ODESCALCHI, Baldassarre
ODESCALCHI, Baldassarre. – Nacque a Roma il 24 giugno del 1844, dal principe Livio III, possidente, e dalla contessa polacca Zofia Katarzyna Branicka.
Trascorse l’infanzia e l’adolescenza nella città natale, presso la cui Università si laureò. Mostrò, fin dalla gioventù, un’inclinazione politica liberale e non nascose la propria avversione per il dominio temporale pontificio: per tale motivo, nel 1867, abbandonò Roma e la famiglia e si recò esule a Firenze, dove il 29 gennaio 1869 venne nominato addetto onorario di legazione al ministero degli Affari esteri a Vienna; nello stesso 1869 divenne socio della Società geografica italiana.
L’8 gennaio 1870 fu trasferito a Parigi, ma non vi si recò e continuò a prestare servizio presso il gabinetto del ministro: il 15 maggio fu collocato a riposo. Nella tarda estate, dopo aver preceduto l’esercito italiano nei propri feudi nei dintorni di Bracciano con l’intenzione di preparare gli abitanti al nuovo avvicendamento di potere nel Lazio, rientrò a Roma, dove il 22 settembre fu nominato dal generale Cadorna membro della giunta provvisoria di governo; pochi giorni dopo fece parte della deputazione incaricata di recare a Firenze, presso re Vittorio Emanuele, le urne del plebiscito del 2 ottobre della provincia romana. Tra il 29 novembre 1870 e il 9 agosto 1874 svolse l’incarico di consigliere provinciale di Roma per il mandamento di Bracciano. L’8 febbraio 1874 fu insignito del titolo di cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro.
Nelle elezioni politiche per la XII legislatura, nel 1874, venne eletto deputato per il collegio di Civitavecchia e prese posto, in conformità alle sue idee e ai suoi programmi, tra i banchi del centro-sinistra, pur non appartenendo ad alcuna formazione politica definita: per le sue opinioni piuttosto avanzate in campo sociale (si proclamò amico delle rivendicazioni proletarie) venne definito una sorta di socialista cristiano.
Fu comunque uno fra i più notevoli e attivi rappresentanti di quell’ala della nobiltà romana che si identificava con lo Stato nazionale liberale. In Parlamento pronunciò diversi discorsi e fece parte di diverse Commissioni parlamentari. Fu amico di Giuseppe Luciani (che più volte soccorse con prestiti di denaro) e legatissimo a Urbano Rattazzi fino alla sua morte (1873). Nello stesso 1874 si battè in duello con il giornalista Raffaele Sonzogno, a causa delle critiche mosse da quest’ultimo sulle pagine de Il Capitale alle cucine economiche, un’istituzione da lui fortemente appoggiata. Quando il 6 febbraio 1875 Sonzogno fu accoltellato su mandamento, tra gli altri, di Luciani, Odescalchi figurò tra i principali testimoni al processo per l’assassinio. Nello stesso anno votò contro i provvedimenti eccezionali di pubblica sicurezza proposti per la Sicilia dal ministero Minghetti.
Fu fortemente provato da tali avvenimenti e la sua salute fisica e mentale cominciò a risentirne. Si rifugiò all’estero adducendo come scusa la necessità di cure specifiche, non si candidò alle elezioni per la XIII legislatura. A Roma si sparse addirittura la voce che avesse vestito l’abito certosino.
Nel 1880 poté nuovamente candidarsi alla Camera per la XIV legislatura, nel collegio di Civitavecchia; rimase in carica anche per la legislatura successiva, fino al 1890. Fu membro della commissione direttiva del Museo artistico industriale di Roma. Nel febbraio 1889 prese la parola contro il ministero Crispi nella discussione sui gravi incidenti svoltisi nella capitale tra alcuni manifestanti del popolo e la polizia. Nel giugno dello stesso anno, la sera di s. Pietro mantenne il suo palazzo illuminato in segno di protesta per le feste in onore di Giordano Bruno.
Nel 1881 sposò la contessa fiorentina Emilia Rucellai (1857-1940), dalla quale ebbe quattro figli: Flaminia (n. 1882), Innocenzo (n. 1883), Paola (n. 1884) e Sofia (n. 1888).
Tra il 1891 e il 1896, per le legislature XVI e XVII, sedette tra i banchi della Camera come rappresentante del collegio di Ascoli Piceno. Nel 1888 assisté suo fratello Ladislao nella fondazione della cittadina balneare di Ladispoli, a nord della capitale. Il 25 ottobre 1896, su proposta del prefetto di Roma, venne nominato senatore del Regno: prestò giuramento il 2 dicembre. In Senato, tra il 6 giugno 1902 e il 18 marzo 1908, svolse l’incarico di commissario di vigilanza al Fondo per l’emigrazione.
Morì a Civitavecchia il 5 settembre 1909.
Scrisse diverse opere, dimostrando fin da giovanissimo un interesse particolare per le questioni artistiche: Delle esposizioni. Conferenza… (Roma 1873); Gli studi di Roma. Ricordi artistici (ibid. 1875); Dell’insegnamento dell’ornato… (ibid. 1883); Impressioni di storia e d’arte (ibid. 1896); ebbe anche interessi politici (Lettere del deputato B. O. all’on. Andrea Costa, ibid. 1890; Lettere sociali, ibid. 1894; Appunti, ibid. 1894), nonché per la memorialistica e per la letteratura di viaggio (Il libro dei viaggi, I-II, Roma-Torino 1905, che raccoglieva gli scritti precedentemente pubblicati sui suoi viaggi in Palestina, Argentina, Costantinopoli e Stati Uniti).
Si vedano inoltre: Sulle presenti condizioni economiche dell’Ungheria, in Boll. consolare, V (1869), 2, p. 295; L’Ungheria, in Nuova Antologia, XV (1870), settembre, pp. 168-179; Il movimento artistico-industriale in Inghilterra, nella Francia e nel Belgio e istituzioni intese a promuoverlo, Roma, 1880 (in collab. con R. Erculei); Discorso …, in Nel IV centenario della nascita di Raffaello, ibid. 1883, pp. 47-64; Tre grandi uomini: Cristoforo Colombo, Francesco d’Assisi, il Cid Campeador, ibid. 1885; Sul bilancio della guerra. Discorso… pronunziato alla Camera dei Deputati nella seduta dell’8 maggio 1894, ibid. 1894; Una gita in Palestina…, in Nuova Antologia, 1° settembre 1897, pp. 98-120; 16 settembre 1897, pp. 304-320; Dell’allevamento di cavalli in Italia, ibid., 16 aprile 1898, pp. 664-673; Garibaldians and the Vatican, in Contemporary Review, 1899, vol. 75, p. 563; Un viaggio nell’Argentina, in Nuova Antologia, 1° febbraio 1900, pp. 599-619; 1° marzo 1900, pp. 65-86; 16 marzo 1900, pp. 257-276; 1° aprile 1900, pp. 466-488; Le pitture di Bosco Reale, ibid., 16 marzo 1901, pp. 378-397; Ricordi di Costantinopoli, ibid., 16 maggio 1902, pp. 302-310; 1° giugno 1902, pp. 457-470; 16 giugno 1902, pp. 653-665; 1° luglio 1902, pp. 103-114; 16 luglio 1902, pp. 229-240; Sull’ippica, ibid., 16 luglio 1903, pp. 201-217; 1° agosto 1903, pp. 419-435; New York. Impressioni, ibid., 1° giugno 1905, pp. 484-501.
Sembra che Odescalchi abbia composto, con risultati non felici, anche alcuni lavori drammatici, di cui tuttavia non rimane traccia. Fu inoltre un personaggio noto alle cronache mondane del tempo per i suoi successi sportivi (Ricordi di un antico sportsman, Torino 1900) ed economici.
Fonti e Bibl.: A. De Gubernatis, Piccolo dizionario dei contemporanei italiani, Roma 1895, p. 652; D. Amato, Cenni biografici d’illustri uomini politici…, I, Napoli 1887, pp. 381 s.; T. Sarti, Il Parlamento italiano nel cinquantennio dello statuto, Roma 1898, pp. 403-405; Chi è? Annuario biografico italiano, Roma 1908, pp. 184 s.; M. Rosi, Diz. del Risorgimento nazionale…, III, pp. 723 s. (E. Michel); Enc. biografica e bibliogr. «Italiana», A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, Roma 1941, II, p. 257; La formazione della diplomazia nazionale (1861-1915), Roma 1987, pp. 544 s.