OFILIO, Aulo (Aulus Ofilius)
Giurista romano della seconda metà del sec. I a. C., allievo di Servio Sulpicio Rufo e maestro di Q. Elio Tuberone e di C. Ateio Capitone: di condizione modesta (rimase fino alla morte un eques romanus), ma di gran fama.
È difficile elencarne le opere per la probabile molteplicità delle denominazioni: i molti volumina relativi al diritto civile s'identificano forse coi libri di actiones, di cui Ulpiano (Dig., XXXIII, 9, de penu legata, 3, 5 segg.) cita il 16°, e coi 20 libri de legibus dedicati a T. Pomponio Attico; scrisse pure un commento all'editto del pretore, di cui Sesto Pomponio (Dig., I, 2, de orig. iur., 2, 44) loda la diligentia. Niente ce ne è pervenuto; ma varie opinioni di O. sono citate da giuristi e grammatici.
Alla sua amicizia con Cesare si riannoda l'opinione che il dittatore si sia rivolto a lui per attuare l'idea di una codificazione del diritto privato, o almeno di una sistemazione dell'editto pretorio: opera che, se pure iniziata, fu troncata dnll'uccisione di Cesare.
Bibl.: O. Lenel, Palingenesis iuris civilis, I, Lipsia 1889, nn. 1-58, col. 795 segg., v. Ofilius; P. Krüger, Gesch. der Quellen des röm. Rechts, 2a ed., Monaco 1912; C. Arnò, Scuola Muciana e scuola Serviana, in Arch. giuridico, LXXXVII (1922), p. 33 segg.; id., La mia congettura sulle due scuole dei giureconsulti, ecc., ibid., XCIII (1925), p. 21 segg.; P. Bonfante, Storia del dir. rom., 3a ed., I, Milano 1923, p. 374; C. Ferrini, Opere, I, Milano 1929, p. 369.