi, Siena 1931, pp. 277-286). Inoltre, collaborò alla Encyclopedia of the social sciences (New York 1930 e ss.) e all'Enciclopedia Italiana.
Tra gli scritti teorici degli ultimi anni, si segnalano ancora: Revisione di alcune dottrine monetarie (1926; poi in Studi di critica economica, Roma 1935, pp. 168-189), sul ruolo della velocità di circolazione della moneta sperimentata nei processi inflazionistici del dopoguerra; Sul principio del laissez-faire (1930; poi ibid., pp. 109-129), in cui commenta il noto scritto di J.M. Keynes sull'argomento, affermando che, mentre la "parte espositiva" del lavoro è sostanzialmente corretta, "la parte teorica suscita dubbi"; Sulla rendita del consumatore (1930; poi ibid., pp. 145-153), in cui partendo dal concetto di surplus del consumatore se ne deducono conseguenze per un sistema di prezzi multipli.
Nel 1930 il G. partecipò ai lavori, tenuti a Bruxelles, della Conferenza internazionale di scienze economiche applicate con una relazione dal titolo: Quelques considérations sur les impôts directs et indirects (ibid., pp. 154-167), in cui, dopo essersi soffermato sulla distinzione tra imposte dirette e indirette, confronta la pressione tributaria dei principali paesi, stimando quella italiana tra le più alte. Tra gli ultimi scritti di teoria economica è degno di rilievo l'articolo Libre concurrence et production à des prix décroissants (in Revue économique internationale, 1938, pp. 283-292).
Gli ultimi anni del G. furono profondamente rattristati dalle vicende politiche, e in particolare dall'introduzione delle leggi razziali, anche se egli, pur essendo ebreo, poté conservare la capacità giuridica per il suo status di professore emerito. I tragici sviluppi della guerra, dopo l'8 sett. 1943, lo trovarono in Emilia-Romagna.
Il G. morì a Firenze il 31 marzo 1944.
Fino agli ultimi giorni aveva continuato a lavorare a una impegnativa storia del pensiero economico, iniziata nel 1939, che fu pubblicata postuma (Storia delle dottrine economiche. Saggi, Napoli 1949).
Fonti e Bibl.: Si veda: Carteggio Loria - Graziani (1888-1943), a cura di A. Allocati, Roma 1990, con bibliografia completa alle pp. 432-470; inoltre, presso la Fondazione Einaudi di Torino le numerose lettere inviate dal G. a L. Einaudi. Cfr. ancora: G. Serino, A. G., in Annali del R. Istituto universitario navale di Napoli, XII-XIII (1943-44); Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena, A. G., l'opera scientifica edita e inedita: commemorazione, Modena 1947; A. Fraccacreta, L'opera e la vita di A. G. Commemorazione tenuta all'Università di Napoli il 30 apr. 1945, in Archivio giuridico, CXXXV (1948), 3-4; G.U. Papi, A. G., in Riv. di diritto finanziario e scienza delle finanze, VIII (1949), pp. 125-133; R.A. Castelnuovo, L'insegnamento dell'economia politica all'Università di Siena (1880-1900), in Le cattedre di economia politica in Italia. La diffusione di una disciplina "sospetta" (1750-1900), a cura di M.M. Augello - M. Bianchini - G. Gioli - P. Roggi, Milano 1988, pp. 315-333; R. Faucci, Mezzo secolo di discussioni economiche nel carteggio fra A. G. e A. Loria, in Quaderni di storia dell'economia politica, IX (1991), pp. 181-193.