(ingl. Wales) Regione storica e amministrativa della Gran Bretagna (20.732 km2 con 2.980.000 ab. nel 2007). Capitale Cardiff. Forma un vasto aggetto peninsulare, bagnato dal Mare d’Irlanda a N, dal Canale di Bristol a S, dal Canale di San Giorgio a O. Ad E il confine con l’Inghilterra, che risale alla prima metà del 16° sec., ha carattere amministrativo più che fisico, pressappoco in corrispondenza del 3° meridiano O. Essenzialmente montuoso, il territorio si può identificare con i Monti Cambrici, di origine paleozoica, dove l’altezza massima è lo Snowdon (1085 m) a NO. L’idrografia, notevolmente frammentata, assume una struttura a raggiera, e tuttavia asimmetrica, con fiumi più brevi sul versante occidentale (Dovey, Teifi), mentre i più lunghi hanno direzione orientale, per poi volgere bruscamente a S (Wye, Severn), o a N (Dee), sboccando, rispettivamente, nel Canale di Bristol e nel Mare d’Irlanda, con profondi estuari. Data la posizione geografica, il clima è chiaramente atlantico, con precipitazioni abbondanti e ben distribuite nell’arco dell’anno; le temperature, relativamente miti in inverno (5°C), non superano i 16°C nel periodo estivo. La copertura vegetale è in prevalenza formata da pascoli e boschi.
Nel G. meridionale vi sono importanti giacimenti di carbone, inattivi però dal 1994. La recessione dell’attività mineraria ha gravemente compromesso il sistema economico gallese, il quale non può contare su altre risorse naturali che non siano l’acqua e le foreste, creando seri problemi di riconversione della manodopera. La ristrutturazione industriale promossa negli anni 1980 e 1990 ha in parte modificato il quadro produttivo. Il modello di crescita industriale, fortemente agglomerato e poggiante su industrie di base (siderurgiche e dell’alluminio) è entrato in crisi, provocando interventi di riequilibrio al fine di diversificare i comparti manifatturieri, dal punto di vista sia della specializzazione sia della distribuzione spaziale; si sono affiancati quindi impianti per apparecchiature elettriche e strumenti ottici, fabbriche di prodotti chimici e di fibre artificiali.
Anche il sistema dei trasporti ha subito modificazioni e le strutture portuali di Cardiff e Swansea, usate un tempo per l’esportazione del carbone, sono state trasformate in moderni e ricercati complessi abitativi.
I Celti si installarono nel G. verso il 600 a.C. La conquista romana del 1° sec. d.C. non riuscì ad assimilarli e nel 5° sec. le invasioni sassoni li ricacciarono verso ovest. Rodrigo il grande (Rhodri Mawr) creò uno Stato unitario embrionale ma alla sua morte (877) il Regno fu diviso tra i figli. I tre Regni principali, di Gwynedd a N, di Powys al centro e di Deheubarth a S, riconobbero la sovranità inglese. Con la conquista normanna del G. meridionale, immigrati normanni e fiamminghi popolarono le città, mentre i Celti rimasero agricoltori. Nel NE re Gruffydd ap Cynan (m. 1137) si mantenne indipendente; suo figlio Owain si alleò con Rhys ap Gruffydd, ultimo principe di Dinefawr, contro i re inglesi, ma Rhys negoziò la pace con Enrico II (1171) e la sua casata ebbe il predominio. Nel 1240 Llewelyn di Iorwert il grande, genero di re Giovanni d’Inghilterra, unificò i Gallesi. Il nipote Llewelyn II di Gruffydd, alleatosi con i baroni insoddisfatti e con Simone di Montfort, concluse la vantaggiosa pace di Montgomery (1267), ma in seguito Edoardo I stroncò una nuova rivolta di Llewelyn II, che morì in combattimento (1282). Edoardo incorporò il Galles nel 1284 e lo frazionò in contee, dando il titolo di principe di G. al figlio Edoardo. L’Atto di unione del 1536 permise alle 12 contee gallesi di mandare al Parlamento 24 rappresentanti; l’aristocrazia fondiaria assimilò usi e costumi inglesi, mentre le classi medie e basse mantennero idioma e aspirazioni nazionali.
Il 18° sec. fu caratterizzato da movimenti che portarono allo scisma (completato nel 1811) tra Chiesa anglicana e metodisti. Lo scisma fu una delle manifestazioni da cui si affermò, nel 19° e 20° sec., il particolarismo gallese, manifestatosi fra l’altro con la tendenza all’uso del gallese come lingua letteraria. La rivoluzione industriale, l’aumento della popolazione (salita da 590.000 a 2 milioni di abitanti nel corso dell’Ottocento), il sorgere di una borghesia insieme all’organizzarsi della classe operaia nelle Trade Unions, il progresso della vita culturale, economica ecc. sono stati gli elementi salienti della storia gallese contemporanea. Le spinte autonomistiche si svilupparono già a partire dal secondo decennio del 20° sec. con la formazione (1925) del Plaid Cymru (Partito gallese), tuttavia il referendum sulla creazione di un Parlamento del G. svoltosi nel 1979 ebbe esito negativo. Nel 1997 il processo di decentramento politico-amministrativo avviato dal governo Blair ha condotto a un nuovo referendum popolare che ha approvato la nascita di un organismo legislativo locale: nel 1999 si è quindi insediata un’assemblea nazionale gallese (Cynulliad Cenedlaethol Cymru) competente in alcuni specifici settori, i cui poteri sono destinati ad ampliarsi (Government Wales Act, 2006).
Il gallese è una lingua celtica insulare appartenente al gruppo britannico. Nella sua fase antica e media fu usato anche come lingua letteraria ma nella fase moderna, cioè dopo la Riforma, è stato lentamente sopraffatto dall’inglese e oggi è limitato alla funzione di parlata regionale, malgrado sia in corso da anni un’azione di recupero, con introduzione del bilinguismo a livello ufficiale, programmi televisivi in lingua e insegnamento nelle scuole.
Principe di G. Titolo del principe ereditario d’Inghilterra, concesso nel 1301 da Edoardo al figlio Edoardo (poi re Edoardo II) e di regola portato dai principi ereditari delle successive dinastie.