FRANCHI, Ausonio (pseudonimo di Cristoforo Bonavino)
Filosofo, nato a Pegli il 27 febbraio 1821, morto a Genova il 12 settembre 1895. Consacrato sacerdote nel 1844, lasciò nel 1849 l'abito talare, sentendo le sue convinzioni religiose scosse dall'idea che il criterio supremo di ogni verità risiedesse nella ragione umana: e assunse il nuovo nome di Ausonio Franchi a simbolo della liberazione del suo spirito e di quella, che allora si veniva attuando, della sua patria. Dal 1860 insegnò storia della filosofia nell'università di Pavia: più tardi passò all'Accademia scientifico-letteraria di Milano, dove restò fino al 1888. Ma negli ultimi anni l'antica fede tornò ad avere il sopravvento: sacerdote riammesso a celebrare la messa (1893), morì nel convento di S. Anna a Genova.
Scritti principali del F. sono: La filosofia delle scuole italiane (1852; 2ª ediz., 1863); La religione del sec. XIX (Losanna 1853; 2ª ed., 1860); Studi filosofici e religiosi: Del sentimento (Torino 1854); Il razionalismo del popolo (Ginevra 1856; 2ª ed., 1861); Lettere intime (Belluno 1900); Ultima critica (Milano 1889-93). Quest'ultima opera è già del Franchi riconvertito all'ortodossia religiosa: nelle altre è professata una vaga forma di scetticismo, che aveva le sue origini nella filosofia di G. Ferrari, e riconducendo ogni sapere al pensiero umano ne determinava la debolezza e il limite.
Bibl.: A. Franzoni, L'opera filosofica di A. F., Cremona 1899; A. Angelini, A. F., Roma 1898; G. Gentile, Le origini della filosofia cont. in Italia, I, Messina 1917, pp. 43-64; A. Colletti, A. F. e i suoi tempi, Torino 1925.