Figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo. I due fratelli sono detti Βοανηργές, "figli del tuono" (Marco 3, 17); di entrambi, nei Vangeli sinottici, Gesù deve talvolta frenare lo zelo intemperante e l'ambizione (Marco 10, 35, cfr. Matteo 20, 20; Luca 9, 49-50 e 54). Ma il Quarto Vangelo, secondo l'opinione tradizionale, ci presenta come proprio autore "il discepolo che Gesù amava", che nel corso dell'Ultima Cena reclina il capo sul petto di Gesù, e al quale questi morendo affida la madre; a Pietro e a lui Maria Maddalena annuncia che la pietra del sepolcro è tolta, sì che entrambi vi accorrono, ma il discepolo arriva per primo. Si tratta dunque di un apostolo, strettamente legato a Pietro. Ed è Pietro infatti che, sul Lago di Tiberiade (dove tra i presenti sono ricordati i figli di Zebedeo), dopo aver ricevuto l'incarico e la profezia che lo riguardano, domanda al Risorto che sarà di costui, e Gesù risponde: "Se io voglio ch'egli rimanga finché io venga, a te che importa?"; ma il testo sottolinea che questa risposta non significa, come alcuni credevano, che il discepolo non sarebbe morto (Giovanni 13, 23-25; 19, 26-27; 20, 2-9; 21, 7 e 20-24). Si discute se sia anche da identificare, come parecchi credono, con "il discepolo" conosciuto dal sommo sacerdote che accompagna Pietro e gli fa aprire la porta (Giov. 18, 15-16) e con il compagno di Andrea che abbandona il Battista per seguire Gesù (Giov. 1, 37-41). Ma accanto a Pietro, G. appare anche negli Atti degli apostoli (3, 3-11; 4, 13) dove è uno degli apostoli più importanti; e tra le "colonne" della Chiesa, con Giacomo e Cefa, è ricordato inoltre da s. Paolo (Galati 2, 9). La tradizione, attestata soprattutto da s. Ireneo e dalle notizie conservate da Eusebio, aggiunge che fu relegato nell'isola di Patmo, dov'ebbe le rivelazioni esposte nell'Apocalisse, e che visse a lungo (il Quarto Vangelo lo presenta come assai giovane) in Efeso, fino ai tempi di Traiano. D'altra parte, la profezia di Gesù ai figli di Zebedeo ("berrete la coppa che io bevo e sarete battezzati del battesimo di cui io sono battezzato", Marco 10, 39), e che appare realizzata nel martirio di Giacomo (Atti 12, 2), ha indotto molti critici a pensare che anche G. subisse la sorte del fratello. Festa, 27 dicembre.