ACQUAVIVA D'ARAGONA, Baldassarre
Figlio secondogenito di Giulio Antonio e di Anna Gambacorta, era già avviato alla carriera ecclesiastica, quando suo padre ed il fratello primogenito Giovanni Francesco furono costretti a fuggire in Francia: era infatti rettore di S. Felice e di S. Agnese a Troia, e probabilmente l'abito ecclesiastico e la sua astensione dalla lotta politica lo salvarono dalla reazione spagnola, che colpì gli altri suoi familiari.
Quando la madre riuscì, dopo lunghe cause col regio fisco e dietro versamento di una cospicua somma (19.000 ducati), a riottenere i feudi che le erano venuti come beni dotali dalla zia Caterina della Ratta, e cioè Caserta ed il suo territorio, l'A. ne ottenne l'infeudamento da Carlo V (1541). Fedele agli Spagnoli, combatté nella guerra di Siena (1554-55) e poi in quella contro Paolo IV (1556), arrolando a sue spese duecento cavalieri e cinquecento fanti e difendendo i confini dell'Abruzzo sul Tronto e Pescara. Accorto amministratore, accrebbe i suoi feudi, comprando il marchesato di Bellante, quello di Cassano in Terra di Bari (1560) e poi quello di Alvignano in Terra di Lavoro. Nel 1555 ebbe inoltre il diritto di giudicare nelle cause d'appello a Caserta e due anni dopo la mastrodattia ancora a Caserta e la portolania a Bellante.
Della sua famiglia fu il primo ad avere cariche pubbliche in seno al governo vicereale, avendo avuto il comando d'una compagnia ed essendo stato membro del Consiglio collaterale.
Donò ai carmelitani la chiesa della Madonna della Lacrima a Bellante. Sposò Geronima Caetani dalla quale ebbe Giulio Antonio, Vincenzo, Francesco e Marcello.
Morì nel 1576.
Fonti e Bibl.: P. Litta, Fam. cel. ital., Acquaviva, tav. IV; S. Ammirato, Delle famiglie nobili napoletane, II, Firenze 1651, p. 28; B. Storace, Istoria della famiglia Acquaviva reale d'Aragona, Roma 1738, pp. 63-64.