CASTIGLIONI (Castelliono, Castiglione, Castiliono, de Castilliono), Bartolomeo
Di illustre e nobile casato milanese, figlio di Giovanni (consigliere ducale, morto nel 1412, fratello del card. Branda) e di Agnesola Castiglioni e fratello di Baldassare, Maffiolo e Antonia, nacque intorno agli ultimi anni del sec. XIV o ai primi del XV, anche considerando che, secondo indicazioni che il Litta afferma di aver ricavato da atti pubblici, oltre ad essere stato abate di S. Pietro di Bosto, nel 1419 era canonico di S. Lorenzo a Milano e nel 1422 canonico di Castiglione Olona. Come "clericus Mediolanensis" è ricordato per la prima volta in una bolla di Martino V del 4 febbr. 1419, con la quale il papa donava ai nobili Baldassare, Francesco, Bartolomeo e Giacomo Castiglioni, in quanto nipoti del card. Branda (Francesco e Giacomo erano figli di Guido, altro fratello del cardinale, morto nel 1411), due case in Pavia, a suo tempo appartenute ad Alessandro V e ora di pertinenza della Sede apostolica. Nello stesso giorno il pontefice ordinava ai vescovi di Concordia, Piacenza e Pavia di immettere i nominati Castiglioni nel loro possesso. Le due abitazioni, col consenso dei proprietari, diventeranno più tardi la sede del collegio universitario istituito a Pavia dal card. Branda nel 1429.
Secondo quanto affermano genealogisti della sua famiglia, il C. sarebbe stato nominato cameriere d'onore da Martino V e poi da Eugenio IV; tali notizie sembrano confermate dal fatto che quest'ultimo papa in una sua bolla del 1439 lo ricorda come "subdiaconus et cubicularius noster". Non sembra dunque improbabile che sia da identificarsi con quel "dominus Bartholomeus de Castelliono" che si addottorò in utroque iure a Pavia nel 1432.
Il grosso problema finale che ci presenta la biografia del C. è però quello della sua nomina a vescovo di Tortona. Gli storici locali (Ferro, Lesini, Settala, Bottazzi, Carnevale, Salice), ma anche l'Ughelli e il Gams sono concordi nel parlare di un suo biennio episcopale a Tortona, che viene fissato tra il 1453 e il 1455. I biografi del casato (Matteo Castiglioni, A. Beffa Negrini e P. Litta) invece sono altrettanto recisi nel parlare di un episcopato tortonese tra il 1434 e il 1435.
Ora, si deve negare la presenza a Tortona del C. (in realtà già defunto) tra il 1453 e il 1455, anni nei quali invece continua l'episcopato di Giovanni Barbavara (eletto nel 1437), che si concluderà solo nel 1460: del resto l'Eubel non ha trovato tra i documenti vaticani riferimenti a nessuno dei tre presuli (Marliani, il C. e De Mari) che la tradizione locale, così come anche l'Ughelli ed il Gams, ha posto tra il Barbavara e Michele Marliani, eletto nel gennaio 1461. Ma pure incerta è la questione di un eventuale episcopato del C. tra il 7 giugno 1435, quando Enrico Rampini fu trasferito alla sede di Pavia, e la nomina del Barbavara (6 marzo 1437). Sappiamo infatti (come ci informa l'Eubel) che il 7 giugno 1435 veniva trasferito a Tortona il vescovo di Lodi Gerardo Capitani di Landriano e che il 7 maggio 1436 (l'11 maggio il duca di Milano scrive di Tortona come di una sede vacante) veniva concessa al presule un'altra proroga per accettare il trasferimento che in precedenza non aveva accolto.
Né si può dimenticare un altro "delectus" per l'episcopato tortonese in questi anni, e cioè il carmelitano Antonio Ferrari, che però morì prima di prendere possesso della carica.
Per correggere un'affermazione di tutti gli autori tortonesi, ma anche dell'Ughelli, è necessario precisare che il C. non era fratello né di Zanone Castiglioni, vescovo di Bayeux dal 1432 al 1459 (questi era infatti un altro figlio di Guido e dunque cugino del C.), né di Giovanni, vescovo di Pavia dal 1453 al 1460, che era solo un suo cugino in terzo grado.
Intorno al 1435 deve probabilmente fissarsi la morte del C., concordando dunque sostanzialmente con l'indicazione del Beffa Negrini, che parla di una premorienza di otto anni rispetto al card. Branda (morto nel 1443); certo il C. doveva essere vivo il 1genn. 1435, dato che da un regesto di documenti relativi al collegio Castiglioni (Fondazione ...) apprendiamo che in tale data il papa riconfermava la donazione del 1419 ai "suddetti" Castiglioni. Ma nel 1439 Eugenio IV lo ricorda nella bolla cit. come "quondam Bartolomeus de Castiliono": è dunque tra queste date che si concluse la sua esistenza. La constatazione che in questa bolla il papa scriva di "Bartolomeus de Castiliono" senza assolutamente ricordare un suo ministero episcopale è forse la definitiva conferma che probabilmente il C. fu solo preconizzato vescovo di Tortona, ma che mai prese possesso di quella diocesi.
Fonti e Bibl.: Tortona, Arch. d. Curia vescovile, ms. E 342: L. e D. Opizzoni, Codice diplom. visconteo-sforzesco, I, c. 216r; Tortona, Biblioteca civica, A. Ferro, Cronol. pontificale historica dellavi ta di tutti i vescovi della città di Tortona (ms. del 1625), c. 313rv; Ibid., P. Bussa, Mem. dell'inclita Tortona (ms. del 1766), c. 325v; Milano, Bibl. Ambrosiana, T. 160 sup: R. Fagnani, Familiarum commenta, n. 4 c. 245r (335); Arch. di Stato di Milano, J. De Sitonis de Scotia, Theatrum genealogicum familiarum illustrium, nobilium, et civium…, p. 145; Pavia, Collegio Ghislieri, fondo Castiglioni, Fondazione dell'almo collegioCastiglioni della città di Pavia, c. 4r; Codice diplomatico dell'Università di Pavia, a cura di R. Maiocchi, II, 1, Pavia 1913, documenti 263 s., 269, 387, 454; Iregistri dell'Ufficio degli Statuti di Milano, a cura di N. Ferorelli, Milano 1920, p. 27n. 244;M. Castiglioni, De origine, rebus gestis ac privilegiis gentis Castillioneae, Venetiis 1596, pp. 27, 71; A. Beffa Negrini, Elogi histor. di alcuni personaggi della famiglia Castigliona, Mantova 1606, pp. 273 s.; P. Morigi, Lanobiltà di Milano, Milano 1619, p. 164; C. Settala, Tabella Episc. S. Derthonensis Eccl., in Decreta Synodi Dioec. Derth. habitae a. MDCLIXm. Aprili a C. Septala, Derthonae 1659, p. 297; F. Ughelli-N. Coleti, Italia Sacra, IV, Venetiis 1719, col. 650; G. A. Bottazzi, Serie dei vescovidi Tortona, in Le antichità di Tortona e suo agro, Alessandria 1808, p. 45; G. Carnevale, Notizieper servire alla storia della Chiesa di Tortona, Voghera 1844, pp. 153 s.; G. Salice, Annalitortonesi, II, Torino 1870, p. 111; L. Bertalot, Humanist. Studienheft eines Nürnberger Scholarenaus Pavia (1460), Berlin 1910, p. 38 e n. 2, A. Corbellini, Note di vita cittadina e univers. pavese nel Quattrocento, in Boll. d. Soc. pavese distoria patria, XXX (1930), p. 204 n. 1; T. Foffano, Umanisti ital. in Normandia nel sec. XV, in Rinascimento, s. 2, IV(1964), pp. 3 ss.; A. L. Visentin, Il collegiounivers. Castiglioni (1429-1803), in Il collegio univers. Ghislieri di Pavia, I, Milano 1966, p. 55; P. Litta, Le fam. celebri italiane, subvoce Castiglioni, tav. IV; P. D. Gams, Series episcoparum Ecclesiae catholicae, Ratisbonae 1873, p. 823; C. Eubel, Hierarchia catholica...,II, Monasterii 1914, p. 247.