BARI (VI, p. 177)
Bari deve un rapido e sorprendente sviluppo a un insieme di opere eseguite dopo l'avvento del regime fascista. Le due arterie stradali (Lungomare Nazario Sauro e Lungomare Imperatore Augusto) che limitano la città per tutta la parte prospiciente il mare, con l'insieme degli edifici che vi si affacciano e numerose opere di abbellimento, hanno completamente trasformato il volto della città. Particolare pregio architettonico hanno sul Lungomare Nazario Sauro gli edifici del Circolo canottieri "Barion", del grande Albergo delle nazioni di proprietà del comune, dell'amministrazione provinciale, del Ministero dei lavori pubblici, del comando della IV zona aerea e della legione dei reali carabinieri; e, sul Corso della Vittoria, quelli dell'Intendenza di finanza, delle facoltà di giurisprudenza e di commercio dell'università; del liceo-ginnasio O. Flacco, del comando della XII zona Camicie nere, della caserma della guardia di finanza, della Casa del mutilato in via di ultimazione e lo stadio della Vittoria. Stanno inoltre per essere ultimati il policlinico e il sanatorio che assicureranno a Bari una completa organizzazione sanitaria. Anche l'edilizia privata si è notevolmente arricchita negli ultimi anni, specialmente nella parte orientale della città.
I lavori progettati per migliorare le condizioni del porto (p. 179) sono in via di completamento. Solide opere di difesa hanno oramai scongiurato per sempre alla città ogni pericolo di alluvioni (p. 180).
Molteplici istituzioni sono state create recentemente a Bari. Prime fra queste l'Università adriatica Benito Mussolini, la sede della Corte di appello di Puglia, il comando della IV zona aerea territoriale e quello della XII zona Camicie nere.
L'attività industriale della città (p. 179), sarà nel 1938 notevolmente incrementata dal funzionamento degl'impianti dell'Azienda nazionale idrogenazione combustibili. Tali stabilimenti provvederanno all'idrogenazione del petrolio grezzo albanese. Un nuovo impulso industriale la città riceverà anche dall'imminente apertura dei cantieri delle acciaierie e ferriere pugliesi per la fabbricazione di tubi d'acciaio senza saldatura tipo Mannesmann.
Monumenti (p. 180). - Numerose colonne provenienti da edifici romani sorgono su un tratto del Lungomare Imperatore Augusto; notevole il cippo con il CXXVIII miglio della via Appia-Traiana.
Recenti opere di sistemazione della zona adiacente alla basilica hanno ridato l'antico splendore al monumento che ora, libero di sovrastrutture e isolato dalle vecche casupole che deturpavano la purezza delle linee architettoniche, trionfa nelle audaci facciate, nelle robuste arcate, negli eleganti esaforati, mentre la bella mole absidale si riaffaccia al mare. A cura del comune è stato anche restaurato l'antico Portico dei pellegrini in Piazza S. Nicola, nel quale sono raccolti i cimelî architettonici e decorativi della basilica. Notevoli restauri sono stati compiuti anche nella cattedrale (vedi puglia, XXVIII, tav. CVI).
Bibl.: M. Gervasio, Bronzi arcaici e ceramica geometrica nel museo di Bari, Bari 1921; id., Guida della Pinacoteca provinciale di Bari, ivi 1937.
La Fiera del Levante di Bari.
La Fiera del Levante, istituita nel 1930, fu chiamata a svolgere una funzione di collegamento fra i traffici orientali e occidentali, individuando una schietta e decisa tendenza della politica italiana. Il quartiere fieristico, disegnato su un'area iniziale di metri quadrati 115.400, si sviluppò rapidamente fino a quasi raddoppiare la sua estensione. Per ottenere la vasta spianata su cui dovevano sorgere i più completi e più vasti impianti di una fiera internazionale moderna, fu sottratta al mare una superficie di oltre 40.000 mq. con un volume di circa 50.000 mc. di acqua.
La prima manifestazione della Fiera del Levante raccolse la partecipazione di 1355 espositori, di cui un decimo stranieri appartenenti a 16 nazioni, nove delle quali partecipanti in forma ufficiale; le mostre furono rappresentate da oltre 10.000 quintali di prodotti. Tutto ciò valse specialmente a dimostrare le possibilità di affermazione e di sviluppi che la Fiera di Bari assicurava alle finalità che l'avevano ispirata. Le possibilità di una più decisa affermazione della Fiera erano insite infatti, da una parte, nel programma ispirato dalla posizione geografica della città, e, dall'altra, nella modernissima tecnica mercantile che presidiò la sua organizzazione e la sua attività.
La prima fase di sviluppo di questa specifica attrezzatura della Fiera del Levante si ebbe nel 1931 in occasione della sua seconda manifestazione. Furono allora escogitate e attuate nuove attrezzature che mutarono la solita tradizionale fisionomia delle fiere, le quali apparivano soltanto vetrine e vie di offerta, ma mancavano di una contropartita nel campo della richiesta organizzata con analoghi e pratici criterî. Pertanto, nel 1931, si inserì nel corpo stesso dell'attrezzatura fieristica barese un organismo commerciale nuovo, che si iniziò con la costituzione dell'ufficio scambî il quale predispose tutto quanto alla Fiera di Bari poteva specificatamente interessare in merito a importazioni, esportazioni, potenzialità estere di fornitura e di assorbimento, usi, preferenze, pratiche doganali e tariffarie. Una prima rispondenza pratica dell'iniziativa la si ebbe in quell'anno stesso con una grande riunione dei principali agenti e rappresentanti di commercio operanti nei paesi balcanici, africani e asiatici, i quali ebbero modo di gettare le basi di proficui e duraturi rapporti d'affari con elementi italiani ed esteri, iniziando quella che da parte dell'istituzione barese doveva essere in seguito l'opera di selezione dei suoi partecipanti, nel senso cioè di sollecitare all'interno l'intervento di quelle imprese aventi prodotti e capacità di produzione suscettibili di collocamento in Oriente e di richiamare da queste regioni gli elementi importatori aventi interesse alle produzioni medesime.
L'ufficio scambî intanto sviluppava la sua azione e nella manifestazione successiva si integrava con altre due iniziative, il reparto commerciale e le giornate di contrattazioni. Il primo raccolse e presentò in uffici allestiti sulla base della più moderna tecnica mercantile le case internazionali interessate alle importazioni e alle esportazioni. Le seconde fornirono vere e proprie assise nelle quali, per ognuno dei gruppi di attività economica rappresentati nella Fiera, venditori e compratori trovarono l'ambiente costituito per le più dirette e pratiche possibilità di affari. Queste provvidenze portarono la Fiera di Bari a rapida e schietta rinomanza nazionale e internazionale tanto che una recente legge ne fece una delle due grandi fiere internazionali d'Italia
Il numero dei partecipanti all'VIII manifestazione è stato di 4761 di cui 3137 italiani e 1624 stranieri. Il numero delle nazioni ufficialmente intervenute è stato di 19; il numero dei paesi rappresentati, con partecipazioni ufficiali o individuali, è stato di 49. La superficie generale della Fiera ha raggiunto i 200.000 mq. di cui oltre la metà è occupata da padiglioni e mostre.
In occasione dell'VIII Fiera si decise di riprendere e allargare l'iniziativa dei convegni a carattere economico. Furono ad essi interessati i seguenti paesi: Bulgaria, Egitto, Grecia, Iugoslavia e Turchia. A tali convegni sono intervenute singole delegazioni formate dai maggiori esponenti del commercio di esportazione e d'importazione di detti paesi.
Il movimento suscitato dalle giornate di contrattazioni ha registrato 1745 offerte e 1552 richieste.