BELLENCINI, Bartolomeo
Nato a Modena nel 1428, fu cultore e professore di diritto canonico le, successivamente, uditore della Sacra Romana Rota. Compì i suoi studi giuridici a Ferrara, avendo per maestro Francesco Accolti Aretino e addottorandovisi nel 1459. In quello Studio iniziò pure la sua carriera di professore di diritto canonico, ed, ebbe per tre anni alla sua scuola Felino Sandeo, noto canonista e curiale, il quale nelle sue opere lo ricorda con venerazione. Da Ferrara passò, tra il 1465 e il 1466, allo Studio bolognese, ove già insegnava il canonista messinese Aridrea Barbazza, col quale sembra sia stato in dotta rivalità. Fu in seguito chiamato, nel 1472, da Sisto IV alla Curia romana come uditore di Rota, e in tale funzione rimase fino al termine della sua non lunga vita, essendo morto il 7 giugno 1478. Fu sepolto a Roma in S. Maria del Popolo.
La sua produzione scientifica si ri duce a non molta cosa, ma per qualità è assai apprezzabile. Anzitutto si deve a lui una serie di Apostillae super Abbatem et Antonium de Butrio, e cioè ai commentari alle Decretali di questi due celebri canonisti, il primo dei quali, Nicolò Tedeschi, detto l'Abbas Panormitanus, era quasi a lui contemporaneo. Esse vennero stampate a Venezia nel 147577, come opera a sé stante (cfr. Hain, nn. 2759-60), e ripubblicate poi con i commentari del Panormitano, per la parte a questo relativa.
L'opera più notevole del B. è il Tractatus de charitativo subsidio et decima beneficiorum, composto poco prima della morte, nel 1477, e stampato a Modena nel 1489 (Hain, n. 2761) e a Roma nel 1544; venne poi inserito nei Tractatus Universi Iuris (t. XV, 2, Venetiis 1584, ff. 147r-169v). Diviso in 124 quaestiones il trattato ha lo scopo di fornire un quadro esauriente delle opinioni dei più noti canonisti e civilisti sulle questioni relative all'imposizione del sussidio. Il B. mostra così di appartenere alla foltissima schiera dei giuristi pratici del secolo XV, verso la quale lo spingeva certamente la sua attività di insegnante e di giudice rotale. Gli sono attribuite anche due Repetitiones a singoli capitoli del tit. De fide instrumentorum (lib. II, tit. 22) delle Decretali gregoriane, mentre sembra del tutto priva di fondamento la voce che a lui si dovesse un inedito commentario (o lettura) alle Decretali stesse, voce sorta forse per equivoco, e cioè per aver erroneamente considerato le Apostillae sopra ricordate come un commentario a sé stante. Da qualche biografo viene invece menzionato un epistolario manoscritto del B. in due volumi.
Bibl: L. Vedriani, Dottori modenesi, Modena 1665, pp. 72 ss. (con ritratto); G. Panziroli, De claris legum interpretibus, Lipsiae 1721, p. 367; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 679 s.; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, I, Modena 1781, pp. 202 ss.; J. F. von Schulte, Die Gesch. der Quellen und Liter. des canonischen Rechts, II, Stuttgart 1877, p. 330; G. Pardi, Lo Studio di Ferrara nei secc.XVe XVI, Ferrara 1903, p. 99; E. Besta, Fonti, in Storia del dir. ital., diretta da P. Del Giudice, II, Milano 1925, p. 892; A. van Hove, Prolegomena 2 (al Commentarium Lovaniense in Cod. Iuris Canon.), Mechliniae-Romae 1945, p. 497, n. 4; P. Grossi, Ricerche sulle obbligazioni pecuniarie nel diritto comune, Milano 1960, pp. 229, 470; L. Hain, Repertorium bibliographicum, I, 1, Milano 1948, p. 358.