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BARISANO da Trani

di U. Mende - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1992)
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BARISANO da Trani

U. Mende

Fonditore e scultore, attivo tra il 1179 e il 1189 in Italia meridionale, B. è l'autore di tre porte bronzee: quella del duomo di Trani, la porta settentrionale del duomo di Monreale e quella del duomo di Ravello. Di esse, due recano, su una lastra raffigurante il maestro inginocchiato ai piedi di un santo, la firma "Barisanus Tranensis" (a Trani) e "Barisanus Tranensis me fecit" (a Monreale); la terza, quella di Ravello, databile al 1179 in base all'iscrizione del donatore, va ugualmente attribuita a B. nonostante l'assenza della firma. Il nome dell'artista lascia supporre che egli, o la sua famiglia, fosse originario di Bari e che a Trani si trovasse la sua bottega.Le tre porte, formate da lastre con rilievi - fuse singolarmente e applicate su legno - e da cornici ornamentali, rivelano fra loro strette analogie. In esse gli elementi figurativi e ornamentali in gran parte si ripetono, poiché i singoli modelli di fusione vennero riprodotti con l'aiuto di controforme e, per ciascuna porta, combinati in modo diverso o integrati con nuovi elementi. È comune a tutte un programma iconografico che interpreta la porta della chiesa come 'porta del paradiso'. Si tratta della storia della salvezza presentata in un ciclo cristologico (incarnazione, morte e opera di redenzione di Cristo) concentrato in quattro scene che raffigurano la Madre di Dio in trono, la Deposizione dalla croce, la Discesa agli inferi e la Maiestas Domini. Questo ciclo è completato da figure isolate (apostoli, santi, precursori di Cristo, angeli adoranti) e da raffigurazioni simboliche (l'Albero della vita, simbolo della risurrezione di Cristo, affiancato da leoni e grifoni o disposto a inquadrare la protome leonina che funge da battaglio della porta; guerrieri, arcieri, e santi-cavalieri, che alludono alla protezione e alla vigilanza). Il programma figurativo, leggibile dal basso verso l'alto (oggi parzialmente interrotto da inserzioni successive), inizia con le raffigurazioni simboliche, prosegue con le schiere degli apostoli e dei santi fino alle formelle cristologiche che si concludono in alto con la Maiestas Domini. Quest'ultima è ripetuta nelle tre porte su ognuno dei due battenti; anche altre scene vi si ripetono, ma i soggetti replicati variano per diversi aspetti. È da ritenersi tuttavia che ciò non sia avvenuto in modo arbitrario, ma coerentemente nell'ambito di un programma figurativo che dava la possibilità di concepire ogni battente come un'unità a sé stante.Nelle porte bronzee di B. sono rielaborati elementi delle tradizioni bizantina e occidentale, secondo quanto proprio al linguaggio artistico pugliese del sec. 12°; è tuttavia l'influsso bizantino a prevalere, determinando il programma figurativo, i tipi iconografici e i caratteri formali. Le fonti iconografiche sono state infatti individuate proprio in ambito bizantino, nell'oreficeria, negli intagli in avorio e nelle miniature. Le formelle e le cornici, di modesto rilievo plastico, mostrano uno stile di straordinaria dolcezza e sottigliezza. L'ornamentazione estremamente articolata e di grande ricchezza formale è eseguita con cura; le figure variano nel modellato e hanno, nonostante lo scarso aggetto del rilievo, una forte corporeità; l'impressione complessiva di queste 'pareti figurate' ricorda la preziosa superficie delle opere di oreficeria. È possibile che B. abbia lavorato anche come orafo ed è comunque presumibile che egli sia stato tanto il fonditore quanto il modellatore delle porte di bronzo, come sembra confermare d'altronde la grafia, in larga parte unitaria, dei rilievi.Di grande finezza esecutiva è soprattutto la porta di Ravello, la prima a essere realizzata; in essa si riscontra una cura particolare nella realizzazione delle controforme, che a Monreale appaiono, in confronto, imprecise. Termini di riferimento per la datazione della porta siciliana sono il 1185, anno in cui furono terminate le imposte bronzee di Bonanno Pisano (v.) nel portale occidentale dello stesso duomo, e il 1189, anno della morte del committente, il re Guglielmo II di Sicilia. L'incarico per le porte di Monreale, affidato dal re a B. e Bonanno, testimonia come essi fossero a capo delle più importanti fonderie italiane del tardo 12° secolo.Particolarmente sfarzosa è la porta del duomo di Trani, la più grande delle tre, concepita in modo che la sua terminazione superiore si inserisca armoniosamente nel portale ad arco a tutto sesto del duomo. Ricca nell'ornamentazione, essa è realizzata, diversamente dalle altre, con un abile sistema che prevede la fusione simultanea delle formelle con parti della cornice. La cura particolare richiesta per l'esecuzione e l'installazione di questa porta potrebbe costituire una prova ulteriore del fatto che B. aveva a Trani la sua bottega.

Bibl.: H.W. Schulz, Denkmäler der Kunst in Unteritalien, I, Dresden 1860, pp. 116-127, tavv. 20-25; I.M. Palmarini, Barisano da Trani e le sue porte in bronzo, L'Arte 1, 1898, pp. 15-26; E. Bertaux, L'art dans l'Italie méridionale, Paris 1903 (19682), I, pp. 418-423; M. Cagiano de Azevedo, Restauri a porte di Bronzo, BICR 9-10, 1952, pp. 23-40: 23-26; G. Secchi, Analisi di bronzi, leghe di argento e leghe metalliche eseguite sulle porte di Trani e Montecassino, ivi, pp. 41-47: 41; A. Boeckler, Die Bronzetüren des Bonanus von Pisa und des Barisanus von Trani (Die frühmittelalterlichen Bronzetüren, 4), Berlin 1953, pp. 47-70, figg. 97-170; M. Cagiano de Azevedo, Die Bronzetüren von Montecassino, Troia und Trani und ihre Wiederherstellung, Mitteilungen der Gesellschaft für Vergleichende Kunstforschung 6, 1953, pp. 85-91: 85-86; H. Leisinger, Romanische Bronzen, Zürich 1956, tavv. 130-136, 159-160 (trad. it. Bronzi romanici, Milano 1956); R. Salvini, Il chiostro di Monreale e la scultura romanica in Sicilia, Palermo 1962, pp. 258-259, fig. 106; W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l'architettura normanna in Sicilia, Palermo 1965, pp. 22, 37, 51, 238-239, 246, tav. 26; U. Götz, Die Bildprogramme der Kirchentüren des 11. und 12. Jahrhunderts, Bamberg 1971, pp. 243-260; D.A. Walsh, The Bronze Doors of Barisanus of Trani, (tesi), 2 voll., Univ. of Minnesota 1974; A. Thiery, in L'art dans l'Italie méridionale. Aggiornamento dell'opera di Emile Bertaux, Roma 1978, V, pp. 633-635, tav. 104; U. Mende, Die Türzieher des Mittelalters (Bronzegeräte des Mittelalters, 2), Berlin 1981, pp. 36-37, 145-146, 183, 220-221, figg. 66-69; D.A. Walsh, The Iconography of the Bronze Doors of Barisanus of Trani, Gesta 21, 1982, pp. 91-106; U. Mende, Die Bronzetüren des Mittelalters, München 1983, pp. 94-101, 164-170, tavv. 136-163; W. Melczer, La porta di bronzo di Barisano da Trani a Ravello, Cava dei Tirreni 1984; B. Ronchi, La Cattedrale di Trani, Fasano 1985, pp. 217-231, figg. 268-304; D.A. Walsh, The Bronze Doors of Barisanus of Trani, in Le porte di bronzo dall'antichità al secolo XIII, a cura di S. Salomi, Roma 1990, I, pp. 399-406; II, tavv. 361-372.U. Mende

Vedi anche
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Vocabolario
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tran tran
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