BANGOR
Cittadina del Galles, nella contea del Caernarvonshire, posta sullo stretto di Menai, sede vescovile e, dal secolo scorso, universitaria.B. sorge sul luogo del monastero di B. Fawr o Great B., fondato intorno al 525 da s. Daniele (Deiniol) che nel 546 fu consacrato primo vescovo del Gwynedd, forse per mano di s. Dubricio (Dyfrig). Un altro successivo vescovo della regione del Gwynedd, s. Elbod, fu il primo membro della chiesa gallese ad accettare la supremazia di Roma nel 768, un secolo dopo il sinodo di Whitby (664); B. continuò tuttavia fino al sec. 13° a mantenere la sua identità di comunità clas (chiesa madre celtica) sotto un abate-vescovo strettamente legato ai principi del Gwynedd e indipendente dal controllo normanno. Dopo la conquista inglese del 1282, il monastero si conformò alla liturgia romana, organizzandosi in forma di capitolo di canonici secolari con a capo un decano, reggente a un tempo la cattedrale e la diocesi.Il primo riferimento documentario a edifici monumentali risale al sec. 11° e precisamente al 1073, quando una chiesa fu distrutta da una scorreria vichinga.Resti della prima fase costruttiva del monastero sono forse da riconoscere in tratti di muratura e in alcuni blocchi lavorati venuti alla luce nella zona dell'Univ. College, confrontabili con un gruppo di piccole celle celtiche a Tintagel in Cornovaglia, nonché nel pozzo di S. Giovanni.Probabilmente sotto il vescovo Davide (1120-1139) fu costruita una chiesa cattedrale a pianta cruciforme, realizzata in pietra, con abside e cappelle radiali semicircolari. L'attuale presbiterio quadrato - frutto di un ritorno allo schema celtico o dell'adozione del nuovo stile cistercense - ha sostituito agli inizi del sec. 13° l'abside centrale romanica. Il vescovo Anian I (1267-1305) promosse la ricostruzione della campata di incrocio con pilastri a fascio sostenenti una torre nolare (quest'ultima distrutta da un incendio nel 1309 e mai ricostruita) e l'ampliamento del braccio meridionale del transetto, di cui restano tre contrafforti con colonnine e gâbles e capitelli fitomorfi.Nel corso del sec. 14° fu ampliato il braccio settentrionale del transetto, fu ripavimentato il coro e il corpo longitudinale fu ricostruito a tre navate, con finestre archiacute divise in trifore ad archi trilobi sormontate ciascuna da tre oculi quadrilobi. Nel 1409 i sommovimenti politici guidati da Owen Glyndwr provocarono danni che furono probabilmente all'origine degli ampi restauri iniziati alla fine del 15° secolo.Le parti superstiti dell'edificio medievale sono il presbiterio del sec. 13° - con finestre del 1500 ca. -, le navate del sec. 14°, il transetto con finestre dei secc. 13° e 14°, mentre le arcate e la parte superiore delle pareti della navata centrale, la torre sulla facciata e una grande finestra nella parete meridionale del presbiterio (fine del sec. 15°-inizio del 16°) costituiscono un tardo esempio di perpendicular style, che ebbe vasta risonanza nella regione.Gli estesi restauri del sec. 19° (Scott, 1866-1870) sostituirono alcuni capitelli del corpo trasverso dell'edificio ma nel complesso utilizzarono, dove possibile, per le modanature delle finestre e per i sostegni, frammenti originali o copie e conservarono le mensole originali a sostegno delle nuove coperture. L'arredo interno venne rifatto, tranne il fonte battesimale ottagonale del sec. 15° presso la parete di controfacciata.In un lapidario situato nella navata settentrionale sono raccolte, oltre a documenti, alcune piastrelle pavimentali, una mensola lignea di stallo e diverse sculture in pietra. Tra queste ultime si trovano frammenti di modanature, di elementi architettonici e di croci che datano dal 10° al 12° secolo. Una lapide in arenaria gialla del sec. 14° proveniente dalla tomba di "[...] Eva que fuit ux(or) [...] Anwel [...]" reca l'immagine a bassorilievo di una donna con lunga veste e soggolo entro una nicchia a cinque lobi decorata a rosette; gli spazi ai lati dell'arco sono decorati da rilievi a disegni fitomorfi nello stile tradizionale locale. La figura, per alcuni particolari come le mani, può essere accostata al rilievo sepolcrale di Giovanna, figlia del re Giovanni d'Inghilterra e moglie di Llewelyn I (m. nel 1237), ora a Beaumaris, nell'isola di Anglesey, primo di una serie di rilievi simili nel Galles settentrionale.Molte piastrelle del sec. 14° provenienti dal coro sono state collocate nel pavimento della navata settentrionale; alcuni elementi iconografici - come la presenza di animali reali e fantastici e di figure umane - e tecnici, come il fatto che le linee di contorno delle decorazioni non sono riempite con argilla bianca, come di solito avveniva, rappresentano un unicum nella regione; i motivi secondari ricordano invece quelli delle piastrelle delle cattedrali di St Patrick a Dublino e di Chester.Tra le opere lignee è da ricordare il Cristo di Mostyn, figura legata e agonizzante, oggi priva delle braccia, realizzata in legno di quercia a grandezza quasi naturale, opera di alto livello qualitativo, che apparteneva probabilmente a un gruppo della Flagellazione della fine del 15° secolo.Nella biblioteca si conserva il pontificale scritto per il vescovo Anian (come attesta la scritta a c. 164v), da identificare probabilmente con Anian II (1309-1328).A N-E della cattedrale esisteva un convento domenicano di notevoli dimensioni risalente alla metà del sec. 13° di cui sussistono, oltre alla Friar's School, una serie di lastre tombali del sec. 13° (raccolte ora nel Mus. of Welsh Antiquities and Art Gall.). Alcune delle lastre sono scolpite con croci con motivi vegetali a rilievo, caratteristiche del Galles settentrionale, con spade e iscrizioni in maiuscole gotiche a rilievo.S. Daniele fondò anche Bangor-is-Coed, nel Flintshire, dove si conserva una chiesa, dedicata al padre del santo s. Dunawd, che presenta alcune finestre del sec. 14° e altre, in perpendicular style, che ricordano analoghi elementi della cattedrale di B. e della parrocchiale di Clynnog Fawr; simile alla volta a botte del coro, lignea e decorata a pannelli intagliati, era un soffitto, ora distrutto, nel palazzo vescovile a Bangor.
Bibl.: G.G. Scott, Reports on Bangor Cathedral Restoration, 2 voll., London 1866-1870; S.W. William, Tiles found during the restoration of Bangor Cathedral, Archaeologia Cambrensis 12, 1895, pp. 107-111, figg. 1-6; W.J. Hemp, The Mostyn Christ, ivi, 97, 1942-1943, pp. 231-232, figg. 1-2; Caernarvonshire, II, Central (Royal Commission on Ancient and Historical Monuments in Wales and Monmouthshire), London 1960, pp. 1-14, 36-39; III, West, London 1964, pp. CXXII-CXXIV, 115; C.A. Gresham, Medieval Stone Carving in North Wales, Cardiff 1968; J.M. Lewis, Welsh Medieval Paving Tiles, Cardiff 1976, figg. 37-38.K. Watson