ALCÁZAR, Baltasar del
Poeta satirico, nato in Siviglia nel 1530. Seguì la carriera delle armi e s'imbarcò sulle galere del marchese di Santa Cruz. Ritiratosi nella città natia, attese allo studio dei classici latini e italiani e alle cure serene d'una poesia spontanea e festosa. Scrisse poesie d'amore delicate di forma e di pensiero, petrarcheggianti nei metri e nei concetti, e appartenne al gruppo d'italianisti sivigliani che fu capeggiato da Fernando de Herrera. Fu amico di Gutierre de Cetina, a cui diresse alcune Epístolas; compose anche qualche schietta lirica religiosa; ma coltivò di preferenza la satira e l'epigramma, prendendo a modello, per la prima, Orazio, e per il secondo, Marziale e gli epigrammi greci. La sua poesia si distingue per l'agile scioltezza del verso, per l'arguzia e l'ingegnosità della vena umoristica; famosa è la Cena joocosa per il blando epicureismo che vi serpeggia: lo stesso Cervantes ne fa ricordo nel Canto de Calíope. Morì a Ronda nel 1606.
Le sue opere in Bibl. de Autores Españ., XVI, XXXII, XXV, XLII; Poesías, edizione della Soc. de Bibliófilos Andaluces, 1878, con proemio di F. Rodríguez Marín; Poesías, Madrid 1910.