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AVVERBIO

di Giacomo Devoto - Enciclopedia Italiana (1930)
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AVVERBIO (dal lat. adverbium, che traduce esattamente il greco ἐπιρρημα "parola apposta al verbo"; fr. adverbe; sp. adverbio; ted. Adverbum, Umstandswort; ingl. adverb)

Giacomo Devoto

Parte del discorso che determina il verbo, non solo, ma, contrariamente alla sua etimologia e alle definizioni unilaterali degli antichi, anche l'aggettivo e, in certi casi, un complemento: ama soprattutto la lettura, lettura soprattutto piacevole, uomo di studio e soprattutto di idee. Sintatticamente ha funzione analoga a quella dell'aggettivo. Formalmente si distingue dal nome, dall'aggettivo e dal verbo per la mancanza di flessione; ha in comune con l'aggettivo la possibilità della comparazione.

L'avverbio non si può considerare come un'unità elementare del linguaggio, almeno nei limiti del concetto attuale, perché risale a due tipi di determinazione fondamentalmente diversi. Da una parte, come determinazione di spazio e di tempo, non si distingue in origine dalle preposizioni (v.). Dall'altra, come determinazione d'una qualità è un aggettivo, un complemento del nome, un pronome, irrigiditi, rimasti senza flessione. L'impiego d'una parola come preposizione e come avverbio esiste ancora: prima o poi fa lo stesso; prima di te vengo io. Ma la preposizione ha stretto i vincoli col nome che ora regge e allentato quelli col verbo, con il quale non forma più nuovi composti a prefisso. L'allontanamento è già notevole in latino, scarso ancora nel greco di Omero. Viceversa si nota un avvicinamento all'aggettivo, di fronte al quale l'avverbio diventa come la forma impersonale od astratta: da un aggettivo si può derivare un avverbio per mezzo d'un determinato suffisso: in greco -ῶς, in latino fra gli altri -ter (audacter), nelle lingue romanze -mente (audacemente), in inglese -ly (truly), in tedesco -lich. Ma nelle lingue germaniche i legami si stringono ancor più, perchè l'aggettivo alla sua volta s'irrigidisce e s'avvicina formalmente all'avverbio (v. aggettivo). Storicamente tutti i casi della flessione possono irrigidirsi e dare origine a un avverbio: il suffisso -ter del latino è un antico nominativo (firmiter = dexter), partim è un accusativo, merito, bene, antichi ablativi, domi un locativo, il ted. falls un genitivo. Nelle lingue senza declinazione si hanno formazioni analoghe: di solito, nel caso, a caso, con calma. Il suffisso -mente rappresenta un antico complemento (attributo + nome all'ablativo) irrigidito in avverbio: clarā mente, chiaramente. Non mancano tracce di un passaggio dell'avverbio alla categoria corrispondente fornita di flessione, all'aggettivo: tutta livida significa "completamente livida" e l'avverbio ha assunto la terminazione femminile. In tedesco da hier ("qui") si può formare l'aggettivo hiesig in funzione di attributo, non però di predicato: der hiesige Professor für klassische Philologie; er ist Professor hier ecc.

Bibl.: H. Paul, Prinzipien der Sprachgeschichte, Lipsia 1921, cap. xx; K. Brugmann e B. Delbrück, Grundriss der vergleichenden Grammatik der indogerman. Sprachen, II, ii, Strasburgo 1913, p. 667 segg.; id., Abrégé de grammaire comp., Parigi 1905, p. 472; F. Mauthner, Beitr. zur Kritik der Sprache, III, 2ª ed., Berlino 1912, p. 102; J. Vendryes, Le langage, Parigi 1921, p. 157.

Vedi anche
modalità Matematica Nella logica, ciascuno dei modi con cui può configurarsi il nesso fra soggetto e predicato. Nella sillogistica aristotelica, i giudizi erano distinti a seconda che il nesso che univa il soggetto al predicato non fosse più la semplice asserzione di uno stato di fatto (S è P), ma quella di una ... parola Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase. Linguistica Il termine p. non ammette una definizione unitaria ed esauriente, ... semantica Ramo della linguistica che si occupa dei fenomeni del linguaggio non dal punto di vista fonetico e morfologico, ma guardando al loro significato. Il termine fu coniato da M. Bréal nel 1883 come sostituto di semasiologia. Gli studi linguistici I primi studi di s. di Bréal (Essai de sémantique, 1897) ... lìngue romanze Famiglia linguistica indoeuropea, originatasi in ampie aree europee (denominate Romània dai linguisti) dallo strato latino impiantato durante la dominazione romana. Le l.r. (dette anche neolatine) si possono suddividere su base geografica in cinque gruppi: iberoromanzo (dialetti portoghesi, spagnoli, ...
Tag
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  • DECLINAZIONE
  • ACCUSATIVO
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  • NOMINATIVO
Vocabolario
avvèrbio
avverbio avvèrbio s. m. [dal lat. adverbium, comp. di ad- «accanto a» e verbum «parola, verbo»]. – Parte invariabile del discorso che determina il verbo (per es., dorme saporitamente) e anche l’aggettivo o un altro avverbio (molto buono,...
malefatta
malefatta s. f. – Variante di malafatta, tratta dal plur. malefatte, intendendo male come avverbio.
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