Baghdad
Una città simbolo della civiltà araba
Capitale dell'Iraq, Baghdad è situata nella Mesopotamia, sul corso medio del fiume Tigri. Da sempre fulcro vitale del paese, punto d'incontro tra il mondo mediterraneo e l'Asia centro-meridionale, la città è stata devastata dalle guerre che si sono succedute in Iraq a partire dall'ultimo decennio del Novecento: la ricostruzione e il ritorno alla normalità
si prospettano lunghi e difficili.
Baghdad sorge al centro dell'antica Mesopotamia, nel punto in cui il Tigri e l'Eufrate si avvicinano maggiormente. La città è nata sulla riva destra del Tigri, ma in seguito si è sviluppata principalmente sulla riva sinistra. I quartieri moderni, costruiti in base al piano regolatore di un architetto italiano, O. Sissa, sono in vivace contrasto con quelli più antichi, con le loro viuzze strette e tortuose.
Centro commerciale e sede di numerose industrie, soprattutto chimiche e petrolchimiche, la città ha avuto un notevole sviluppo a partire dagli anni Settanta del Novecento, quando sono stati edificati nuovi quartieri, ammodernate le strade, aperto un aeroporto internazionale. All'inizio del 2000 la popolazione arrivava quasi a 6 milioni di abitanti: circa un quarto della popolazione dell'Iraq.
Purtroppo Baghdad è stata sconvolta dalle recenti guerre: il conflitto con l'Iran (1980-88); la guerra del Golfo (1990-91); infine l'invasione delle forze anglo-americane nel 2003, che all'inizio del 2004 ha portato alla caduta del regime di Saddam Hussein e a una situazione di grave instabilità, segnata da sanguinosi attentati. I bombardamenti hanno prodotto gravissimi danni agli stabilimenti industriali, ai quartieri residenziali, alle reti di comunicazione e di trasporto, nonché alle istituzioni culturali: il Museo di antichità mesopotamiche è stato barbaramente saccheggiato. Anche quando la situazione tornerà alla normalità, il processo di ricostruzione sarà lungo e difficile.
Baghdad fu fondata nel 762 d.C. dal califfo abbaside al-Mansur, sulla riva occidentale del Tigri. Il luogo scelto non era disabitato: la fitta rete di canali tra il Tigri e l'Eufrate irrigava una fertile pianura cosparsa di villaggi, uno dei quali portava da tempi antichissimi il nome persiano di Baghdad, che significa "dato da Dio".
La funzione della nuova città era quella di centro fortificato, come dimostra il doppio muro di cinta, difeso da un fossato e munito di 120 torri. Al centro si trovavano il palazzo del califfo e la moschea. Ben presto sorsero altri quartieri, e nel 768 fu costruito sulla riva orientale un castello. Intorno a esso si formò il secondo nucleo della città, che divenne in seguito la residenza dei califfi e superò in grandezza e splendore la città sulla riva occidentale, alla quale era unito da una serie di ponti. La nuova parte di Baghdad ospitava sontuosi palazzi circondati da immensi giardini e parchi, con riserve di animali selvatici, stagni e canali. Ricca di palazzi, moschee, scuole, bagni, ospedali, mercati, all'epoca dei califfi abbasidi Baghdad conobbe un grande sviluppo economico, culturale e artistico. Particolarmente celebre fu nel 12° secolo la Scuola di Baghdad di pittori e miniaturisti.
La fama della grandezza e dello splendore della città si sparse in Occidente, arricchita di particolari fantastici. Nemmeno con la decadenza del califfato e la sua divisione in una serie di Stati separati Baghdad perse la sua importanza. Il declino iniziò con l'invasione dei Mongoli, che la espugnarono nel 1258. Nel 1410 la città fu conquistata e gravemente danneggiata da Tamerlano. Dopo un breve dominio persiano, cadde nelle mani degli Ottomani, che la conservarono sino alla caduta dell'impero, nel 1918. Ridotta a città di provincia, Baghdad si era spopolata e impoverita, i suoi grandi edifici, abbandonati, erano andati in rovina. Divenne capitale dell'Iraq durante il mandato britannico, tra il 1920 e il 1932, e tale rimase dopo la conquista dell'indipendenza del paese.