bancomat e altre carte intelligenti
Il denaro diventa di plastica
Le carte intelligenti, tra cui i bancomat, contengono dati sul loro proprietario, che vengono memorizzati su una banda magnetica o su un microchip. Queste carte possono essere usate in vari modi: per eseguire operazioni bancarie, o per accedere a vari tipi di servizi a pagamento; come cartellino per registrare le presenze sui luoghi di lavoro; come chiave di accesso per ricevere spettacoli televisivi criptati attraverso un decoder. Queste carte, per garantire la sicurezza del proprietario, sono protette da un sistema di cifratura che ostacola così l'utilizzo da parte di sistemi non autorizzati
Le carte intelligenti non sono altro che rettangoli di plastica a cui viene aggiunto un supporto in grado di contenere informazioni in formato digitale. Le carte a banda magnetica, come la maggior parte dei bancomat e carte di credito, si riconoscono per la presenza di una striscia scura, appunto la banda magnetizzabile per la registrazione delle informazioni. Queste carte hanno iniziato a circolare nei primi anni Settanta e da allora il loro uso si è rapidamente diffuso nelle più svariate applicazioni, come le tessere telefoniche o i biglietti elettronici per i mezzi di trasporto. I vantaggi di queste carte sono dati dal loro basso costo e dalla facilità di programmazione e registrazione.
La striscia è composta da materiali metallici come ossido di ferro o ferrite di bario, che vengono mescolati a una resina ottenendo una vernice. Questa, a sua volta, è incollata su uno strato della carta per poi essere magnetizzata. A volte, per evitare che questo strato si deteriori, il tutto è coperto da un velo di plastica. I dati sono memorizzati per mezzo di campi magnetici che orientano le molecole presenti sulla striscia, esattamente come avviene in un normale registratore a cassette.
Le particelle magnetiche, per poter contenere le informazioni, vengono inizialmente tutte orientate lungo un'unica direzione; poi, al momento della registrazione dei dati, il loro orientamento cambia a seconda che debbano rappresentare uno 0 o un 1. Le informazioni, infatti, sono registrate utilizzando il codice binario, lo stesso in base a cui funzionano i computer.
La disposizione delle particelle ferrose influenza un valore, detto coercitività, che indica l'intensità del campo magnetico richiesta per registrare i dati sulla striscia magnetica. Le carte magnetiche si suddividono così in quelle ad alta coercitività (HiCo) e bassa coercitività (LoCo). Nel primo caso occorre un forte campo magnetico per la registrazione dei dati, nel secondo ne basta uno più debole. Se la coercitività è bassa la carta costa meno ed è più facilmente registrabile, ma contemporaneamente rischia altrettanto più facilmente di perdere le informazioni contenute, ossia di smagnetizzarsi. Per distinguere le une dalle altre a volte basta osservare il colore della banda magnetica: quelle di tonalità nera sono di tipo HiCo, mentre quelle LoCo hanno una tinta bruna.
La lettura di queste carte avviene quando si fa passare la banda magnetica all'interno di un lettore. Mentre il nastro di un'audiocassetta è trascinato dal motore contenuto dal registratore, in questo caso siamo noi a eseguire lo stesso movimento, facendo strisciare la carta sul lettore.
Le smart cards costituiscono l'altra grande famiglia delle carte intelligenti. A volte indicate anche con i termini di smart chip card e IC card, sono state inventate negli anni Settanta e si sono diffuse a partire dalla fine del decennio successivo. Incorporano al loro interno un chip in grado di memorizzare una quantità maggiore di informazioni rispetto alle carte magnetiche. Il microprocessore può essere individuato facilmente: è quel quadrato dorato che compare su un lato della carta. In alcuni casi il processore e la memoria incorporata possono eseguire veri e propri calcoli, rielaborando i dati inseriti che possono essere modificati tutte le volte che si desidera. Queste card, così come i computer, possiedono una memoria RAM (Random access memory "memoria ad accesso casuale"), una memoria ROM (Read only memory "memoria di sola lettura") per lo stoccaggio delle informazioni e un processore.
La fonte energetica a cui attinge il processore per il suo funzionamento è lo stesso lettore: quando si inserisce la card nella fessura dell'apparecchio che deve leggere le informazioni, si trasmette al processore energia che lo mette in funzione, facendogli eseguire le operazioni per le quali è stato programmato. Oltre al fatto di contenere più informazioni e poter eseguire calcoli e operazioni, queste carte hanno il vantaggio, rispetto a quelle magnetiche, che non rischiano la perdita delle informazioni per la smagnetizzazione della banda.
Oltre che come carte di credito, queste carte sono anche utilizzate per i cosiddetti loyalty systems, ossia per aumentare la fedeltà dei consumatori a una certa marca o un negozio. Il negoziante consegna agli acquirenti una carta su cui sono segnati i punti che si accumulano e che permettono alla fine di ricevere alcuni premi. Le medesime card possono essere usate anche per guardare i programmi della televisione criptata: inserite nell'apposito decoder, permettono di decifrare i programmi a pagamento.
In alcuni casi le operazioni che la carta deve eseguire sono crittografate, cioè scritte con un sistema di cifratura che ostacola la lettura dei dati da parte di sistemi non autorizzati. Per garantire la sicurezza dell'utente, in molti casi oltre a inserire la carta nell'apposito lettore è anche necessario digitare un codice numerico PIN, sigla di Personal identification number ("numero di identificazione personale").
Se un utente sbaglia il codice PIN per un certo numero di volte, questo viene disabilitato e occorre utilizzare un codice alternativo, chiamato PUK, sigla per Personal unblocking key ("chiave personale antibloccaggio"). Se anche in questo caso dopo diversi tentativi il codice PUK digitato è errato, la card si autodisattiva completamente ed è necessario sostituirla. In questo modo la sicurezza della card è garantita contro chi ne entra casualmente in possesso e, non conoscendone i codici di accesso, prova a digitare numeri a caso.
Oltre alle carte magnetiche e a quelle con chip, c'è una terza categoria di carte intelligenti: quelle che utilizzano la tecnologia RFID, sigla di Radio frequency identification ("identificazione a radio frequenza"). Queste carte permettono solo la lettura di dati e non consentono la sovrascrittura come le smart card. Incorporano un microtrasmettitore che emette un segnale radio. Questo può essere captato solo quando la carta è abbastanza vicina a un apposito ricevitore, con una distanza generalmente compresa, secondo il tipo di trasmettitore, tra qualche centimetro e cinque metri. Le RFID card sono così anche note come 'carte di prossimità', in quanto funzionano non per strisciamento, ma per vicinanza. Le carte con tecnologia RFID possono essere utilizzate per identificare una persona e per permetterle o negarle l'accesso a una determinata area di un ufficio.
La riservatezza, o privacy, è un diritto, e le nuove tecnologie che consentono di seguire istante per istante la vita di una persona possono metterlo in pericolo. Dalla carta di credito, come pure dalle carte di raccolta punti dei supermercati, è possibile risalire agli acquisti effettuati dal titolare e quindi ai suoi gusti. I titolari dei supermercati, per esempio, possono così conoscere le abitudini di ogni famiglia, analizzandone i gusti, e anche sapere come chi fa la spesa risponde alle differenti promozioni o agli sconti. Chi entra in possesso dei dati contenuti in questi data base (banca dati) può quindi venire a conoscere dettagli molto personali sulla vita degli utenti e magari usarli per indirizzare loro promozioni e offerte mirate. Per questo, da molte parti, si sono levate voci in difesa di una maggiore riservatezza sulle abitudini dei consumatori.
Oggi in Italia, come in molti paesi, l'utilizzo dei dati personali raccolti in data base elettronici come quelli prodotti dall'uso di smart card è regolato da una apposita legge.