AUSTRIA
(ted. Österreich; Osterriche nei docc. medievali)
Il territorio dell'attuale A., corrispondente in epoca romana alle regioni del Norico, di parte della Rezia e della Pannonia, venne occupato da popolazioni germaniche e slave tra la fine del 5° e quella del 6° secolo. I progressi della colonizzazione bavarese nel corso del sec. 8° e il lento spostarsi della frontiera verso E sono leggibili anche nella fondazione, da parte del duca Tassilone III, di vari monasteri, il primo dei quali fu Kremsmünster (777). L'organizzazione politica del territorio si ebbe in età carolingia, quando divenne marca orientale dell'impero (Ostarrichi: 'paese orientale'), baluardo contro Avari, Ungheresi e Slavi, costituita dai territori dell'A. Inferiore e Superiore, cui si aggiunse, dopo l'elevazione a ducato nel 1156, la Stiria.I Babenberg (v.), signori della regione a partire dalla seconda metà del sec. 10°, giunsero nel sec. 12° a una posizione dinasticamente rilevante, con il titolo di margravi e duchi, imparentandosi con gli Hohenstaufen. Leopoldo III il Santo, candidato a re di Germania e in buoni rapporti con il papato riformatore, fondò nel 1106 Klosterneuburg (presso Vienna), dove, all'inizio del sec. 12°, i Babenberg spostarono la loro residenza da Melk, prima di fissarla definitivamente, intorno alla metà del secolo, a Vienna. Dopo l'estinzione della casata dei Babenberg nel 1246 e dopo l'insediamento, nel vuoto di potere creatosi, di Přemysl Ottocaro II di Boemia, il conte di Asburgo, eletto nel 1273 re di Germania con il nome di Rodolfo I, diede in feudo ai propri figli i territori austriaci, creando quindi un centro di potere nel Sud-Est dell'impero, dove Vienna andò lentamente assumendo il ruolo di città residenziale, anche se periferica.Nel sec. 11° i Kuenring raggiunsero una temporanea posizione di dominio nella regione settentrionale dell'A. Inferiore. Dalla fine del sec. 12° vennero fondate diverse nuove città.L'organizzazione ecclesiastica era nelle mani del vescovo bavarese di Passau (Vienna divenne sede vescovile solo nel 1469) e soprattutto dell'arcivescovo di Salisburgo che, con grandi rappresentanti, incominciò intorno all'800 a svolgere un importante ruolo politico e nel cui ambito giurisdizionale rientrava l'intera area occidentale e meridionale dell'attuale A., con le regioni di Salisburgo (v.), Carinzia (v.), Stiria (v.) e Tirolo (v.) e i vescovadi di Seckau (v.), Lavant e Gurk (v.). Con il suo duomo carolingio e romanico, i monasteri di St. Peter e di Nonnberg e i relativi scriptoria, la città di Salisburgo diventò un centro artistico in grado di esercitare il suo influsso sui territori austriaci, pur non appartenendo a essi.Sotto gli Asburgo (v.) ai territori originari vennero annessi, grazie alla politica dinastica, il Tirolo, la Carinzia e la Carniola, territori che si trovano oggi in parte fuori dai confini dello stato. Anche i più importanti vescovadi e, di conseguenza, i maggiori centri artistici di questi territori (Aquileia e Bressanone) oggi non si trovano più in Austria.Fra i sovrani asburgici emersero come mecenati delle arti: il duca Rodolfo IV (1358-1365), che rivaleggiò a Vienna con il suocero Carlo IV e la sua città residenziale, Praga; il re Alberto II (come duca, Alberto V, 1411-1439); l'imperatore Federico III (come duca, Federico V, 1440-1493). La struttura culturale del territorio rimase tuttavia in larga parte determinata dai grandi monasteri dei Benedettini (Kremsmünster, v.; Admont, v.; Melk, v.; St. Florian), dei Cistercensi, chiamati dai principi (Heiligenkreuz, v.; Lilienfeld, v.; Zwettl, v.; Neuberg sulla Mürz, v.; Stams, v.) e dei Certosini (Mauerbach, v.; Gaming, v.), nonché dalle comunità di Canonici (Klosterneuburg, v.; Rein). Fra le città acquistarono una certa importanza i nodi stradali di Linz, Wels, Enns (v.), Krems (v.), Leoben, Villach e le località minerarie di Hall (v.), Schwaz (v.) e Steyr. Accanto e insieme a Salisburgo, il Tirolo meridionale divenne un canale di penetrazione dell'arte italiana e nei suoi castelli si sviluppò anche un'arte profana di rilevante importanza.Delle attuali regioni federali, il Vorarlberg (v.), con l'A. anteriore alemanna (Brisgovia, Alsazia), apparteneva ai territori di origine asburgica, ma non all'unità storica austriaca, mentre il Burgenland (v.) fece storicamente parte dell'Ungheria.J. Garms
Dopo l'età delle Migrazioni (sulla quale si hanno sempre nuove testimonianze grazie a organiche campagne di scavo) il paese fu sottoposto politicamente a diverse influenze e anche dal punto di vista artistico dipese sostanzialmente dall'esterno.Salisburgo, potente centro del potere ecclesiastico, ha lasciato per es., soprattutto nell'A. Superiore, importanti testimonianze della sua influenza, come è evidente negli affreschi dell'antica tribuna occidentale della chiesa dell'abbazia di Lambach (v.), posteriori al 1080. Nel campo della miniatura la dipendenza da Salisburgo è ancora più evidente nel corso del sec. 12°, soprattutto nella produzione dell'abbazia di St. Florian mentre effetti di questa supremazia culturale sono visibili anche nell'A. Inferiore. Nell'A. Superiore occidentale fu in particolare il seminario del duomo di Salisburgo a esercitare costantemente una notevole influenza, durante il sec. 12°, grazie all'organizzazione della congregazione ecclesiastica (si veda il convento dei Canonici di Ranshofen sull'Inn).Inoltre, a partire dalla fine del sec. 11°, le fondazioni monastiche nella zona orientale del margraviato d'A. divennero centri di produzione artistica sempre più attivi adeguandosi, quando si trattava di nuove fondazioni facenti parte di una congregazione monastica (come nel caso di Göttweig per la riforma di Hirsau), all'orientamento dell'abbazia madre. Tra le più importanti possono essere ricordate innanzitutto Melk, che fu anche la prima residenza del margravio, Göttweig, Seitenstetten e Klosterneuburg, che divenne la residenza dei Babenberg con il margravio Leopoldo III. Lo stesso vale per le abbazie dell'Ordine cistercense, sostenuto prima dal margravio Leopoldo III - il figlio Ottone, uno dei più importanti storici del suo tempo, prima di diventare vescovo di Frisinga aveva fatto parte dell'Ordine - e poi dal duca Leopoldo VI (nel 1133 fu fondata Heiligenkreuz, dalla quale ebbero origine le filiazioni di Zwettl nel 1138 e di Lilienfeld nel 1206). Veniva a delinearsi così una fiorente attività artistica determinata peraltro da premesse assai diversificate.Sono possibili soltanto ipotesi sull'influsso esercitato dai Babenberg sull'arte durante il loro dominio. Le testimonianze artistiche del periodo sono infatti molto lacunose sia per l'architettura e la pittura sia per la scultura e le arti suntuarie. E in particolare delle opere prodotte direttamente per la corte dei Babenberg non è rimasto nulla, a eccezione forse di un altare portatile conservato nel monastero di Melk e di una cassetta islamica in avorio - l'occorrente per scrivere del margravio Leopoldo III - nel monastero di Klosterneuburg. Si deve però supporre che all'interno dei monasteri si sviluppasse un'attività artistica. Di ciò si ha testimonianza soprattutto a Klosterneuburg (v.): il candelabro di bronzo a sette bracci (realizzato a Verona all'inizio sec. 12°) e l'opera in smalto di Nicola di Verdun, completata nel 1181 e nel 1331 montata su un altare a sportelli, dimostrano che il monastero doveva essere dotato di un importante arredo. Evidentemente, non disponendo il paese di maestranze in grado di realizzare opere importanti, esse venivano commissionate ad artisti stranieri.Nel campo della scultura, non è rimasto nulla pertinente con certezza al sec. 11°; un rilievo su legno rappresentante la Crocifissione (Linz, Oberösterreichisches Landesmus.) viene talvolta datato al terzo quarto del sec. 11° ma è probabilmente della metà del 12° secolo. Si deve tuttavia partire dal presupposto che i monasteri di Lambach, St. Florian, Göttweig, Melk e Klosterneuburg avessero fin dalla loro fondazione immagini per il culto. I rilievi più antichi di data certa sono conservati nella parrocchiale di Gobelsburg (A. Inferiore, secondo quarto del sec. 12°); essi appartenevano a un ciclo più ampio che non è possibile ricostruire e del quale non si conosce l'ubicazione originaria all'interno della chiesa. Da un punto di vista stilistico si tratta di opere legate da affinità alle contemporanee sculture tedesche, mentre il crocifisso più antico conservato in A. (Vienna, cappella della corte di Melk, 1200 ca.) può essere posto in relazione con il grande crocifisso del duomo di Cividale.Verso la fine del sec. 12° si affermò anche la cultura architettonica propria dell'Europa occidentale e meridionale. Sono piuttosto numerosi in A. i portali di chiese ornati da sculture, quasi tutti coevi. Tra tutti il più antico è il portale occidentale della chiesa parrocchiale di Tulln; sono inoltre da ricordare il timpano dell'ossario di Mödling, quello di Mistelbach e quello della chiesa rotonda di Petronell. La parte superstite della chiesa degli Scozzesi a Vienna dimostra che il portale seguiva invece una tipologia propria dell'Italia settentrionale.Di particolare importanza nell'ambito del ducato il portale occidentale della chiesa di St. Stephan a Vienna, il Riesentor, databile intorno al 1240, capolavoro di tutto un gruppo di portali (quello c.d. della sposa nel duomo di Wiener Neustadt, quello dell'ossario di Mödling e il portale laterale di Kleinmariazell) realizzati da maestranze provenienti dall'Ungheria, la cui opera più significativa è la chiesa di Jak (comitato di Vas). La decorazione della piccola chiesa di Schöngraber (v.), in A. Inferiore, databile intorno al 1250-1260, appare un caso isolato specialmente per ciò che concerne l'esterno dell'abside, e non ne è stata ancora chiarita l'origine; il confronto spesso proposto con la facciata della chiesa degli Scozzesi a Ratisbona non offre infatti soluzione soddisfacente.Non è possibile spiegare tale avvicendarsi di stili in A. come un fenomeno casuale, o almeno non è possibile limitarsi a questa spiegazione (l'attività delle maestranze ungheresi nel margraviato, per es., non può giustificarsi con il fatto che l'Ungheria subiva da Oriente la pressione di altre popolazioni); occorre piuttosto vederlo come risultato di una precisa volontà politica. Ciò può essere compreso alla luce di fenomeni paralleli, soprattutto in campo architettonico.Anche se fin dai primi tempi del cristianesimo nei territori che costituirono in seguito il ducato d'A. erano state costruite chiese in muratura (per es. a Lauriacum, od. Lorch) delle quali sono rimaste soltanto le fondamenta, quelle che più tardi si affermarono furono soprattutto le costruzioni in legno, più semplici ed economiche. Tale materiale venne usato fino al sec. 12° per l'edilizia più umile, case e chiese, di cui peraltro non rimane traccia. Si distinguevano soltanto le fondazioni signorili, così secolari come ecclesiastiche, realizzate, in entrambi i casi, in pietra con dimensioni monumentali; anche di esse peraltro sono rimasti solo pochi esempi a causa vuoi dei restauri vuoi delle ricostruzioni in epoche successive.La costruzione più antica dell'A. Superiore è la Martinskirche di Linz, conservatasi almeno in parte: l'edificio, l'unico rimasto della marca carolingia, era in origine una costruzione piuttosto imponente, a pianta centrale con bracci a croce - tipologia abbastanza comune per le cappelle dei castelli - ridotta in seguito di dimensioni e trasformata in un edificio a navata unica.Tra il 976 e il 979, poco dopo la riorganizzazione della marca orientale avvenuta in periodo ottoniano, il vescovo di Ratisbona, s. Volfango, fondò a Wieselburg, grazie a una donazione reale, un edificio a pianta centrale tuttora conservato. Rimangono inoltre alcune parti della chiesa del monastero di Lambach (fondato nel 1056), consacrata nel 1089 dal vescovo di Passau, Altmann, lo stesso che, tra il 1075 e il 1080, aveva fondato l'abbazia di Göttweig. Il Westwerk di Lambach, con i suoi importanti affreschi nell'area della tribuna, tra le due torri, testimonia l'importanza che doveva avere la costruzione.La tipologia ecclesiastica più comune in A. doveva però essere quella propria dei paesi alpini, con pianta a tre navate prive di transetto e alzato 'a sala'. L'antica chiesa dei Canonici di s. Agostino a Sankt Pölten, l'attuale duomo, prima della sua ricostruzione avvenuta nel sec. 13°, aveva una struttura di questo genere, così come la parrocchiale di Tulln, residenza del rappresentante del vescovo di Passau, nella marca austriaca.Nettamente differenziata la tipologia dell'abbaziale di Klosterneuburg, costruita tra il 1114 e il 1136. A tre navate con transetto, fin dall'inizio la chiesa era verosimilmente voltata e provvista di matronei; seguiva dunque una tipologia propria dell'Italia settentrionale, cosa che, nel luogo di residenza del principe, doveva avere a evidenza carattere programmatico.Tra le costruzioni dell'Ordine cistercense si è conservata nel suo aspetto originario la navata dell'abbaziale di Heiligenkreuz, certamente uno degli edifici più imponenti del sec. 12° in Austria. La chiesa, una basilica a tre navate con pilastri e volte a crociera costolonata, fu probabilmente costruita da quelle stesse maestranze dell'Ordine alle quali si deve anche la chiesa di Santa Cruz presso Tarragona, in Spagna; questo singolare fenomeno può essere spiegato con il carattere centralizzato dell'organizzazione dell'Ordine. Le chiese delle filiazioni di Zwettl e Lilienfeld sono in A. le più antiche costruzioni conservatesi, realizzate secondo il modello gotico borgognone. La costruzione più significativa del primo periodo gotico è la Cappella Speciosa di Leopoldo VI a Klosterneuburg del 1220 ca., della quale si sono conservate alcune parti nel Franzensburg, nel parco del castello di Laxenburg; progettata come cappella di corte, essa mostra chiaramente la volont'a del duca di rifarsi a modelli francesi. Al diffondersi di questa nuova architettura, alla quale si contrappongono tuttavia gli edifici realizzati all'epoca di Federico II, l'ultimo dei Babenberg, contribuì da un lato l'esempio di Bamberga, dall'altro quello di una serie di edifici dell'Ungheria occidentale. Le testimonianze più significative di questo periodo a Vienna sono la terza costruzione del St. Stephan (di cui si conserva la facciata) e la chiesa di St. Michael.Al rinnovato interesse per l'architettura da parte degli ultimi Babenberg si devono innanzitutto l'edificazione del duomo di Wiener Neustadt (v.) e di opere di fortificazione di alcune città, parzialmente conservate (Hainburg), la cui costruzione fu in parte resa possibile dal denaro pagato per il riscatto del re d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone, fatto prigioniero da Leopoldo V al rientro dalla terza crociata.Si conservano inoltre numerosi ossari soprattutto del sec. 13°: si tratta di costruzioni a pianta centrale, a due piani, nelle quali il piano inferiore serviva per doppie sepolture, una peculiarità architettonica delle regioni alpine dell'A. (Tulln, Mödling, Mistebach, Pulkau).In complesso, l'A. nel sec. 13° mostra di avere raggiunto un notevole sviluppo in campo artistico, a opera in particolare dei monasteri, attivi soprattutto nel campo della miniatura (tra gli altri vanno anzitutto ricordati St. Florian, Melk, Klosterneuburg), ma anche di fondazioni situate nelle città: un esempio significativo di questa attività artistica è il grande affresco con l'Incoronazione della Vergine commissionato intorno al 1280 da Gozzo, giudice di Krems, e da sua moglie per la chiesa domenicana della loro città. Tale opera costituisce la più importante testimonianza del c.d. Zackenstil, di cui si ha un esempio significativo anche negli affreschi della tribuna occidentale del duomo di Gurk, in Carinzia (ca. 1260-1270). Oltre all'affresco di Krems si possono ricordare, peraltro non altrettanto ben conservati, quelli dell'ossario di Mauthausen e della parrocchiale di Michelstetten, oltre alle vetrate che rappresentano i Babenberg nel chiostro di Heiligenkreuz.Nel sec. 13° le città acquistarono, anche in A., sempre maggiore importanza, dal punto di vista sia economico sia sociale, ed ebbe un ruolo determinante, oltre alla committenza delle famiglie regnanti (i Babenberg fino al 1246, quindi per un breve periodo Přemysl Ottocaro II di Boemia e, dal 1276, con la vittoria di Rodolfo I a Marchenfeld, gli Asburgo) e della nobiltà, la committenza della borghesia, specialmente per ciò che riguarda le abitazioni di rappresentanza, come nel caso del palazzo che Gozzo aveva fatto erigere per sé a Krems nel 1275 circa. Un altro fattore importante per lo sviluppo artistico dell'A. in questo periodo fu la presenza degli Ordini mendicanti, in espansione in tutta Europa.Rimane da stabilire in quale misura l'attività che si ebbe in A. intorno al 1300 sia in relazione con gli Asburgo, che nel 1282 ne avevano ottenuto il dominio. Il re Rodolfo I, due anni dopo la sua decisiva vittoria su Přemysl Ottocaro II di Boemia, aveva già fatto erigere a Tulln un'abbazia nella quale fece realizzare uno straordinario monumento per sé e per la propria famiglia: addossate ai quattro pilastri dell'altare maggiore si trovavano le statue del re, del figlio e delle rispettive mogli. Dal punto di vista stilistico, queste figure - che avevano chiaramente anche un significato politico - ricordavano quelle dei donatori nel coro del duomo di Naumburg. La chiesa venne purtroppo demolita nel 1786, sicché è possibile avere un'idea delle statue di Rodolfo e dei suoi familiari soltanto tramite le illustrazioni e le descrizioni dei Monumenta di Marquand Herrgott.Mentre le iniziative artistiche favorite dagli Asburgo mostrano un legame con l'architettura sveva tedesca (e ciò vale anche per la scultura, come è evidente nei rilievi dell'antica chiesa dei Domenicani a Tulln), sotto la spinta degli Ordini mendicanti si affermò il Gotico maturo, introdotto in A. dalla Borgogna a opera dei Cistercensi: il coro di Heiligenkreuz, consacrato nel 1295, ne costituì una pietra miliare.Nel corso del sec. 14° gli Asburgo si distinsero per la realizzazione di opere importanti, tra le quali si sono conservate a Vienna (v.) la chiesa degli Agostiniani, quella dei Frati Minori e il coro e la navata del duomo. Le sculture del portale della chiesa dei Frati Minori sono la migliore testimonianza di un'arte di corte in stretto rapporto con la Francia, la cui opera più significativa doveva essere il monumento funebre di Bianca di Valois, consorte del duca Rodolfo III (figlio maggiore di re Alberto), un tempo nella chiesa dei Frati Minori; di esso, andato purtroppo distrutto, è possibile avere un'idea soltanto grazie a riproduzioni. La Madonna in trono di Klosterneuburg (Stiftsmus.) è forse opera dello stesso maestro del monumento di Bianca di Valois e della stessa bottega è una Madonna stante conservata a Vienna (Öst. Gal. im Belvedere). Questa rinnovata attività (si veda per es. la Madonna nel convento delle Salesiane a Vienna) è in rapporto con l'arte della Germania occidentale, che allora cominciava a diffondersi in A. grazie agli artisti chiamati dalla regione del Reno superiore. Ciò è chiaro soprattutto nell'ambito dell'oreficeria: erano infatti renani gli artisti che realizzarono i pannelli di completamento dell'opera in smalto di Nicola di Verdun trasformandola in un altare a sportelli (1331).Quella renana tuttavia non era che una delle componenti dell'arte centroeuropea del sec. 14°: Ratisbona aveva infatti non soltanto raggiunto la supremazia in Baviera, superando per importanza Salisburgo, ma aveva inoltre esteso la propria sfera d'influenza al di l'a di questa regione; ciò è riscontrabile in particolare nella miniatura, ma anche nelle più antiche sculture del duomo di Vienna (coro delle donne). Questa tendenza aulica appare rinnovata intorno al 1360, a Vienna, nelle statue per la chiesa di Maria am Gestade, realizzate dalla bottega della chiesa dei Frati Minori, e ancor di più nelle sculture del duomo, provenienti dalla bottega ducale di Rodolfo IV (oggi in parte nell'Historisches Mus. di Vienna).Non deve essere trascurato, soprattutto per ciò che riguarda l'architettura del duomo, il desiderio dell'ambizioso duca di rivaleggiare con le opere realizzate a Praga dal suocero, l'imperatore Carlo IV, anche se per le sculture è possibile un diretto riferimento alla Francia, dove trova un riscontro anche la tipologia dei portali, ornati negli sguanci dalle figure dei fondatori (portali dei Vescovi e dei Cantori).Alla tendenza aulica se ne contrapponeva un'altra, a essa contemporanea, caratterizzata soprattutto dall'apertura a influenze toscane: ne sono esempi importanti la Madonna della chiesa di pellegrinaggio del Sonntagsberg, presso Seitenstetten (ora a Vienna, Öst. Gal. im Belvedere) e le due figure del coro meridionale del St. Michael a Vienna.Contrariamente a ciò che avviene per la scultura, la pittura di questo periodo appare strettamente legata a quella boema, a sua volta in diretta relazione con la pittura dell'Italia settentrionale; tra gli esempi conservati possono essere ricordati, oltre a opere miniate, innanzitutto le vetrate del duomo di Vienna (1380), mentre, tra le opere su tavola, è di particolare importanza il ritratto del duca Rodolfo IV (Vienna, Domund Diözesanmus.). Si tratta del più antico ritratto individuale della pittura tedesca, probabilmente in relazione con gli sforzi del duca, tesi a porre la propria persona e la sua famiglia in una posizione di rilievo rispetto agli altri principi dell'impero; il dipinto può essere quindi compreso piuttosto nel contesto degli sforzi diplomatici di Rodolfo volti a ottenere il titolo di arciduca (sforzi peraltro frustrati dall'imperatore, dato che il titolo venne riconosciuto agli Asburgo soltanto nel 1456), che come tentativo di fissare i tratti individuali del personaggio rappresentato. In ogni caso l'opera, comunque essa venga interpretata, dà un importante contributo alla nascita del ritratto come genere a sé.Le innovazioni della pittura toscana raggiunsero l'A. soltanto indirettamente (tramite la Boemia, dove erano attivi pittori italiani, e forse orafi, chiamati da Carlo IV), con l'eccezione di occasionali artisti itineranti, come nella cappella del castello di Ulmerfeld, presso Amstetten. Gli effetti di tale influenza furono più forti e duraturi nel caso in cui, come negli sportelli dell'altare di Nicola di Verdun a Klosterneuburg, le componenti italiane appaiono unite a quelle occidentali. Le quattro tavole costituiscono una delle più importanti realizzazioni della pittura tedesca della prima metà del sec. 14° e rappresentano il punto di partenza per una scuola pittorica autonoma. A questa corrente pittorica è collegato anche l'antependium di Königsfelden presso Baden in Argovia, attualmente conservato a Berna (Bernisches Historisches Mus.), opera di particolare significato nel campo del ricamo. La stessa Klosterneuburg fu un importante centro di pittura, tra le cui maggiori testimonianze si trovano anche opere miniate. Tuttavia l'attività artistica si era ormai concentrata a Vienna: la città ricca e ambiziosa offriva molte possibilità e la corte degli Asburgo costituiva un punto di attrazione, assumendo così le funzioni di centro di diffusione dello stile internazionale come già Salisburgo e la Stiria.Numerose opere di questo periodo, in molte chiese dell'A. Inferiore, attestano la forte attività delle botteghe della regione; si tratta in gran parte di opere di notevole qualità, sia di scultura (Klosterneuburg; Vienna, Burgkapelle; Spitz a.d. Donau) sia di pittura, arte nella quale si distinguono soprattutto la bottega che prende nome dalla tavola votiva di St. Lambrecht (Stiria), il Maestro della Presentazione, nell'area del Danubio (l'opera da cui prende il nome è conservata a Klosterneuburg), e un'altra bottega che legò il proprio nome a una tavola con la Crocifissione conservata a Linz.Gli Ordini mendicanti favorirono, in A., un'architettura a carattere monumentale (Imbach, chiesa domenicana; Krems, chiesa dei Frati Minori) per la quale poterono giovarsi dell'appoggio della casa regnante (Vienna, chiese dei Frati Minori e degli Agostiniani; Gaming, certosa). La soluzione adottata per il coro della chiesa dei Frati Minori a Vienna venne successivamente applicata anche ad altre chiese, in cui al posto del coro primitivo ne venne realizzato uno di dimensioni maggiori che, grazie anche a donazioni private, venne ad assumere nuove funzioni, quali quelle di cappella privata o di cappella funeraria.In questo periodo fu adottata con particolare frequenza una tipologia di coro triabsidato, a navate allungate coperte da volte della stessa altezza, lo Hallenchor; come esempio di questo tipo di coro è possibile citare quello del duomo di Ratisbona, ma anche l'opera che costituisce la maggiore realizzazione architettonica degli Asburgo, la ricostruzione del coro del duomo di Vienna (già da allora progettato come sede vescovile), iniziato nel 1304 all'epoca di re Alberto I e consacrato sotto il duca Alberto II. L'interesse del figlio di questi nei confronti delle opere fatte realizzare a Praga dall'imperatore Carlo IV determinò il successivo sviluppo dell'edificio (la costruzione delle torri e la trasformazione delle navate in un impianto 'a sala'). In quanto all'imponente coro con deambulatorio dell'abbaziale di Zwettl (consacrazione del 1348), non è possibile stabilire se la sua costruzione sia legata all'architettura dei Parler o se piuttosto esso costituisca una ripresa di più antiche forme cistercensi (Clairvaux).Il cantiere del duomo di Vienna determinò lo sviluppo architettonico dei secoli successivi. Tra le opere più importanti dovute alle maestranze che vi erano attive si possono annoverare la navata della chiesa di Maria am Gestade e la Burgkapelle (1447-1449) a Vienna; ma l'influenza del cantiere si estese anche al di fuori di questa città, per es. nella Piaristenkirche di Krems (consacrata nel 1457). Hans Puchsbaum, documentato a Ulma tra il 1417 e il 1421, responsabile nel 1446 del cantiere del duomo, diresse anche la ricostruzione della parrocchiale di Steyr, il cui cantiere, nella seconda metà del sec. 15°, aveva riconquistato un'influenza significativa, soprattutto nell'area occidentale dell'A. Inferiore.È possibile seguire le fasi più importanti dello sviluppo artistico di Vienna grazie anche a una serie di altari a sportelli, tra i quali l''altare di Alberto' (Albrechtsaltar; 1438), una testimonianza di quella prima fase realistica del sec. 15° di cui si hanno numerosi esempi significativi nella Germania meridionale e in Svizzera. Nel campo della scultura è possibile ritrovare un parallelo di questo stile in un altare a sportelli detto 'altare di Znaimer' (Vienna, Öst. Gal. im Belvedere).Con Federico III, che la scelse come residenza, Wiener Neustadt ottenne nuovamente una notevole importanza. Il robusto complesso del castello non soltanto venne modellato e fortificato secondo i criteri del tempo, ma l'imperatore vi fece erigere, di fronte all'antica cappella, la Georgskapelle, più grande e di maggiore evidenza rappresentativa. Il suo architetto, Peter Pusika, ricostruì secondo lo stile del tempo anche le più importanti chiese della città, in cui fecero la loro comparsa i pilastri cilindrici, una particolarità dell'architettura di Salisburgo. Le caratteristiche forme architettoniche salisburghesi (chiesa dei Francescani) si ritrovano anche altrove, nell'A. Superiore: gli edifici più significativi da questo punto di vista sono la grande abbazia di Mondsee e la parrocchiale di Braunau am Inn (dal 1439).Intorno al 1453 l'imperatore Federico III fece realizzare, in un lato del cortile del castello di Wiener Neustadt, una vasta decorazione parietale a bassorilievo che, rispondendo a un preciso programma politico, ostentava le insegne relative ai suoi poteri. La grande figura stante dell'imperatore, rappresentato come arciduca, e la statua della Vergine della c.d. Wappenwand ('parete-stemma') - legata all'intensa attività artistica della Stiria, al cui territorio apparteneva allora Wiener Neustadt - costituiscono le testimonianze più importanti della scultura del tempo. Per la cappella del castello di Wiener Neustadt l'imperatore aveva progettato il proprio monumento funebre, destinato a diventare il più importante del Tardo Medioevo, chiamando da Strasburgo a realizzare l'opera (che fu alla fine collocata nel duomo di Vienna) l'olandese Nikolaus Gerhaert di Leida, la cui presenza ebbe in A. peso storico determinante. Numerose sculture di grande importanza risentono della sua influenza, sia a Wiener Neustadt, dove lo scultore era al servizio dell'imperatore eseguendovi tra l'altro anche la lastra tombale dell'imperatrice Eleonora nel Convento Nuovo, sia a Vienna (per es. il gruppo dell'Annunciazione nel duomo di Wiener Neustadt e quello con Annunciazione e santi nella Burgkapelle di Vienna; la bottega che lavorò al monumento funebre di Federico III riprendeva inoltre lo stile di Nikolaus Gerhaert).
Bibl.:
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