ARENA, Bartolomeo
Nato a Isola Rossa (Corsica), nel 1765, partecipò di buon'ora al movimento rivoluzionario: andò infatti a Versailles, nel 1789, come supplente della deputazione còrsa agli Stati Generali e, pur non sedendo all'Assemblea Costituente, fu tra gl'intermediarî dell'accordo concluso tra Pasquale Paoli e i riformatori francesi. Fervido partigiano, per allora, del Paoli, fu nominato membro dell'amministrazione dipartimentale per il distretto dell'lsola Rossa; ma durante la sommossa di Bastia (giugno 1791) venne a forza imbarcato per Livorno. Egli era infatti considerato come partigiano del rivoluzionario fiorentino Buonarroti che nel suo Giornale Patriottico attaccava la religione e il clero. Ritornato però quasi subito in Corsica, l'A. fu eletto deputato all'Assemblea Legislativa (ottobre 1791); giunto a Parigi, egli abbandonò e attaccò pubblicamente il Paoli, i cui amici, per vendetta, arsero la casa dell'Arena in isola Rossa. Decisa dalla Francia la spedizione contro la Sardegna (1792), Bartolomeo A. ebbe l'incarico di vigilare l'impresa come commissario del governo; gli fu allora raccomandato di condurre seco in Sardegna il Buonarroti per spargere le nuove dottrine in questo paese. Dopo la sconfitta della spedizione, ritornò in Parigi dove denunziò il Paoli come nemico della Francia (1793): e allora l'assemblea di Corsica lo dichiarò "infame" (maggio 1793). Nel 1794, quando gl'Inglesi assediavano Calvi, l'Arena, che vi si era rifugiato, fu nominato commissario con poteri illimitati; ma, caduta la città, si ritirò in Francia. Ritornò nell'isola nel 1798, quando la Corsica fu di nuovo occupata dalla Francia, e combatté l'insurrezione di Balagna, facendo taglieggiare, come commissario, le famiglie doviziose. Lo stesso anno fu eletto deputato del Golo al Consiglio de' Cinquecento. Il 18 brumaio (9 novembre) 1799 si oppose vivamente al colpo di stato di Bonaparte, e fu anzi accusato di aver tentato di pugnalare il generale: ma l'accusa appare senza fondamento. Condannato alla deportazione nella Guiana, potè fuggire e si confinò a Livorno, dove morì il 19 aprile 1832.
Bibl.: Renucci, Storia di Corsica, voll. 2, Bastia 1834; A. Rossi, Osservazioni storiche sopra la Corsica, l. XIV-XVI, Bastia 1896-1901.